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Pieno d° Iftromenti fonori INDICATI, E SPIEGATI, LIGNE g 05 Coraggio D R E° I FILIPPO BONANNI °° Della Compagnia'di Gresù Ore *<Po:B- Rep @
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Nella Stamperìa di Giorgio Placho, Intagliatore , e Gettatore de’ Caratteri a S. Marco. Cor licensa de’ Superiori .
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Imprimatur. 5
Si pidebitar” Rio Patri Sacri Palatii_ Ap. p: + Magifiro. "4
—. MNuntius Baccari Ep. Bojonen Vicefgerens.
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SANTISSIMO PROFETA.
E antico è il Coftume , che l'Autore delli libri da lui | .. compotti, gl’offerifca a qual- che Perfonaggio sò perche la materia del- la Compofizione convenga alla di lui con- dizione , overo perche la qualità di chi ofterifce, obblighi a dimoftrare con l' of- ferta l’ ofequio che deve alla Perfona, a cui fi offerifce ; non farà perciò ftimata temerità , fe dopo avere io fatto un Ca- talogo di diverfi Stromenti fonori, e Mu- ‘ _ #2 ficali,
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ficali in quefto Volume, ardifco di de- pofitarlo a’ piedi del voftro Trono Reale, ò Santo Profeta : mentre della maggior par- te di cli ne fofte Voi il primo Autore; acciochè il Coro delli Cantori da Voi de- putati a celebrare nel Santuario le lodi dei Creatore ; fofle accompagnata la Mufica, con la quale 11 Popolo Ebreo arguiffe quel- la, con cui in Cielo li Spiriti Beati con- tinuamente lodano le Perfone Divine.
_ Che fe Voi, 65.Profeta, invitafte più volte nelli voftri Salmi tutte le Creature a fervirfene in canto non diffimile , ave- te ftimolato ancor mead offerire ognimio penfiere ; ed ogni mio fofpirto per mezzo voftro al Datore d’ognibene, onde gli fia più gradita l'offerta: e mentre la Divina Providenza mi.conftituì in ftato; in cui fono tenuto in diverfe ore del siorno a ripetere li Cantici, e Salmi da Voi com- pofti , non potendo accompagnare la'vo- ce con il fuono delli Stromenti,che ‘Voi già ufafte , almeno per la voftra intercef® fione ottenga accompagnarli con ‘sl’affet-
ti; tutti accordati conla Regola della Ra- I gione;
gione ; onde fupplifcano quelli al fuono, e ne rifulti una doppia Armonia grata all' Altilimo. I
E fe nel voftro Salterio armato di die- ci corde riconobbe S. Agoftino li dieci Commandamenti della Legge data a Moi- sè , ottimamente in efla fi addita, doverfi a lui tutti gl'affetti del cuore, e tutte le operazioni dell’ Uomo.
Quefta dunque, qualunque fia pic-. cola fatica , depongo a’ piè delvoftro Re- gio Trono , acciochè offerta per mezzo voftro , ò S. Profeta, al Datore d’ ogni be- ne , ne ottenga ciò , che nel Mare fl ve- de, mentre quefto accoglie nel fuo feno, non folamente ogni gran fiume, ma an- che ogni piccol rivo , quantunque torbi» do , quali tutti da lui traffero l'origine,e in effo felicemente perduti trovano quel- la quiete , che girando per la terra , al- trove non ebbero ; onde pofla io dire co- me Voi dicefte nel voftro Salmo . Ir pa- ce în id 1pfum dormiam , & requieftam.
MICHAEL ANGELUS TAMBURINUS Prapofitus Generalis Societatis Jesu.
Um Librum, cui titulus.; Gabizetto Armonico è P. i Philippo Bonanni Societatis notre Sacrdote con- fcriptum, aliquot cjufdem Societatis Theologi recognoverint, & in lucem edi pofle probaverint : fa- cuitaten facimus, uttypis mandetur; fi iis, ad quos pertinet ita videbitur; cujus rei gratia has Litteras manu noftra fubfcriptas , & figillo noftro munitas dedimus. Roma 6. Augufti 172r-
Michael Angelus Tamburinus.
———€yu na 279 fs n Lorient det
Vendo io infraftritto per commifsione datami dal Rio Pa A dre Maeftro Gregorio: Selleri Mro del Sac. Pal. A poftolico riveduta la prefénte Opera del Molto R. Padre Filippo Bonanni, e non folamente ritrovatala efente da ogni eccezzione in materia di Dcgma Catt. e di Coltumi , mà ripiena di. fcelta erudizione per illuftrare ancora la Sacra Storia , la giudico de- gnifsima d’imprefsione af pari di tante altre Opere , ricevute dal pubblico con applaufo ,date in tuce dal medefimo: Autore, In fede di che ho fcritta , e fottoftritta la prefente di mano pro- pria quefto dì 25. Giugno 1721. in Roma. E i) Francefio Bianchini .
Imprimatur .
_n__—_——_————rr—F——— — —— _r—_—_—_——___—____r—z te Gua vns0r —_—_—____rrcox tomernatiazi Duotuaprang FETSTA
Fr. Gregorius Selleri Ord. Prad. S. P. A. Magifter.
IND
d.K E
PD'BLTI Wi
p Roemio. pag. 1. CAPO. I
Della Varietà degl’ Iftromenti Muficali ufati. nel Tempio ;
e difficoltà nel poterli defcri- vere. pag. 9 CAPO IL.
Si accenna la Varietà d’alcri Stro- menti,e fa difficoltà nel poterli
defcrivere, 14 CAPO IIL Divifione degl’Iftromenti. 15 CAPO IV.
Dell’ ufo degl’ Iftromenti Mufi- cali nelli Sagrifitii, e Fefte de-
gl’Antichi.. 17
CAPO V.
Trionficelebrati col fiuono. 20 CAPO VI.
Della Mufica nelli pubbliciGio- chi,e Felte. 22
CAPO VII. Delli Suoni ufati nella Naviga-°
zio ne. 24 CAPO VIII. DelCanto ufato nelli Conviti. 25 CAPO IX,
Del Suono, e Mufica ufata nelli Funerali. 23
CAPO Xx. Del Suono ufato nella Guers Fao 33 CAPO XI. Si pondera il Canto Ecclefiafti-
, conelle ftato della Legge Cri. ftiana. a 36
CAPO XIL Staccenna la diverfità della Mu- fica e fi efamina di qual for- te convenga nelle Chiefe. 38
CAPO KXIIL. Se convenga nella Mufica Ec- clefiaftica ufare Iltromenti Muficali. 40
INDI
Degl'Iftromenti Sonori pers) F; jafo.
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I. XIT Romba antica EBrea . 45 Corno perla Caccia. : 1 L x.IILI Soldato conTromba antica, 47 Corno delli Turchi. suit a DE XIV. | Sonatore di Tromba prefo dal sip ae Turchefco diverfo 57 . Campidoglio 48 AV | IV. | rombi Cinelè. | Tromba doppia 49 sa | | 03} v I: Y V. Corno da Coi se Tromba fpezzataà. * 49 di 1, ge XVIL VI. {., Cornoraddoppiato. Tromba dritta. fpezzata iis] | Î | I XVIII VIL Buccina Marina . Tromba curva. ; $I vili XIX. VIIL Flauto . Sai ‘Alera piegita antica + 53: Ce e PP Flauto raddoppiato . ia a 3 sffiaba Perfiana. © _ 53 | XXI. p v: cs Flauto Traverfier. tromba del Madurè. —’‘‘53 XXTI Giufolo Paftorale , XL Lituò antico » 54
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- Fifchi diver.
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Zampogna .
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Fifchi, e Zampogne diverfe: 72
XXIX. KKX.
Piva. Mufetta . Organo »
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XXXIII. Organo delli Signori Verofpi.$0
XXXVI. Tromba Marina i
i X x x VII. 0% Corno di Aleffandro .
XXXVIII. Trombetta di Ganna.
XXXIX.
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Spono della Brocca»
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CLASSE SECONDA
— ‘Degl Iftromenti Sonori .
Er la Tenfione'. |
XLIII
Cembalo .
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Cembalo Verticale . KIEV Spinetta, XL VE Tiorba. |
| XLVII Arcileuto .
XLVIII:.
Cetera ‘ XLIX. Pandura. suit
Cetera Tedefca:; LIL Chitarra Spagnuola:
LII Lira di Apollo.
LIIL Mandola .
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310
91 92
93
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97
97 98
99
i LEVI Chitarrino . Colafcione .
LVL LVII.
I Viola,
Violone . VIII
Accordo. LIX.
Lintercolo, è Sordino .
LX,
Chitarone. XI
Monocordo.
LXII
| Tromba Marina
LXIII,
Salterio Turchefto .
1O1
. 102
103
103 - 103
104 IV.
LXIV. CRVITI. - | Viola d’ Amore. 110 LXIX.
Salterio diverfo . 105 | LXV. Violino Turchefco . 150 Lira Todefca. 107 LXX. | LXVI. Salterio Perfiano. 311 Arpa. 108 LXVII. ESOXI, — + * Violino, 109 Violino Perliano. 111
CLASSE TERZA
Degl Iffromenti fonori per la Percuffione.
LXXIL LXXVII. a, pano. I 113 Tamburro degl’ Africani. 117 I LXXIII LXXVII.; e LXXVIIIL2. Timpano moderno. 113 Altri Tamburti affricani. 118 ‘-« LOxXHV, LXXIX. Tamburro Militare; î 15 Tamburro Perfiano. $18 LXXV. LXXX. Timballo ; 116 Tubo Timpanite. 119 LXXVL LXXXI O Timballo Turchefche - 117 Tamburro Cinefe. __119 LXXXII.
LXXXIL I XU Tamburo iti: 120 Baccante con Gnacchare. 129 - LXXXIM ; XVI I{tromento ja Vendemie. 121 Itromento delli Cofti . 130
DOXIV, XCV. na 821 Peer pri LAI : .Gnacchare delliTurchi..,,,:134 Crotalo. « ve rg123 XCVI,
- LKXXVI. | « | Tftromenti ti Panciulefthi. seri 32 Cembalo antico. 0 124800 3 Pr ra XCVII LXXXVII, REA RI Spafla penfiere -. 133 Altri Cembali. 125 a wi XCVIIL g: LXXXVIH,. Gis OSSA È c ‘ Zilorgano . 133 Cembalo degl'Arment: ‘ 12 i e i XCIX. e LR pi: cirtiail I Iftromento per le Api. 134 €rotalo degl'Armeni. 127 I x DR XO. AL ss ER INT Ortese. Itromento di Batàm . 136 Itromento fagro degl’ Arme- Pe ce de I, 28 CI. CSR) Altro viverfo : 137, Iftromento Affricano? 128 race CII. 6 XCII Altro diverfo. 437 Altra diverfo . 129 CUI,
CIII. Campanello del Keo. | | 137 | Sx Campanello del Clero. 140
CV. Carroccio . 143 CYT. Organo di Campane. . 143 CVII Campanaccio del Villano: 144 CVII. Verga di sei è 145 fr a
Campana delli Creci 145
CX. Altra fimile . 147 o XI I Legno delli Cofti. 147 CXII
Crepitacolo di legno per leChie-
fe. 143
CXII.
Altro diverfo.-! ‘©1149 |CXIV.
Matracca. | cn Ris CXYV s
Ruota Fiamenga. 159 GXVI
Bacioccolo. ISI CXVII.:
Fanciullo con Trich Trach. 153
CXVIII. Altro diverfo . SE CXIX: Altro diverfo ufaro dalle Nutri< ci. 1 152 CXX.
Itromento d’Affricani. 153
CXXE,
3 Iftromento detto Marimba. 154
CXXII.
Itromento Indiano . 154 CXXIII.
CXXIII. Trich Varlach. CXXIV. Indiano in ballo. Ser. Donna Brafiliana in ballo. CXXVI. Iftromento del Madurè. CXXVII. Scabillo degl'Antichi. CXXVIII. Crotalo delMendico. | CXXIX,
Religiofo fuegliatore .
155
156
156
157
157
158.
I CXXX.
Tavola percofla dal Capucci- no. 159 CXXXI.
Frufta del Cocchiere. 161 CXXXII. < Sonagli adoperati nella Chie- far | 163 CXXXIHI.
Cuchiari di legno. 163.
CXXXIV. Timballi PerGani. 164, CXXXV. Spada percolfa.. 164 CXXXVI.
I{tromento Cinefe. 164
Er Gabinetto armonico, altro non intendo fignifi- ) care che una Camera contiguaall’ erudito Mufeo ei del Collegio Romano, in cui fono collocati diverfì i (af Iftrumenti fonori, dall’armonìa delli quali, non È 25 folamente l’orecchio ne trahe il fuo diletto, ma può 1, 4 I ì : i -LANDII 1a mente reftare erudita, riflettendo ‘alle propor- zioni delle note; colle quali fi compone la Mufi- ca , che nelle fcienze matematiche ; de inomtiene il primo luogo, aniun’ altra è inferiore. | insiloV In effo dunque fi vede collocata nella facciata anteriore una Grotta, in cui fi efprime quella di Vulcano con li trè ‘principali Ci- clopi miniftri di, effo Bronte , Sterope; e Piragmone rammentati. da Virgilio nell’ Ottavo dell’ Eneide . roneg sist Ferrum éxersebant vaffo Cyelopes in Antro. ul Brontefgue, Steropefgue, S nudus membra Pyragmon. difsi principali Miniftri , poiche inefla erano molti, come riferì lo
fteffo Virgilio, ove fcrifle.
— Ali ventofis follibus aura»
sAccipiunt , vedduntqgue , alii ftridentia tingunt Era lacu, gemitimpofitis Incudibus Antrum,
Ii inter fcfe multa vi. brachia'tollunt
In numerura , verfantque tenaci forcipe ferrum :
(3, Percoffo il ferro fopral° Incudine con i loro Martelli, ne rifulea
dalli colpi una ben” intefa Armonia, che offervata già) canto dilettò
Pittagora , allorchè, come fcrifse il P. Daniele Bartoli nel libro pri-
mo capo 2. della Ricreazione del Savio , cercata in darno fin colà fo- A nda
pra
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pra i Cielila mifura de’ numeri producitori delle proporzioni armo- niche, un dì finalmente fè la'trovò contata , e divifain sèl’Incu- dine' di un Fabro; perciotchè offervato il rifponderfi ; che face- vano a mote di perfettifsima confonanza trè s che battevano un | ferro: ne pofe inbilanciali Martelli, e trovò concordiam ‘docis lege ponderum provenire, come fcriffe Macrobio nel libro 2. cap. 1. del fogno di Scipione. RT EEC
Alli colpi di tali Martelli rifponde lavocedell’Ucello nottur- no detto Cwcs/s dalli Latini, e da eflo rifvegliati molti altri , ri- fpondono colle loro voci.
Ceffano: tutte quefte alla finfonìa d’un’Organo fituato fotto la detta Grotta , che fenza effere toccato dalla mano del fiùio- natore ;.rende tre diverfe fuonate , compofte da due infigni Mae- ftri di Mufica, cioè Bernardo Pafquini, e Bernardo. Caffi.
Onde per effe gode l’orechio, el’occhio neammira l’ Artifi- cio s_mentre dall’interna difpofizione di ruote:fi muovono li tafti a'colpi di benregolata battuta; e danno l'adito al fiato delli Man- tick iper cui !rendono il fuono le canne. |
. Voltandofil’occhio a mano deftra di tale machina; fi vede un Cimbalo:verticalé, in cùi fi rendono due Sinfonìe dalle corde di metallo; che percoffe con regola. cagionano molto diletto., men | tre non v'è mano di fùionatore ; che le perchota; . il I 190°9
Nella parte oppofta è fituata una machina s in cui: aparifce, una Camera nobilmente ornata ; ed in effa.fono:variePerfonéun pal- mo alte ,. una delle quali moftra di fuonare un’ Organo; 'ùn’ altra un:Cimbalo , duealtre la Tromba, alle quali da regola conile bat- tute un’ altra, mentre diverfe fi riguardano afsieme in fegnò d’ap- provazione , e di tanto in tanto una prende il tabacco , ed un' altra prende diletto nell’odorare un’fiore’,. Mea
Tutti quefti diverfi.moti fono cagionati da unatuota, che rag-
irata da mano perita , con la mutazione d’un regiltro, rende dodi- ci diverfè finfonìe, con non minore diletto ;..che ammirazione di chile ode. ua anal stori Ps dc
In poca diftanza da quefta machina fi vede efpreffa una grotta , ove fi rapprefenta Marfia Paftore!,. chè ‘audace provocò Apollo a fuonare.,; come; fingono li Poeti; onde per la fua temeritàifu fcòra. ticato .,! e mutato; in Fiume . “Sta egli in atto di fuonare avanti
Apollo. il:Flauto, ; e girandofi una chiave fi rendono tre dpr | UO*
fuonate, enebfine:di ciafcuna toglie dalla boccat'Iftromento , fic- comeidi nuovo l’addatta $ quando deve: variare il fuono + Succede al fuono foave di.tal Flauto. vina ftrepitofa finfonia. cagioriata da varie Campane collocate nel Piedeltallo: della machi- na-fopradetta ; la quale nonomeno diletta dell'altrauo 0 000. Poco diftante da quefta: machina è! collocato un Piediftallo, con due Statue rapprefentanti due Scimie, che toccate da mano peritainun fianco percuote ciafcunaun Tamburro;facendo udire il fegno della marciata, che fuole: darfi alli Soldati; girando»in. tanto latefta, e 'gl’occhiz e di: quandovia quando aprendo la-bocca In atto di ridere. i Dis: siovottoliotta oil on9s Lu ‘A: quefta amena apparenza! ne fuccede: un’ altra più. ferià 4 vedendofi il S.David collocato in ùn'Trono, che mentre fi odo- no quattro diver finfonie cagionate da! verghe di Metallo per- coffe da' piccoli martelli 3imoftra difuonare 1) Arpa 5 ed è accom- pagnato' da duePaggi ; cuno delli quali moftra. di fuonare una Tromba; e l'altro: il Salterio com moti ‘corrifpondenti alle battute di mufica concertata. (> . Dioien o ja iu vite i0 so CNon meno vaga di; quefta apparenza s'è un’Iftramento non difsimile; mentre*diverfè figurine girano © \danzanocattorno ur Vitello.di oro:; efrallude a ciò ;;che accadde. nel Deferto!,; quan- dorMoisè feparato «dalle Turbe Ebree if tratteneva. con Dio nel Monte; i idea Pali: rielim guidor i jogco St «130Quefta varietà difuoni mi fuggerìla.varietà degl’Itromenti ;. che è percofsi! dalla» mano , vò animati dal fiato; (4° rendono tutti fono: diverfo.; Onde fuggerifcono alla:mente quafî infinite. pro= porzioni, in ciafcuna»delle. quali, molto ftudio e fatica fi. puòi impiegare; perbene :Comprenderle «00 ui inn LU ri a \Eòperche' ame noneraipofsibile farne un'efatta ricerca; mi contentairatcotne folamente: li momi., è rapprefentarne «in pittura la: forma;/efprimendone ciafcunoin mano del Suonatorè proporzio= nato jvacciochè fi vedeffe il Paftore imatto: dirfuostare la Zampo- gna.) ed il Soldatola Tromba... ss bnò3 rliovsdos9 "vo In tal modo efprefsi fervirono perornamento del Gabinetto, e per trattenimento»erudito ‘anchi li rimira red acciochè quefta efprefsione non reftalfe fepolta in'eflo ; furono: fattiturti delinea». re, © intagliaré da manoperita} Onde ciaftuno.poteffe. fapere pi nome; e l’ufo delle Nazioni, dalle quali i adoperano , de 3 gie. _
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giendone quelle poche notizie, che ‘ho potuto: raccorre.):»
Potrà. forfe:parere. inutile. 1 affunto , che intraprendo di fpie- gare in quefti fogli gl’Iftromenti:da fuono, mentre quefto non è altro, "che una leggiera agitazione dell’ Aria cagionata ; ò dalifiato; o dalle percoffe:) che prefto!fvanifee, e per così dire :muore' aps pena nato. Onde S.Paolo volendo: fpiegare:la vanitài di chi! ope- ra fenza l'abito della carità, ‘opera vanamente, diffe nella prima alli» Corinti renderfi fimile al fuono» di qualche Iftrumento. 57 linguis: hominum loguar, © Angeloruna, charitatem autem non babuero fetus fum velut Es fonans © Cymbalum tinnieni.Nulladimeno not farà meno utile, che dilettevole tale ricerca, ficcome non fù in tile la ricerca del Bineo ; e del Balduino:foprate fcarpe degli Ebrei, e degli Antichi, nè quella del Solerio fopta il Cappello, epernon difcoftarci dal fuono quella di Gafparo Bartolini fo pra il folo Flauto | ufato dagl’ Antichi, con pubblicarne umintiero:; ‘e dotto Volume.
E: vero effere il fuono una leggiera'agitazione «dell’Ariazincui fi partorifce , ma però prodigiola., poichè in effa fi cagiona il Commercio trà gl’ Uomini colle parole , che. altro non fono; che un fuono:;(' come fcrifle'l’erudito;ed eloquente P. Giovanni Rhò nel fuo Efamenone nella Orazione 16” n:59.€ imaltri è giocondo:nell’ài- monici Iftrumenti,effo ‘canta feroce nelle trombe guerriere 3 vezzeg- gia femplice nelle paftorali zampogrie , mugge profonda nelle ma> rine conchiglie, ftrepita rifoluto nelli Tamburri, fibila vario ne? Flauti languifce foave ne Pifari, fi vibra ‘gagliardo: ne? Cornetti, firompe nelle Nacchere,. fi preme rufticale nelle Pive.;: fi tocca
ftrepitofo sù barbari Tamburini del bronzo 4. fi frange. fonoro nel- Je Campane, guizza trillando nelle. tefè corde ; fiaccorda ameno
megl’ Organi; Che perciò in tal materia non ffimorono- perdutoil tempo tanti Interpreti della Sagra Scrittura 3 ce tanti; infigni Autori , che di elfo trattarono ; indotti forfe! molti di efsi dal fapere:s che nel Cielo gl’ Angeli accompagnano ‘Ja Mufica icon gl’Itromenti; come racconta S. Giovanni nel Capo 14. dell’ Apocalifsi, ovvero, petche vollero affecondare l'invito delS.Rè David, il quale prin» cipalmente nel Salmo 150. invitò: a lodare Dio non folamente con fa voce ; ‘ma con il fuono degl’INtromenti; Zazdato cum.( diffe) in fono Tuba > baudate cum in. Pfalterio; © Cyibara, laudate cum in Tiympano» © Choro» laudate cun in Cherdis è © Organo , laudate Resti | cun
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i mi 5 E cum'in Cynbalis bene fonantibus; che fe con tale accompagnamen- to di voci fi deve lodare Dio ; «ragion vvole.che riconofciamo € fappiamola qualità di tali Htromenti per adoprarli; e tanto più € rieceflario;; quanto maggiore è la multiplicità; e varità di efsi mul. tiplicati nel decoro degl’anni, e la mulritudine delle voci con le quali fono dagli Scrittori indicati. SE i Prima però di talericerca, non farà inutile la notizia dell O- rigine , e la ftima fattanè dapl’ Antichi, liquali ò ne furono gl Autori, è li ufavono in varie funzioni 5 Era per così ‘dire ancora Bambino il Mondo creato ida Dio; quando: nacque infieme la Mu- ficà, econefsa il fuono, edè curiofo fu quefto propofito 1 Apo- logo di Filone Ebreo riferito dal Cardinale Bona nel capo 17. del libro fopra il canto Ecclefiaftico; Avendo ( dice egli ) Iddio crea- to il Mondo, e coftituitol’ Uomo padrone di effo,, vedendo , che tutto erà buono, richiedè uno delli Profeti, acciachè diceffe fe vi mancava cofà alcunaze rifpondendo quello, mancarvi qualchuno, che fapeffe lodate la di lui Bontà, elodaffe quanto aveva. creato > approvò Iddio una tale rifpofta, e fubbito ZZy/icorum genus crea- dit 3 gui Denm mivabilem iu Operibus fiuis dulciter decantaret è Dal quale:Apologo! fi deduee [ripiglia.il non men dotto, che prudente Cardinale ] a folum effe , aut precipuum Mufice ufum divimas lau- des refonare. Cid; che ftimò ilfapientifsimo Trifmagiftro in Afde- pio, quando diffe ZZuficam fuavitatem ad concinendas Dei, Cele- Siumque Zaudes bominibus induliam, ne terrenus Mundus videretar snutilior /} vrodulorar: dulcedine carniffct . È : Offervando li feguaci di Platone l’innato piacere; che trahe PA- nima dalla Mufica, falfamente fi perfuafero aver quella avuta Vori- gine da effa, ma untale errore fù dortamente:confutato da Ifidora Peleufieta, e da Marfilio Ficino, ed'altri,,nè merita Scipione, che fi dia credito alfuo fogno 3 incui andò rintracciando le proporzio- ni de’ Pianeti, e con quetti delle cofe fublunari , avendo molti feritto dell’ Armonia, che paffa fràle Creature ; e illor Creatore, c di efsine apporta un copiofo Catalogo il fopracitato Cardinale cap. 17. della fua' Salmodìa. 1...» jivie avagib HO sb Laftiando da parte tutte quefte ingegnofe confiderazioni 3. fe cerchiamo l’Origine ‘della Mufica., la quale altro non è, come la definì il Bulengero cap. 4. lib. 7. de Theatro Zeze modalandi folertia,
è pure come fcriffe Ifidoro lib. 2. orig. e/t.oeritia modelationum A > . ì - . i i & c sa
‘98 62% cantugues ditta Alufica per derivationem aMufisz quas è Iove, & Minerva natas elle finxerunt Poete . . arsbibizoncil.a ., Di quefte Mufe feriffero molti, e molto finfero gl’Antichi, .delli quali bafti quì addurre Aufonio,, il quale ne riferì: li nomi di ciafcuna nelli verfi feguenti 4, 204. CLIO: geffa canens tranfaZli; tempora reddit 5 MELPOMENE tragico proclamat molta bogtu , Comica lafitvo gaudet fermone THALIZ sestese rid: OT Duleifonos calamos EVTERPE flatibus urgets | n TERPSICORE affetlus evtharis movets imperat, urge. Pletlra gerens ERATO > (@ltat. pede. carneine valiu, Carmina CAILLIOPE Jibris heroice mandat . È VRANIA Celi motus ferutatur >. 0 APra, Sienat cuntla mants loguitur: POLIBINIA gela. È MUentis Apollinee vis bas movet. undigue Aufasy << ia In medio relidens compleClitur omnia, Phoebus. <> >. Diodoro Siculo Iftorico:, é Poeta di gran ‘nome trà li (Grei ferifle, che Ofiride Dio degl’Egizj dilettandofi molto: della Mu- fica riferì nel libro delle Mufe ;. che confermò lo. fteffo, mumero. Varrone però riferito da. S. Agoftino diffe i che un'antica Città ordinò a .trè infigni Scultori > che ciafcuno efprimeffe trè Mufe 9 mentre credevano , effere tali di numero :,. .a fine di collocare nel Tempio quelle, che foffero ftate Mtimate:.di migliore lavoro, e perchè tutte firrono giudicate.ottime, furono elette tutte, ed in vece di trè > he numerorono. nove ,. e collocate nel Tempio di Apollo, fù a ciafcuna da Efiodo impofto il nome, che fenza rag» gione ftimavano effere trè fole s imperochè (dicevano) rifalta la Mufica da trè cagioni cioè dalla voce, di quello ,. che canta, {econdariamente ‘dal fiato , onde'rifuonano le Trombe, ed altri Iftromenti ; «in ‘terzo luogo dalle percoffe, e dall’impulfo,. onde rifuonono le cetere, e fimili . Riferifce il Giraldi, che da fopra= Cor Città Gi diceva Sicione adducendone il teftimonio .di Au- QNiO', VI mr3 stise sh basis, ] Tres folas quondam tenziz qua dentera Phabi,:... Sed Sicion totidem ternas ex ere Sacravito 0 1}, E Paufania riferì, che li fopradetti Artefici, fi chiamavano Ce fodoto, Strongilione, e Olimpioftene . Afin Gl-
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‘@lAntichi Greci l’attribuirono è-Pittagora; allorchè la tro- vò contata , e divifa. insù: l’ancudine. di un Fabro, offervato il rifpondérfi 3! che facevano a moré ‘di perfettiflima confonanza tre, che battevano ‘un ferro ; eltrovòd : Concordiam vocis lege ponde- ri provenire, \tome feriffe Macrobio Ul. 7. cop. 1. in Somu. Scipionis . i mia ian 0 ani
‘ Lo fteffo affermò Caffiodoro Vib. de Mufica + Alcuni diflero; che Lino Tebano, e Zeto ne foffero gl’Autori, Solino #6/c49.17. l’attribuì alli Popoli di Candia. Plutarco ne fece Autore Apollo ; Euclide diffe effere [tato .il primo Anfione.
Mìà rende ‘erronee; e falfe tutte quefte opinioni Ja vera nar- rattiva ‘di Mosè; il quale wel cap. 4. delle Gench afferma , che Jubal ‘nato dalla ftitpe di Caino avanti il Diluvio » fù il primo Inventore della Mufica: Et zomen fratris ejus Fubal , ipfè fuit Pater Comentiumi Cytbara;: O Organo. Nafce però dubbio da tali parole’ circa. gl’Iftrumenti: Muficali , con li quali tale Inventore diede! principio alla Mufica:; poichè , come ‘bene avvertì 1fi- doro zel cap.19: delle Origini , per la parola Organum fi può in-
tendere qnallivoglia Itrumentoi:fonoro » Orgas4 e/ vecabulun geuerale vaforum omnium mafitorumo, «e con il nome di Cetera, come offervò lo fteffo (752.3. cap. 21: fono fignificate tutte le fpe- cie-d’Iftrumienti , Ji quali rendono fuono cori le corde . Vedafi . il Pignorio dé Servis pus! mibi 158: ove afferma to fteflo .
vv Introdotta nel. Mondo con grande Providenza Divina. l’ar- monìa degl’Itrumenti muficali, colli quali accompagnate le voci delli Cantori, «fi poteffero daquefti: celebrare. le Opere Divine, cominciarono li Cantici , allora quando , come fi racconta we) cop. 15. dell’Efodo ; edavverù Rabano Mauro wel cap. 41. del lib.2. de Inftit. Cleric. Moisè, dopo effere ftato fommerfo nel Mare Fa- raone con il fuo Efercito , e il Popolo Ebreo fù il pri- mo a cantare le lodi di DIO liberatore , pronunciando quel- le parole : Cantemus Domino gloriosè enim bonorificatus ct, © nel cap. 15. delli Giudici fi racconta aver fatto il fimile Debora don- na infigne con altri molti ; animati dallo Spirito Divino nella Sagra Scrittura riferiti . |
Trà turti dopo Mosè principale fù David, ficcome feguì a dire Rabano we) cap. 48. P/allere ufum «Ne pe Afoyfen Darid Prophetam in magno Myflerio prodit LA ; hic enim in 1A
in hoc
x 3 06 în hoc manus è Domino fpecialiter vlettus, © Cantorum:Princeps 3 P/Amorunague Thefaurus effe promerzit > Che perciò il S,.Profeta, come riferì Giufeppe Ebreo nellib, 7. cap. 10. dell’ antichità giudai- che, perfel?us jam bellis ac periculisz © in altiima pace degens vario genere carminunm, Odas, © Flymnos in honorem Dei compo/tit , par- Lim trimetro verfu > partim pentametro, inftrumentifque muficis com- paratis, docuit Levitas vd pulfam corum laudes Dei decantare > tàm fabbatis diebus, quam in ceteris fefivitatibus, e dopo quefta rela-
zione defcrive alcuni Itromenti da lui adoperati 5 Species autere.
Inftrumentorum (foggiunfe ) hec fuerunt . Cinnira decem chordarum intenditur, © plettro pulfatur , Nabla duodecim Jonos continet,, fed digitis cavpitur, cumque his aderant, © Cymbala arca bene magna, atgue lata, quod quo fanè de predittorum Infirumentorum natura, ne prorfus ignoretur dixifSe fuffciat. i
Se vogliamo indagare di qual forte foffero li fopraddetti Iftro- menti da Giufeppe accennati, trovaremo che NABLIUM fi dice da altri PSALTERIUM, come fi legge nel Teforo della lingua latina : CINNIRA nell’ Onomaftico Ebreo fi dice CYTHARA A parola derivata dal Greco, e originata dall’ Ebreo NABEL » che dagl’ Ebrei Tedefchi fi dice PANDURA ; e così li latini dicono NABLUM gl’ Ebrei Nabel, il greco Nabla, ma da tutte quefte voci non fi può dedurre il vero fignificato. Che perciò fi deve concludere, che appreffo gl Ebrei molti farono gl’ Iftromenti mu- ficali , delli quali; 0 fe n° è perduta affatto la forma, ò è ftata va- riatain modo, che fi rende impofsibile ‘la ricognizione, e defcriz= zione di efsi, come meglio nel progreflo fi vedrà.
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(CAPO PRIMO. | Della Var ietà degl [fîromenti Muficali © ufati nel Tempio , e difficoltà nek © n IL n POETICO] CEEUCY Cost
HE foffero adoperati molti Itromenti nel Teme pio degl’Ebrei,nov fi può dubitare ; poichè come notò l’erudito Pompeo Sarnelli a carte 54. della I lettera nona» riferifcono S.Gio.Grifoftomo fopra 74 il Salmo 15c.e Hidoro Peleutiota nel lib. 2. Cap. 176. ch'era permeffo il fuono col canto nella, Chiefa a gl’ Ebrei, come apparifce nel libro 1. delli Paralipomeni nel capo 15. € 16.perchè con ciò {i rimediaf fe alla loro debolezza. e non foffero allettati dalle Mufiche, che fi. celebravano in onore degl’ Idoli dalli Gentili, che perciò fog- giunfe Teodoreto fopra il falmo: 50. ufavano Iftromenti loro pro» pri. Quali poi, e quanti foffero dalle notizie feguenti fi potrà arguire . 3: SPERI | Fù curiofo di faperli il P. Atanafio Kircher, che perciò {crif= fe nel fuo libro della Mufùrgia tom. 1. cap. 4. del lib. a. d’aver letto tutti li libri Ebrei fopra quefta materia per averne la certa motizia; e riferì, che di effa ne trattò efattamente il Rabbì Shil- te Hagiborim , il quale affermò , che nel Santuario furono 36» diver Itromenti , delli quali fù autore il S..Rè David. 4 moratur David ( dice egli con parole tradotte dal Tefto Ebreo } iriginta few Inftrumsentorum pulfandorum notitiam babuiffe . Altri me riferiftono ‘22, nel genere d’INtromenti battuti, g Sandias f0- B pra
42 10 2@
pra Daniele, ne numerò 36. Il trattato Aruchin Talmudico meri ferifce 34., efpecificandone alcuno, la prima Claffe di effi detta Neghinoth » comprende gl Itromenti di corde deftritti Colle fè- guenti parole. St2/le baggiborim fuerunt Infirwimenta lignea longas © rotunda, © fubtus ca multa foramina, tribus Sdi bus conftabane ex inteflinis Animalium > © cum vellent fonave cas radebant fides cum arcu compatto es piliscaude equine fortiter aftrittis in greco dicitur Tricherdon: in latino: 7rifidium .
Inffrumenta verò Neghinoth fuerunt Pfalterium, Nablium Cy- thara . quod idem ef} Alur, Navel, Kinnor , Mighul, Minnim . Quali poi foffero quefti > non è cofà facile,a determinarfi, mentre non fi fpiegano più chiaramente. Se fi parla del folo Salterio ufa- to da David , non fì trova bene fpiegato da alcuno , anzi molti credettero, che non foffe vero Itromento da firono » ma folamen- te una certa armonia cagionata dalfuono, e dalla voce . Giufep- pe Ebreo però afferì, che fignificafe Inftromento di dodici corde, e ché fi fuonaffe con le dita; S, Ilario; Didimo, e S.Bafilio con Eutimio lo differo Itromento perfettifsimo ,, e fopra tutti gl’ altri eccellente ; 5. Agoftino affermò che era, Itromento portato dalle mani. del fuonatore, e che avevala teftudine, cioè la parte. con- vefsa , in cui fi rifletteva il fiono nella parte fuperiore,, come la Cetera l’ha nella parte inferiore; S. Girolamo diffe, che aveva figura quadrata con dieci corde; La più commune opinione è che
fi fuonava conle dita, e fimile all’ Arpa oggidì ufata ; che perso
ciò ft fuole dipingere il S. David con tale Iftromento , il quale flimanp alcuni eflere lo fteflo che il fignificato della parola Né* dlium appreffo Ovidio 3. de Arte è | | !
Difîe etiam duplici geniali Nablia palma. Fevrere > conventuni dulcibus illa modii=
Ti Scrittori però Ebrei non s'accordano», poiche R; Schilte afz ferma , che Nabel foffe IRromento di 22. corde R. Affur di Lo. -Ra Kinnor di 32.R.Machul di 6. R. Minnin di trè » Ò quattro , è sutti quefti Itromenti erano nel genere Neghinoth; cioè fonori), e armati di corde.. | |
1 . Dopo tale ricerca il P. Kircher ne offervò alcuni in un co= dice della libraria Vaticana [come egli afferma; e li di nel
6; fuo
È Ò LI
. e rl
2 si et |
Tuo primo Tomo della Mufurgia, benche rozzamente efprefsi , € ‘fono contrafegnati con li feguenti. Caratteri A. il Salterio B. uno
detto Cinnor, ©: Machul È. Nimnin. T. Novel N. Thoph O. Zo-
‘tefelotb P. Guetfe Berafim R. Minagnghinim > e tutti quefti( di-
ce ) che erano Iftromenti, li quali rendevano fuono percolli, ©
li piega, come qui fi agginge + DR B. C pa
. C. E. I. fono Itromenti di corde , li quali differiva- no folamente nella forma , e nel numero di effe , come fi vede
‘nella Cetera moderna, riella Viola , nel Violone &c. € tutti que- ti fi fuonavano con le dita . Altri fi percotevano numerat da
R. Schilte Haggiborim riferiti dal medefimo Autore con le pa- role ebree. e fa 10 Hafahufanim, Hummechilath; Hafchchufan- gnaduth , Mashrakitha , Hakithros , Hafchaben, Hafphande- rim, Hamingnanghin, Harimphunia, Hamagrapha , Thelmudi- ca, Haardaulos, Hatabla , Gutgana, Haiugal, Nataph ., Ha- mingnangin; Hazalzaloth &c. tutti quefti, ed.altri molti fi ad- ducono dal fuddetto Autore ‘con la fpiegazione d'alcuni pochi, e fono li feguenti. i | Timpano ebreo detto Toph , fù diverTo quefto nella forma dal ‘moderno , poichè R. Abramo Hannafe, dice. che era fimile aduna barchetta, coperto inuna fola parte di pelle , e fi percuoteva con una verga di ferro, ‘0 di legno, eche aveffe origine dall’Egitto l’afferma R. Schilte gilborim . —_—Il feguente detto Gnefte Berufim è confufo da alcuni Rabbinî conl’Itremento derto Crotalo, altri tfimarono effere la Gnacchera,
altri ilSiftro. Il folo R. Kannafe lo defcriffe fedelmente, dicendo
effere IRromento da fuono, ma fenza armonia, cioè fatto di due legni, uno delli quali era fimile ad unmortaro, l’altro come un
«‘piftello tondo in'ambedue le parti, € che nel mezzo fi teneva con
la mano, e fi percuoteva l’orificio ora in una parteorain un’altra.
Machul Inftrumento da alcuni timato fimile al Siftro, da altri Itromento armato dicorde, 0 pure un cerchio pieno di campanelli di ‘metallo.
Il detto Minghinim da molti ficonfonde ton il Salterio da altri con il Cimbalo. R. Hannafe ottimamente lo fpiegò con dire: Tubulo guedam lignea quadrata , in cujus capite manabrium<eft appre- benfioni aptum , fupratabulamverò binc inde funt globuli lignei; ant «erci catena ferce , aut etiam fuprasabulom extenfa cherde ex dio
DESZ infer-
CT) SO inftrti, © cumpercutitur tabula , globuli illi tum inter fe; tam com tabula fonumeduntelarifimumi (GG "3a af
. Magraphe Temid era un’altro Itromento , con cui erano chia- mati li Popoli al Tempio , fieccome li Sacerdoti ; e li Leviti, ma niu= no fpiegò di qual materia foffe compofto , nè quale forma avefle, ma folamente fi dice, che percoffo, rendeva fuono tale , onde fi puoteva udire nella Città di Jerico , che perciò il P. Kircherlo ftimò eqivalente alle noftre Campane, ti
Seguono poi gl'Iftromenti da fiato , de? quali alcuni pochi così s'accennano, . fi; | | | Uno conteneva molte canne ineguali nella lunghezza, e grof- fezza inferite in un legno, nel quale era un canale, per cui fi traman- dava il fiato , quando fi vnoleva finonare,. e conle dita fi apriva, e chiudeva l’adito a piacere , acciocchè le canne rendeffero il fuono nel modo, che ora vediamo pratticarfi nelli Flauti, e fimili. Era detto Mafrakitha, ed alcuni ftimarono effere accennato in Daniele , ove fi dice: ST audieris fonum fifule ; foprache fi deve avvertire; che le fiftole degl’Ebrei erano di trè forti, come afferma il fopradet- to P. Kircher a carte 54. del primo Tomo della fua mufurgia, ove dice: Z/lule Hebreis ufitate triplicis generis erants primo cornibus «Animalium in filulis adaptatis, ut babetur primo Paralip. cap. 25-fè- cundò utebantur quodam cenere Tibiarum, quas itidem ex Animalibus fici afumebant, ut Gruum, Ciconiarum Bc. Tertio Infirumentis 12 m0- dun cornuTauri, vel Capreoli vecurvis, que propò orificium erucile- fientia s continuo paulatin incremento ad alterum ufgue cxtremum dila.
tabantur s provfis fimilia noffris ,guos Cornetti sulco vocant..
.. Ma da qual fonte.traeffe quefto Autore tale narrativa, da lui non fi dice; onde lafciando ora di determinare qualnumero, e qua le diverlità d’Iftromenti da fiato fi ufaffero dagl’Ebrei, accennare- mo folamente ciò, che fcriffe Giufeppe Ebreo riferito dal medefimo*
| Autore a car. 55. cioè che Salomone, avendo infufà da Dio la ftien- za di perfettiffima mufica, oltre li molti vafi fatti fabbricare per fer- vizio del Tempio, fece comporre quarantamila Iftromenti mufica. li, li quali cipartitamente fi adoperavano nelte felte in elfo celebrate, (fecondo la diverfità delli cantici; onde fi rendeva perfettiffima ar- monìa. Li Rabini Calonimo, e Hannofè afferirono effere ftati li Cantici di dieci forti diverfe, a ciafcuna delle quali era deftinato un certo numero di perxfetiflimi Iltrumenti s il fuono delli quali era a quelli adattato. 2 Ave-
Aveva apprefatale Idea Salomone dal fuo Padre Rè David, ft quale mentre alfifteva all’Arcasfigura mifteriofa delTempio fabbri» cato ; poi dal figlio, affegnò gran quantità di Cantori, che v'affifte- vano come. fivlegge' nel:primo, delli Paralipomeni cap. 5. ]fi funt, quos contitait David fraper cautores Domus Domini , exquo collocata ef Arca, O tniniftrabant coram Tabernaculo Teffimonitcumentes , do- mec adificaret Salomon Domum Domini in Hierufalem . E poinel me- defimo capo, e netfeguente fi numeranotle clafli di talimufici, e la varietà degl’Itromenti, con.il fuono delli quali fi accompagnava- no le voci nel dare lodi'a Dio . Sq “a sborra
Furono quefti fagri, e armoniofi riti offervati dal pio Vefcovo Trevirenfe Amalario Fortunato nel libro 3. cap. 3.3 ove ferifle: Cantorum ordimene fifcopimas ex Davidica infitutione , quando reper= canda erat Arca Domini de Domo Obededor in Civitate David; poi- chè precepit Darid, st verba dierum narrari > conftituere Levitas de Fratribus fuis cantores in Organis Mnficorum, conftituerunt Levite Eman y Afaph, Ethan, ut concreparent'in Cymbalis cneis, © poft veligqua Afapb autem , ut in Cymbalis perfonaret . Bonanim verò» 6 Aziel Sacerdotes cancrent tubis jugiter coram Arcam Federis De- sini « Lu illo dic fecit David Principem adconfitendum Domino Afaph, (5° Fratres ejus , © iterum Eman quoque , © Fudithum canentes tuba, © guatientes Ciubala , © omnia Muficorum Organa ad canendune Deo & iterum Cantores fili Afaph fiabant in ordine fasijufta prace-
pium David 6 Afaph © Eman © Fudithbum Prophetorum Regis, Cantorum primus Emens extitit_ Hi vevd first qui afllichant cum fikits suis de filiis Caatb s Eman, Cantor filius Fabel filit Samuel, filit Eleana ; fili Maath , filit Adofai, fili Fohel , fili Azarie, filii Sopha- nie fili Thahat, filii Afir, fili Abibafaph , filii Thare > filit Soar, filii Coatb, filii Levi, fili Ifracl © fratrescjus , qui ffabant è dextris. ejus. | In quefta narrativa fi vedono diftribuiti in Cori li Mnfici elet- ti dal Rè David , del quale S. Agoftino lib. de Civit. Dei cap. 14. fcrille: Erat autem David în canticis eruditus., qui harmoniaw mufi- cam non vulgari voluptate y fèd fideli voluptate dilewerit. —
CA-
CAPO IL
«Si accenna La Varietà di altri | I/tr omenti Da la difficoltà di : |. poterli deftrivere.
RI li già accennati Itromenri ufati dagl’Antichi Ebrei, Ii quali non fi poffonercon certezza deferivere ; altri molti fe ne :_—» poflono riferire ufati da diverfe Nazioni, ‘alle’ quali tutte fù fempre grata lamufica, Quefti, è per la fucceffione :deltempo , ‘Ò per la varietà «delli medefimi s ‘Ò per la memoria perduta sfono fi difficili a riconofterfi ; che.in modo ‘alcuno non fi poffono con ‘certezza nè meno nominare, e molto meno ‘afferire ; fe ‘gl’antichi corrifpondono:a quelli nella noftra età adoperati; efempio, ne fia run breve Catalogo d’alcuni riferiti dall’erudito Bulengero a.car..3/65. del fuo Teatro, ‘alla fpiegazione delli quali certamente’ fi ricerca «un Edipo, che -poffa prima indovinare la forma e la qualità di :ciafcuno . | Ren & SUnt autem , dice egli , que disitis aut pettine feriuntur, Lyra y *Cythara, Barbitum, Chelys, Pfalterium ,Organa , Sambuca, Pi, €tides ; Forminges , Phenix, Spadix, Lirophenicium , Clapfi- ‘ambus., Periambus , Jambuca.,. Sitidapfus, Epigoneum , quod «habet chordas 40. ‘Simicum.35. Monachordum eft Arabum inven- ‘tum , Tricordum futharium , loris, & crudo Corio Bubulo apram erat, Caprarum Chele, feu ungule prò plettro erant. Piithyra fuit quadrangularis ., quidam: ufum faciunt cùm Aftaro , qui later- culus erat cubitalis canens per attra&tas pinnas, qua circumnerfes fonum efficiebant crotalo fimilem.Et Magadis Tracum,-Pelix eft Iftromentum., quod .pfallitur:, Citula Iftrumenti fpecies 5 gallis Chrotta,, fpecies tibie Anglice.
Sin quì.il Burlegero,con pari eloquenza», e dubbiofa Gignifi- cazione di voci da poterfi riconofcere li diverfi Itromenti indicati. «Senza dunque formare queltioni inutili, e proporre dubbiofe ricer- che efporremo quelli Htromenti, delli quali non fi può dubitare 4 è farà difpiacevole cofa ilriconofcere la forma di ciafcuno dna I nel.
prEN IZ SD i
EL nelle Immagini aggiunte con quelle notizie3 che di ciaftuno faranno fuggerite ,, eidalli marmi antichi, e dagl’Autori principali-, liqualà
fecero di effimenzione + I GRA RO Ri » Divifione desl Iffromenti fonorz.
Onè quì da effaminare la qualità del faono; effendo quefto LN inefplicabile, mentre con un folo ; ed ifteffo Itrumento fi può rendere ilfuonoin tono:diverfa ora grave , ora crudo, ora ftre= ‘pitofo ora foave , fecondo itfiato, olimpulfo, e percoffe , che fi danno al medefimo . Bafterà perciò ricordare la divifione di Caflio= doro nellibro fecondo de mufica , ove fcriffe renderfì il fuono in. trè modi: Organerun aliud percutitur >, alind intenditur, aliud infla- tur . Percutiuntur Acetabula anca > vel argentea 3 alli quali fi poffono aggiungere anche altre materie: Tenduater Ades, que plettro pere cufîe mulcent aurium fenfum » Inffantur Tuba, Calami, Organa Da que fpiritu animata în fonum vocis asimantur . SE È ’Queftetrè Claffi d'Iltromenti daranno la materia da defcriverfi, e procederemo coll’ordine retrogado , efponendo prima gl’Iftro- menti s che fi arimanò colfbato, nel fecondo luoga quelli, nelli quali le corde, o di metallo, o d'altra materia ftirate, e percoffe rendono. l’armonia; La terza Claffe conterrà tuttt quegl' Iftromenti, dalli quali per le percoffe fi cagiona qualche fuono, che quantumque non , fempre fia armonico , fi rende:però utile in varie occafioni: a chi li percuote . “2 aa LU divifione d’Ifromenti appartiene alla parte della mufica chiamata armonica organica , di cui parlando Amalario nel capo. 3- dellibro 4. de Divin. offici fcriffe : Triformis eft natura mufice artis aut enim per pulfum digitorum fitsut in Pfolterio, Cythara, È" ceteris vafîs, que pulfu digitorum tanguntur, aut per vocena, Ul ef} cantuss aut per flatum , ficut eft in 7! ubis. Hec enim memorantur in Pfalterio . Dicit Pfalmus 32. Confitemini Domino în Cythara , in Pfalterio decer chordarum pfallite illi; contate, © Canticum novum bene p/allite ci | 20
SM 16 è |
in vociferationese aggiunge Amalario: Quando enim P/almos cantori genus cxercemus mulica,guod fit per pulfîtm disitorune nam & Plalterit volumen nomen è P/alterio mufice artissguando legimus,genus illud exer= coemussguod per vocem fitzleCtiomem voces vocuvit Paulus ApololusIenoran= tes sinquit, Fefum, © voces Prophetarum, que per omne fabbotuns leguntur . Quando refponforia cantamus , quafî per tubam cxsaltamus vocem . (70. |
Da quefta triplicata radice. è incredibile » quanta diverfità d’'Itromenti muficali, e quanto vario fia itato fempre l’ufo di effi ‘appreflo le Nazioni tutte del Mondo; ftimolate molte dalla religio» ne, concui vollero accrefcere nelculro delle Dcità fognate la foa- vità, e varietà del canto; Altre dalla vaniaà e piacere delfenfo , è cui ftudiarono di fodisfare, o altti motivi » de’quali fe ne pottebbe regiftrare un.copiofo Catalogo. E acciocchè non fembri detto fen= zaragione, non farà fuor di propolito premettere alcuni ufi prati» cati deluono, e della Mufica ftata fempre grata a tutte le N azioni, benchè barbare, afine di eccitare var) afletti, ò di allegrezza nelle fefte Teatrali, o nelli Trionfi , o di furore nelle Battaglie , odime- ftizia nelli Funerali, e fimili, come apparirà in alcuni pochi, che giferiremo. ci
ye 7 ‘CAPO IV.
‘Dell'ufo degl Ifromenti Muficala” nelli Sagrificj, e Fefte degl’ Antichi .
I Uanto fi ufaffe dagl’Antichi la Mufica, edil fuono nelle Fefte, e Sagrifitii, non può negarlo fe non chi non ha notizia dell’ Itorie . Fù antico precetto Divino fatte alli Sacerdoti Ebret al celebrarle con tale folennità ; come fi legge nel decimo delli Nu- meri V. so. Si quando ( dille ) babebitis Epulum, © dies feftos, © calendas, canetis tubis fuper bolocaufum , © pacificis vittimis, ut fnt mobisinrecordationem Dei veftri: Mà ciò che per motivo di pietà fù înftituito, e voluto fantamente da Dio, col decorfo deltempo dege- nerò, e dopo gl’ Ebrei li Gentili, ed Idolatri pratticarono con il vizio, e profanità gl’atti della Religione, ritenendo molte pie ufan- ze, ma mefcolate col vizio , come avverti Ovidio. Fefta dies Veneremgue vocat cantufque morumque ; Uforono perciò non folamente il fuono delle Trombe da Dio prefcritte, ma diverfì altri Itromenti accennati da Prudenzio him, 2. Apoth.
© Eecait » © varios jabet obmutefcere cantas — Organa, Sambucas, Cytbaras Calamo/gue tubafgue Stalta fuperffitio tacuit Bc. E Ovidio parlando delle Fefte fatte in onore di Giunone 4 Faftor. pr i ARA Protinus imflexo Berecintbia tibia corne Flabit, © Idee fefia parentis crunt,
Abunt fomimares, © inania Tympana tundent AEraque tinnitusere vepulfa dabunt » te
La fteflo accadeva nelle Felte di Bacco . I e ! a si
2 13 è Tinipana cum fubito non apperentiarducis © Obffupuere fonu, © adunea tibia cornu Zinnulague ara fonant Dc. bd
Così anche Apulejo lib. 1. metam. defcrivendo il fagrifitio fatto in onore dellaDea Ifide;racconta laMufica,e li fuoni,con li qua- li fù celebrato : Symphonie debine fuaves FiSfule Tibicque modulis dulcifime perfonabant. Ibant, 6 dicati magno Serapi tibicines, qui per obliguum calamam ad aurem porrettum dexterafamiliarem Templi Deique, nodulum frequentabant . Defcrivendo poi li Cantori fog- giunfe «Hi capillum detonfi funditusverticem prenitentes, © argeniciss imò verò aurcis etiam feflris arsutum tinnitum conftrepentes.
Conferma tale antico coltume Ifidorolib. 4.orig.c. 20. dicendo: Tibias excogitatas in Phrigia ferunt, has quidem diù in funeribus adbi- bitas, mox 0 fucris Gentiliumz e Macrobio lib. 2. in fomn;fei p. cap.2» Sonos Muficos in facrificiis adbibuerunt, qui apud alios Iyra , vel Cytha= va, apud monnullos Tibiis altifgue muficis ont fieri folebant . Confermò queft' ufo Aleffandro ab Aleffandro lib. 4: cap. 17..ove fcrifle : In Prifcorum Sucrificiis femper inter vefiendum Diis camere fo- lebant, quibus Sacrum ficbat, 5 Strabone lib: 10. Cybelis Sacerdotes càm tinnitu Cymbalorum, © fonitu Tympanoram facra facere folebant ; Offervando talrito M.Antonio Imperadore, fi raconta, che mentre fagrificava adoperafle: ZZulieres pheniffas , que im orbem curfitarent ; Cymbalague ; © Organa Mufica circum Aras pulfarent »
Trà li molti Marmi antichi , nelli quali fi rapprefentano li Sagrific) celebrati coll’ affiftenza delli fonatori, fingolare è quello rammentato dal Bartolini de Tibiis Veterum pag.110. efpofto dal Cafali par. 3. cap. 7. de Splendore Urbis Rome, ma più d’ogn’altro apparifte nella Colonna Trajana efpofta dal Ciacconio Tab. o. Ove fi vede efpreffo un Sagrificio ; a cui affite un fuonatore di doppia tibbia , ficcome' un'altro , che fuona la Tromba, ed altri s chefuona- no le Trombe ritorte, dicendo il Ciacconio al num. 75. della fua fpiegazione 7i2icinas interim, dum peragitur Sacrificium tibiis de mo= 76 OCCINUNE + |
Era fi coftante l’affiftenza delli Suonatori nel tempo delli Sa- grifitii, che vi era deputato un Collegio di ef per tali funzioni, come apparifce in una famofa Infcrizione riferita da! Grutero pag. 269, ove fi legge, i tata
< Tibi-
sp.
o (RT Ò Li DS
4 19 d© Tibicines Romani + Qui Sacris » Publ. praftò funt - E un’alttra pag. 175. Collegio Tibicinum , © Fidicinum Romanorum . Qui S. P. P. S Tit. Fulius Syranas Munis perpetuus , © Vbius Tirunnus F. H.;G. DD: Nelle quali Inferizioni fono fpecialmente da confiderarfi le Jettere
S.P. P. S., che vengono fpiegate da una di effe , cioè Sacris
Publicis Prefto funt ; mentre quando fi dovevano celebrare li Sa- grifitii erano come principali Miniftri di efsi intimatiad afsiftere, € fubito vi andavano con li loro Iftromenti, per accompagnarli con gratifsime Sinfonìe ; che perciò erano chiamati Templorum Tibici- mes, come fi legge appreffo Firmico cap. 7.del lib. 4. overo Tibicines «Sacrorum s come fi legge appreffo Gellio lib. 1-cap. 12.
Erano perciò molto ftimati tali Miniftri; Onde finito il Sa- grificio erano fatti partecipi dopo li Sacerdoti delle Carni fagrifica- te. E’ degno di effer quì rammentato un lepido fatto raccontato da Livio nel libro 9. cioè , che effendo ftati privati una volta dalli
Romani di tali cibi li Suonatori, efsi fdegnati ufcirono da Roma, e fi ritirarono nella Città di Tivoli, e perche fenza di effi non fi
potevano celebrare li Sagrifiti , determinò il Senato di mandare legati alli Tiburtini, acciochè li rendeffero , ne potendoli indurre nl ritorno, mentre fi dichiaravano gravemente offefi , ufarono uno {trattagemma con celebrare un folenne Sagrificio > dopo il quale fomminiftrarono loro abbondanza di cibi; e bevanda ; Onde ag- gravati dal troppo mangiare, ebevere tutti furono foprafatti dal
- fonno talmente profondo ; che poterono effere collocati in alcuni
Carri, e condottiad una pubblica Piazza di Roma, ove fvegliati,
furono pregati a rimanere , ed a ciò indotti fù loro conceduto »
che ogn’ anno poteflero per trè giorni comparire coronati in fegno
d’allegrezza, |
Se fi ricerca qual foffe il motivo d’ accompagnare con la Mu-
fica 3 € con il fuono li Sagrifitii , afferma Cenforino effere ftata a a. una
42 20 è@
una delle cagioni , acciochè li Dei udifferola melodia, e ne traef- fero diletto, ma Plutarco de ‘fuperftizione , riferito dal Caufino lib. 2.Symb: ZEgipt. Hierogl. 74. afferà , che il principio di tale ufan- za fù quando in Cartagine ufarono le Madri di fagrificare li fi- gliuoli a Saturno, al quale barbaro coftume tutte erano tenute, che perciò chi non aveva Figliuoli era obbligata a comprare qual- che Bambino per facrificarlo , e acciochè non fi udiffero li fo- fpiri, e li lamenti fi delle Madri, come delli figliuoli fagrificati, vollero, che prevaleffe lo ftrepito delli Mufici , e degl’Iftromenti: muficali . Coftume barbaro, dopo il quale perfeverò il fuono, ò per diletto delli fenfi , è per motivo di Religione , benche falfa , € fuperftiziofa, poiche fi offerivano Sagrifiz] alli Dei colfi fuoni, mentre fi perfuadevano , che effendo irati fi farebbero con quella melodìa placati, onde derifi da Arnobio lib. 7. dicen- dos Etiam ne Dii eris Tinnitibus , © quafSationibus Cymbalorum afficiuntur è Etiamne Symphoniis quid efficiuni crepitus fcabilorum, ut cum eos audicrint Numina, honorificà fecum aftiment aftum, © ferventes. animos iterum oblivione deponant; An numquid ut parzuli pufiones ab ineptis vagitibus crepitaculis exterrentur? Auditis cadere vatione Omnipotentia Numina Tibiarum firidore mulcentur +
logo” Vee Trionfi celebrati col fuono.
P ©On pompa non minore folevano celebrarfi le fefte inflituità
in onore degl’ Uomini, quando quefti dovevano ricevere fe corone reali 3 e comparire in pubblico trionfanti ; Coftume - pratticato fino dall’ anno 3020. dopo la Creazione del Mondo, an cui Salomone fù creato Rè d’Ifraele, fecondo it computo di Saliano:; fe £i legge il Capo primo del libro Terzo delli Rè, fi troverà, che nella Coronazione di effo li Popoli prefenti cecize= vunt buccina, © dixit omnis Populus vivat Rex , e poco dopo fi dice , © cecinit univerfa multitudo pof} eum ; Populus canentium Ti- biiss © letentium gaudio magno, © intonuit Terra è clamore eo- yum . Nel cap. undecimo del libro 4. fi racconta 1’ Elezzio= ne del nuovoRè fatta da Jojada Sacerdote; fi dice, che -
: . Vidi
2 21 0®
vidit Regem flaniem fuper Tribunal juxta morem > O Cantores, © Tubas propè cun, ommemgue Populum Terre letontem, © canen- tem tubis. tà
E fe benein tuttele relazioni di tali fefte fi fa menzione di «re foli Ktromenti, cioè Tubarum , Tibiarum, O Bucine , notò Y erudito Padre Fortunato Scacchi nel cap. 55- del Mirotecio ter- zo, doverfi anche ftimare non effere ftati efclufi molt’ altri I{tro- .menti, come poi pratticarono li Gentili, ritenendo coftumi apprefi dagl’ Ebrei, e dalla Legge antica ; Ciò fi ha da Apulejo, il quale raccontando le fefte fatte in onore d’ Ifide lib. 1. metam. ; lafciò | feritto Simpbonie debine fuaves Tibicque modulis dulcifsimis per- fonabant . Ibant , © dicati magno Serdpi Tibicines s qui per obliguurt calamum ad. aurem porrettum modulum frequentabant . Più chiara- mente nellib. 3. Florid. diffe . Vox bominis, ©. Tuba variatior® Tibia rudiore tenuior > © Lyra concentu jucundior, © buccina figni- ficata longinquior . | Ne fi contentavano , che foffero varii gl' IRromenti ; colli quali fi applaudiva al Trionfante , ma replicavano Ti Cori dicfft; ‘onde ficcedendo la pompa del Trionfo , fuccedeffero anche di- verfi Sonetori. Il Bulengero nel cap. 28. del lib. fopra li Trionfi afferma, che nel quinto luogo feguivano li Trombetti ; Il Pan- vino feriffe, che in trè Tuoghi erano tali Suonatori , cioè in fronte, poiche precedevano atutti gl’aleri , perciò detti Precentores, fe-
‘condariamente po? aurea vafa, ch'era il quinto luogo , € poi vi- cino al Trionfante, na Il Dulcustita xifiutò talo racconto , dicen- do, che vicino al'Trionfante erano non le Trombe, ma li Cita» riti, ò Citaredi. Quefta opinione di replicati , e diverfi Cantori, ficcome Ia diftribuizione di efsi nella pompa delTrionfo, fù ele- gantemente efprefsa da Lipfio , ed in bella fcoltura fi può ve- dere aggiunta al fuo trattato nella nuova edizione del Tomo no* no delle Antichità Romane ; pubblicate dal Crevio. |
Bafterà quì l’avere accennato il diletto > che dagl’Antichi fi traeva celebrando li trionfi coll’accompagnamento della Mufica; € del fuono principalmente di varii Htromenti , dalli quali fi formava- no finfonìe all’orecchio gratiffime , ed acciochè fi rendeffe la pompa più vaga , e grataalli fpettatori, folevano gli Sonatori eflere fuccinti, ‘e coronati, come fi vedono appreffo il Panuino, ed altri.
Tale diletto a baftanze refterà fpicgato in ciò, che racconta
Na Lucio
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Lucio Floro, lib. 2. cap. 2. dellafua Iltoria di Duillio , il quale ri- portata la vittoria appreflo Lipari : V4er/a, © fugata hoFium elafe primum illum maritimum egittriuimphum; e perchè ne concepì un piacere indicibile, dice il medefimo Iltorico: Mom contentus unius dici Triumphi , per vitamomnem , ubi ù cenarediret pralucere funalia, pracinerefibi tibiam juffit > quali quotidietriumpharet .
La fteffa vanità di Duillio , racconta S. Aurelio vittore de viris illuftribus , e Silvio Italico, nellibro fefto , ove fcriffe : Cai zobtur= sus homos fuperbia clara, facergque poft epulas Tibicen adeft .
Gis P* O VI
Della Mufica nelli pubblici Giuochi , e Feste.
C He fi ufaffe la Mufica particolarmente con il fuono di varj i4 Iltromenti nelle pubbliche Fefte ».lo riferì Cicerone nel libro primo de Legibus, oveafferma effere prefcritta tale ufanza da legge particolare a tutti commune: um Zudi publici è cdm fint ( dice egli) Cavea circufque divifi corporum concertationes , curfu, © pugillatione, Iuctatione > curriculifque equorum , ufgue ad certam vieloriam circo conStitutis cauca, cantu voce s acfidibus, (9 Tibiis dummodo moderata fint, uti lege preferibitur: elle quali parole fiaccenna effere prefcritti li Suoni, eilcanto in modo ; che foffero non confufi, ma regolati colle leggi della Mufica, onde riufciffe il concerto di effi grato al Popolo fpettatore, e utile a chiunque fi efercitava nelli giuochi. che perciò prima di darf principio alli medefimi, fi udiva un’ ottima finfonìa intuonata dal fuono di una, overo molte Trombe , al fuono delle quali ficce- devano le voci degl’altri Iftromenti Muficali di&ribuiti in Claffi, e accrefcevano la melodìa , con cui fi pafceva l'udito , mentre l’occhio godeva delcorfo; e delli varii combattimenti di quelli, che nelTea- tro ftimolati dal fuono fì efercitavano. i Tale ufanza di darfi il fegno per li giuochi con il fuono fù ri- ferito dal Bulengero nel capo 17. de Theatro con recitare li veri di virgilio pref dal quinto delle Eneidi, | da, i | nde
aa 23 e Inde ubi clara dedit fonitum tuba finibus omnes » Houdmora,profilvere fuis ferit cibera clamor Nauticus Oc
Così parimente Ovidio diffe < Signa Tuba dederant cun carcere prompius utergue Emicat Dc,
Coltume ritenuto fino alla noftra età; come fi vede nelli giorni Feftivi,nelli quali fi efercitano con il corfo li Cavallise altri Animali. Nè folamente per tal fegno fi ufavono le Trombe, ma in tutto jl tempo delli giuochi, durava il fuono fi di effe, come di altri Iftro- menti; e ilcanto delli Mufici. Succedè tal coftume di darfi il fegno per li giuochi con la voce delle Trombe ; al coftume prima prattica- to di darlo con gettarfi una falvietta, è fimile tela da un luogo emi- nente del Teatro, come fi riferifce da Paufania, lib. 2. Eliac. citato dal Bulengero cap. 26. de Circo, ufanza dice Caffiodoro nel libr. 3. varior. proceduta da Nerone, il quale mentre definava nella parte fuperiore del Teatro, volendo dare il fegno per li giuochi , gettò da una Feneftra una falvietta: 72704 ( dice ) Sizzum dat Circumftantibus Nero prandens, fagitante Populo mappam abiici juffit > per fencfraii . © Datofi il principio dopo il fegno del fuono agli giuochi fi profeguiva ilfuono, dal quale fi eccitavono li fpiriti, ò delli Ca- valli, che correvano ) ù dogl'Uoniinui, clu iu udiverfe maniere com- battevano , come riferì Seneca nella lettera 88. Nor vides quam mal- sovun vocibus chorus confiat ? Accedunt tiri , femine interponuntur, Tibiefingulorune ilic latent , vox omniune apparent . Onde come notò l’erudito Gafparo Bartolini capo 10.del libro 2. de Tibiis Veterum, era deputato nel Teatro unluogo detto : Orcheltra, nelquale era il Coro delli Sonatori, e Cantori, dal luogo furono nominati Thize- lici ,e'parlando di effi Salviano 6: de gubernazione Dei fcriffe: Qus locus majores Chriffianoruw copias habet, cauca ne tudi publici, an Atrium Dei? Et Tewmplum omne magis feStentur an Theairum. Ditta — Evangelicorum magis diligant , an Thymelicorum . | Lo fteffo coftume fi pratticava nel Teatro delle Commedie, come difufamente dimoftrò il medefimo erudito ferittore nel capo citato , ove dimoftra la differenza delli Suoni ufati fecondo la er Se it
fità delleazzioni, e delli giuochi s che dalle Sinfonie fi accompa- gnavono che perciò ( dice.egli ) 22% modi Tibiarum, © fabule inge- miumtemperabantur , ufgue adeo ut auditis Tibiis Popolus fciret, que fabula danda cNet. La fteffa ufanza fi pratticò nelli balli, la fteffa nelli gefti degl’ Iftrioni, onde li fpettatori fi ricreavano nonmeno nel vedere ; che nel udire. i
MA POOVII Delli fuoni ufati nella Navigazione .
Qnè Nave, nè legno in Mare, in cui non fiufi qualche Itro= mento da fuono , a fine di allegerire comefllo il tedio della navigazione; e delle dimore penofè, che fi fanno perle calme; e er la mancanza delli venti : Pediano appreffo Cicerone citato dallo Scheffero de re nautica pag.180. Sciendure c/t ( dille ) cdm remigibus per Symphoniam, cythara, © per afam vocere ideft non prolatam per cytharan ; tale finphonia fù detta da Cicerone: Cazzilena nautica 3 e tale coltume fù avvertito da Iidoro orig. lib. 7. cap. 16., ove fcrifle : Siguidem remiges cantus hortatur , ad tollerandos quogue labo- res, AMufica animum mulcet , © fnzulorum operum Vision modulatiovocis folatur. ‘Lo fteffo affermò Cenforino cap. 19. Wo facilius fuperent ta Goremy velina Navis motu vettore Simphonin adbibetur .
0 Per tale motivo fino dallitempi antichi fù introdotto il canto nelle Navi: Onde appreffo Atenco nel lib. 1 2. fi dice, che tornan- do Alcibiade dall’ efilio era nella Nave fogetto: Qui carmen nau- sicura canebat 5 e nel medefimo tempo li Naviganti profeguivano la battuta, percuotendo le acque conli remi, d'onde procedeva naa certa Armonìa di cui molto fi dilettavano li Naviganti. si
Ne fece teltimonianza Maffimo Tirio nella difertazione. 23.; ovediffe: Quidin mufica bona e/t barmonia unum aliguid ef? bar- monia multiple» vocumdiftordia în Trivemi unum aliguod eft vox tibie multiplex inobedientia ; e nella difertazione 31./# Nuvi ila regia
gibia, fremitufque hominum, © ftridebat arundo; e parlando Cice- . rome di Antonio nella orazione. contro Verre .. A ac profeStus Ans zoniys quidim Simphoniasos fervos adducebat per snjurian, quite: Si in
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ne. Qu
_____ y_——_ _ vrpeaà(|]@4—.rr—_— w er: e
| È 52 25 2 bio È «Cafe uti velle dicebats Silegga lo Schefero de ke Navali ove offer-
vò varii modi, ed ufi del canto appreflo gl'Antichi nella Navigazio- i) bafterd averli accennati pet trasferirci dall’agitazione del Mare alle Salesovecon quiete folevano celebrarfi li conviti «
salino «ppepi 0° VEIL Del Canto ufato nelli Convitt :
El luffo , con cui .gl’Antichi Romani imbandivano le cene + feriffe Macrobio lib. 3. Satur. cap. 16. una principale vani- ci ufavano'nel portare li-cibi, cioè di fargli accompagnate da Suo- natori di variî ftromenti: Adbibebant, (dice ) © aliam vanitatem, qua pretiofiores Dapes menjfis inferebantur.folemni quadans pompa vibicini- Dies itebantur . Ico cnim cemanie Severo Imperatore obfervatum fuit +. Non folamente nel-portarfi le vivande , aggiunfe Ammiano {ib. 30! Cdm appenerent ar exquifite cupedie #des ample nervorum arti- culato frabiligue fonitu vefultarent 3 fed © obfonit. ftindendi magifter (quem | Petronius Scifforem + 5-Carpum 0000 ) Fuvenalis Carptorent > Apulejus Diribitoven, manum dextram per edulia circumferebat > at- que ad Simphoniamidifcerpebot . Ma mentre a fuono regolato di bat- tute muficali divideva il Trinciante {e vivande; guftavano dieffe li Convitati, e fi profeguivail canto ; € le Sinfonle ora più , ora meno numerofe divocizc di firomentia- E INSOE Afferma Plutarco Symph-7. cap. 3. che talvolta fi ufava la fola Cetera, e ciò fin dal tempo di Qmero: Cythara jam olim etate Homeri edbibito in Conviviis, 6 Amicitiam confuctudinemgue adeo antiguam non licet diflolvere fed Cytharedis folis utendum eft , ut lu- élum, © funebrew complorationem è cantilenis fiummoveant » camentes Gere nominata, Gueque bominibus epulantibus arcomodata funt .
‘A tale coftume pratricato nella Grecia fiuccedè una fimile ufan- za appreffo li Romari, come affermò Livio lib. 9. 724 Pfaltrie. Sambucifrieque® convivalia Ludionum obleEtamenta addita fant.Era- no perciò tal volta neceffitati anche li Convitati a cantare ; onde vi andavano preparati » nè sì facilmente potevano eGmerfì dall’accetta- re gl’inviti: tale coftume fi riferifce da Cicerone nella Queftione TU feulana 4. Afos epularun hit fuit , ut deinceps qui accamberci caneret adTibiam clarorum virorum laudes« Re Ufan-
| 2 26 2 Ufanza però più frequentata era,che cantaffero,e fitonaffero per- fone aciò deputate , e perite intal’arte, e perl’ordinario.ilcantofi formava da fanciulli. e fanciulle, effendo le vocidi.efli più grate all’ orecchio. Si hà ciò da Orazio lib.4Od.13.//le virentiss® dotke pfak- lere Chie ; e Gellio lib. 19. cap. 9. più chiaramente : Scizi/fi utriu» que féxus canentesz 4° p/alentes . Si conferma ciò nell’ Iftrizione fepolcrale antica riferita dal Panciroli. dAuxefi Cytbarede Conjugi optima C. Cornelius Nerifus fecit i Et fibi. 7 In Petronio filegge: Pueri ad pedes x Pucillator cantant în spfo quo fungebantur munere paronychia. tollendi © vinum: mini- rendi .. Il motivo per cui eleggevano fanciulli perdlcanto ,, non {- lamente era per le woci ordinariamente più grate all’orecchie, mà perchè, come dice Valerio Maffimo lib. 2. addotto dal Bartolini lib. 2. de Tibiis pag. 149. nell’udire le lodi degl’Antenati: Ade imitonda Fuventutem alacriorem redderent; ed acciocchè meglio l’ap- prendeflero fi cantava tal volta colla fola voce fenza l’accompa- gnamento d’Iftromenti. i Tanto affermò Varrone lib.12. de vita P.R.appréffo Nonio. 77 Conviviss Pueri modeftè utcantillarent carmina antiqua, in quibus oudes crant majorum , aut affa voce | autcòm tibicinez nella quale pa- rola a/Sa voce, fi addita la fola voce a e fiefcludono!sl’Itromenti da fuone.:. è. i Bene è vero, che perlo più , maffime nelli Conviti folenni fi ufavano; ed erano di varie forti; Onde fi formavano finfonìe; tanto affermò il Demftero nelle note fopra Rofino lib. 5. cap: 29. ove ferifle., che mentre fi mangiava : Orgaza, Tibigyvariague alia in- fonabani Infirumenta,precipua tamen memorantur bydraulica ; € poco dopo nel.capo medefimo dice, neltempo delle cene: Orgazarii Cho- vauless? sbicines,Lyrile,Tympaniftrie,bydraule,Chordacifire în pulpi» ris camere folebane; e perchè riufciffe non meno grata la Mufica all’ «udito,che piacevole apparenza delli Suonatori,folevano quefti.effere coronati 3ò di alloro, è di altre Ghirlande, come riferifce il Pafcha- li de Coronis lib, 2, cap. 2.edil Bulengero de Conviviis pag. 3.18. ‘afferma, che erano di mortella : Cirekrffrebant in Convivijs Cytha- rami 9 mirteam coronam. | Di
ds 27_ 0 ia (Di tutto ciò teftimonio fedele fono li marmi antichi, nelli quali fi vedonoli Suonatori d’Iftromenti diverfi,e coronati. Fale è quello efpofto dal Ferrari de Re veftiaria part. I. pag. 92» da Gio: Battifta Cafali de antiquo Urbisfplendore cap.18. pag. 3 20-3 € dallo Scacchi Myroth.primo cap. 33., e l’altro del Ferrari part. 1 pas- 1 83. ficco- me. anche coronati apparivano li Suonatori nelli Trionfi, come fù detto, € fi offerva in quello defcritto da Lipfio neltomo nono delle Antichità Romane.
Tale ufanza fi pratticava anche nelle cene Caftrenfi, come affer- ma il Bulengero nel cap- 37. del libro 3. de Theatra : Moris fuit ut sempore cene ad T'abernaculum Imperatoris omnes Tibicines, © Corniti- nestuba canerent, © buccina ; coftume ritenuto anche fino alla noftra età, mentre cin Mare, e in Terra fi fogliono fuonare le T rombe ; ed altri Itromenti nel tempo in cui,ò pranzano;ò cenano li Supremis e Signori di qualità . | à
Era crefciuto atal fegno quefto coftume , che trionfava nelli Conviti l’inverecondia, mentre, come riferifce il Demftero nelle note fopra Rofino pag. 524. coll’autorità di Macrobio nel fecondo de’Saturnali : Now modo pueri procatiores bifte adbibiti officiis ; cioè nelcanto,e nel fervire li Convitati : Se4 0 puelle, nec defuit squi pfal- triamintromitti peteret , ut puella cx indufiria fspra naturam mollior canorà dulcedine») © falutationis lubrico exerceret iMecebris phi lofo-
phantesz Non fi contentavano di pafcere il gufto conli cibi, e l’udi- to conla Mufica, mafodisfacevano agl’occhi con oggetti invere- condi, ed incitativi all’incontinenza 3 Fù defcritto quefto deteltabi- le abufo diffufamente da Filone Ebreo nellibro de vita contempla- tiva, tradotto in latino da Pietro Ciacconio come fegue, fi beveva in Calici. d’oto: AZini/trantibus formofis mancipiis, nontam ad prefens
miniflerium quafitis, quam ad exbilarandos afpettu Convivarum oculo: + Fx iis minores pueri pincernas agunt, grandiores aquamafferunt , loti 3
© vitidi , fucatique, acconcinnati , alunt enim Capillitiam velomninò intonfi, vel è fronte tantàm prafeStis in Orbem crinibus tenai(fimas can-
dida/queprecintti tunicas anteriori parte ad genua demiffas >, pofferiore adpoplites, utringue mollibus teniis adftritti commi/Suras tunica pro-
pendentibus ad latere finibus, fic ovnati adffant nutus obfervando quid quifque poffalet, adfunt © alii adoleftentes prima lanugine molles ve-
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D 2 s Affgeroe +
x 23 0
mentorumque fpecies elaborata è Pittoribus, © Cupedioriis, gaorum, cdm nontantàm guftus fatisfacere, verdm etiam oculos exbilarare UA ditiss Dc» | a tft | TL collols
Crefeiuto a tal fegno il luffo ; e la crapula;il Rè Teodorico fag- giamente sbandì la Muficadalle Cene,lodato perciò da Sidonio nella lettera feconda del primo libro : £d guòd ( dice ) ympanifftrias Ly- riffas, precipuegue P'faltrias procul è Convivio fuo abdicavit Ec.e cid. fi richiedeva dalla ragione, mentre con abufo deteftabile erano ado- perati per pafcolo dell’incontinenza quegl’Htromenti dalla Divina Sapienza; èfuggeriti , è commandati all Uomo, acciochè avete in terra qualche melodìa per argomento, € faggio di quella Mufica, con cui li Cori Angelici in Cielo benedicono; elodano il Creatore dell’Uniyvetfo .
CAP a
Del Suono, e Mufica ufata I nelli Funerali.
"On è fcenà in Terra in cui trionfi sllegrezza , e la cra» pula, che finalmente non fi trafimuti in Teatro di meftizia 4 e di pianto. Tale apparato cagiona Ja. morte a tutti icommune; mà fe per quefta fogliono fpargerfi lagrime daldolore per la per» dita delle perfone più care ; furono: foliti molti d’accompagnaré | & loro fofpiri con le voci delfuonoz e del canto. tx ;3 Fù tale coftume non folamente degl’ Ebrei, mà delli Greciz e delli Romani, alli quali, fecondo la più comune opinione, fi tramandò dagl’EDrei , e fi arguifce dalla parola Nezias che fignifica canto del Funerale ; la quale però alcuni ftimano derivata dal Greco, così Polluce, così Pietro Fabro nel capo 2. del libro 3. Tal pa- sola fi dice dalli Santi Girolamo, e Cirillo : Carmer lugubre fons dati nelle parole di Ezechiele cap.17. in lamentatione excifa Tyri > OG o/ument fuper te carmen lugubre; e nelcapo 32. Fili bominis cane carmen lugubre fuper multitudinem Aoypti : Se fi cerca di qualfor- te foffero tali verfi, tifponde il Sopranis nella Digreffione feconda, pag. 448. che erano verfi fciolti fecondo-l’arbitrio di chi li pro- nunciava + | "9 Si
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: 2 29 e# O I Si recitàvano quefti prefente il Cadavero, e con ilcanto , come
fiaccenna nel cap.32-di Ezechiele con le parole F%4 Qominis cane de ‘appreffo Michea cap. 7- /2 70/4 die fumatur fuper cos parabola, © can- tabitur canticum cum fuavitate dicentium Go.
Era quefto canto nonallegro ma flebile c mefto ; e fi accom- ‘pagnava dal fuono ; di qual fortefoffe ; e quali ftromenti fi adope- raffero in tale funzione, non è fi facile a determinarfi, poichè varie fono le relazioni delli Scrittori. Pondertò il Sopranis le parole del capo primo del libro 2. delli Rè, ovefidice: Plonzit autem David planttum bujufmodi fuper Sat, © precepit , ut docerent filios Fude Arcum : e limò, chein tali parole fi debba intendere un'Iftromen- o mufico, con cui dovevafi accordare il canto , mà poi foggiunfè , che perlo più s'adoperava il flauto,detto 772/42 dalli Latini . Fondò la fua opinione nella relazione di S. Matteo cap. 9. dove fcrifle : Cum veniffet Fefus in Domum Principis (9 vidiffet Tibicines dixit, recedite non eni cf mortua Puella; E Fefto feriffe, MNenia cft Carmen quod , in funere laudandi grazia cantatur ad Tibiam ; anche Cicerone affermò lo fteffo nel 2. de legibus, dicendo: Honoratorum vIroruH Jaudes în concione numerentur > cafqueetiam cantus ad sibiciner profe- queturs cui Nomen Nenia; nelle quali parole dice Cicerone : Can- tas lugubrii nominati © p
Il Guthero però ponderandonel Capo 23. lib. 1. de Jure Ma- ‘niùm un detto di Varrone nel libro 4. de Vita Pop. Rom. , in cui dice che la Prefica; cioè la Donna, che foleva cantarelle Nenie., mentre cantava ;. Nezzaze: contare folitom ad 7 ibias, © fides, af ferma effere folo tale Autore, che afferifca la Cetera nelli Fune- rali, mentre da niun'altro, € dal folo Varrone fi racconta; On- de (tima; è che erralle } ò che la parola Fides appartenga adal- tro fenfo di parole mancanti: folus ‘hic Varro (dice Gurdero) contra Aattoruni omnium Fidem s qui Tibias his Cantibus foldm admove- rent 3: quare vox illa Fides ad alteram ‘orationis partere trabenda eJt, qua peritt.i. ‘Re TP bagi Ù
Si può confermare l’opinione del Guthero con Autorità di Giovanni Nicolai ; il. quale feriffe un erudito trattato fopra il pianto folito farfi dalli Greci nelli loro funerali, e nel capo 9. pag mihi 118. dice Notandum autem quòd tempore luCtus ad Iyramca- sere mon licueritz quia Inftrumentum erat Apollini confecratuni, O dicetum. Pean cnim aliaque carmina exbilarantia ad lyram ilo bla
“2 30 dé uti Francifcus Rous Archeolog. Attic. lib. 5. cap. 25. —_°——Mà ciò non effer vero univerfalmente, fcriffe il Kirchmanno cap. 1.de funeribus Rom. con apportare varie autorità in con- trario, poichè Seneca parlando: del Funerale di Claudio dice, che erat omnium formofifiimum Claudii fumus, ut foîres Deum efferri . Zibicinum , Cornicinum , omnifgue generis Sonatoruni tanta turbn tamtus concentus » ut Claudius audire poffet.
Lo fteffo Autore afferma; che celebrandofi con pompa mol- to difpendiofa li Funerali , fecero legge li Decemuiri, in cui, co- me riferifce Cicerone nel fecondo de Legibus, fi preferiveva il numero di foli dieci Suonatori.
A tuttaciò allufe Ovidio nel libro 6. delli Fafti .
Zemporibus Veterum Tibicinis ufas Avoruma. Magnus, © in magno Semper honore fuit . Cantabar fanis, cantabat Tibia ludis Contabat maftis Tibia funeribus.. È poi. Adde quod Adilis pompa , qui funeris srent «Artifices folos juflcrit effe decem .
E con raggione fù fatta quefta riforma; mentre li Funerali, non erano meno difpendiofi delle Nozze, e delle Fefte Teatrali. Ne fcriffe fopra diciò un’intiero trattato il Kirchmanni. A noi ba- fterà riflettere a ciò , che firiferifce nel Jibro 2. delli Rè nel ca- po 3. cioè , che il Funerale di Abner: fù con tal pompa celebrato, che lo fteffo Rè David l’accompagnò + Così Marco Imperadore,
{ come.racconta Capitolino: } accompagnò Lucio Vero defonto
fino a Capua , con cui certamente fù il feguito della Corte Im-
periale, e la pompa a quella condecente . Nè folamente fi co-
ftume delli Gentili, mè anche delli Criftiàni, onde riferifce San Girolamo defcrivendo il Funerale della B. Paola ; che molti Ve- fcovi accompagnarono il di lei Cadavero , e v' intervennero le Prefiche lamentatrici con li Sonatori. rfritroy duri
Mà fe appreffo gl’Ebrei,Greci,eRomani Gentili fit il canto meftò, e flebile appreffo li Criftiani fù lieto come frriffe S.Girolamo orat. A in Julian.de S.Paula.Ewiz n07 ululatus,nò plunttussut inter feculi bo- mines fieri foletfed Populorum linguîs diverfis cxamina concrepabant , € poco dopo.dicesche {i repeteva l’47/e/uia.In Epitaphio Fabiolz /a»
(1 fuel
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CISLIANO ERI NT I
| ove fi legge wos dazem in capitonis Atei
sè 31 (e dai;
gnabant Pfalmi,&-aurota Templorum setta rebodutia în fublimiore qua-
ticbat Alleluja.Cefsò poi il fuono delle Tibie, ò Flauti nelli Fu-
nerali delli Criftiani, e fuccedè il fuono delle Campane, mà di ciò non è queftoluogo da trattarne . i
Rimane però l’efame non meno curiolo , che intrigato fo-
pra la qualità degl’ Ifromenti ufati nelli Funerali degl’ Antichi;
poiche è gran controverfia trà li Scrittori circa efsi: Alcuni af-
fermano che fi adoperavano li Flauti, altri le T rombe ; fonda-
no li primi la lor opinione fopra le parole di S. Matteo al nono,
ove fi dice, che il Salvatore cune vidiffet Tibicines, avertendo il .
Sopranis a carte 495- effere differenza trà 7Y2icines, © Tubicinesy
ciche ili primi fono Suonatori di Flauti li fecondi di Trombe , alla quale riflefsione foggiunge, che nelli Funerali delli Giovani.
fi adoperavano li ‘Flauti, come. fcriffe Lattanzio Interprete di
Statio lib. (6. Fubet religio ut majoribus moriuis tuba > minori=.
bustibia vaneretar 5 Onde Stazio + T'ibia cui teneros fuctun deducere manes. Che perciò fi parla delli Tibicini nella morte della Figliuola dell’ Arcifinagogo morta incetà tenera. ae | Tale differenzafi anche auvertità da Aulo Gellio nellibro 20. ; conjettancis îmvenimus fi- ticines appellatos > qui ‘apud Sitos canere foliti erant > hoc «ft vita FunStos 6 Sepultos, cofque babuiTe proprium genusTube, gua cane- rent, ac'cetcrotum Tibicinum proprietate differens, quos Siciniftas
vulcus dicit == Fis fune mmonamencarii, quafcornicires- Pollucelib.4.
ait Tbrenis accomodatas Tibias babentes Hi fiticines duplices crant $
vel T'ubicines, nam © Tubarum,, © Tibiarum frequens fuit in fu- meribus ufus . T'ubicines adbibebantar in Sepultura Nobilium ; Ali dicunt in Fuvenum funeribus tantàm ufurpatas ePe Tubas, alii ajunt
in Plebejorum funeribus Tibias ufurpatas + Inter quos Lattantius
Grammaticus onde Ovid. lib. 5. Faft. Eleg. prima . i Tibia Funeribus convenit iffa eis.
La tromba poi adoperata nelli Funerali delli Nobili fi argui-.
{ce da Propertio lib. 4. eleg. ult.
Et meFte concinuere Tube cum fubita noffrum Detraberet le&tofax inimica caput .
che perciò Silvio in comment. leg.in'Tabul. dice,che nelli Funerali
delli
sd I delli Nobili 3 mon fi cantavano le Nenie, perchè non fi pote» vano udire per lo ftrepito delle Trombe. ent Toglie tutti li dubbii il Nicolai a carte 109. ove dîce, che
le Tibie, e le Trombe erano communi nelli Funerali delli siova- .
ni, e Vecchi , delli Poveri; e delliRicchi; come anche credè il Kirchmanno de’ Funer. Romanor. lib.2. cap. 5. ma con differen- za, poichè con la Tromba accompagnavafi la pompa del Fune- rale, e li Flauti fi adoperavanò, quando fi cantavano le Nenie onde Ovidio 6, Fat. (e | _ Cantabat meflis Tibia Funeribus. È | Di qual forma folfero li fudetti Iftromenti , non fi può con certezza affermare, poichè come notò il Guthero erano di diver= fe fpecie , ò percagione degl’ artefici ; che le inventorono ; è per li paefi ove erano ufate, è per il fuono vario refo dalla figu= ra, ò dalla materia di cui‘crano fabricati.. | |’ 3 7 Il Kirchmanni afferma nel.libro' 2. cap. s.che le Tibie ufa< te nelli Funerali erano: Cieteris Zatiores sy © longiores è quales în antiquis fepuleris fculpte videntur , «lo deduce «da Ovidio 5; îl — quale nell’Elegia 6. lib. 1. Amor. diffe ;. "AT
Florida prò meftis Janiatus pluma Capillis. Prò lonza refonent cormina veftra tuba.
. In conformazione diciò fi pud'offervare nella Pittura pofta dentro. l’antico Sepolcro. di Ceftio, ricopiata, e impreffa nel di- fcorfo fopra del medefimo di Ottavio Falconierio. aggiunta al- la Roma del Nardini, ove nella Tavola prima la figura terza tie= ne in mano due Tibie di tal forte . "00
Molto raccontò degl’inventori delle Tibie Salmafio, e mol- to ne diffe Stazio ; alcune delle quali faranno da noi a fuo tempo efpofte . | RA SI i sl
Refta per fine il. cercare le cagioni, per le quali erano cele= brati li Funerali conl’accompagnamento del canto, e del fuono. Il Nicolai afferma, che fi fuonava , acciocchè quelli li quali erano aflitti per la morte delli loro Congiunti diftratti da quel diletto, meno fentiffero il dolore, e fi fonda nell’ autorità di Polidoro Virgilio , che dice lo fteffo nel libro 4. cap. 11. de Rerum In- ventoribus. Sedulio con altri nel libro 3. afferma , che. pal Co-
ume
CS)
33 ftume fi praticava pereccitare gl’aftanti alli lamenti, ove dice »
Funercofque modos canta lacrimante ferebant Tibicines s plansorque frequens confuderat ades è
Che perciò Euripide ftimò, chela Mufica doveva farfi più tofto rielli Funerali, che nelli Conviti, poichè quelti fono di loro na- tura allegri, dove che nelli Funerali è bifogno di cercare follie- vo al dolore; come affermò il Mureto. Che perciò forfe Tirre- no figlio di Ercole, fecondo il racconto di Higino cap. 174- fe- ce una legge , in cui fi commandava ; che quando era morto qualcuno , fi fuonaffe una concha bucata, e con quella fi chia- maffe il Popolo al Funerale. Macrobio però nel lib. 2. in fomn. Scip. cap. 3. riferito da Kirchmanno lib.2. cap. 4. de Funer. Ro- man. affermò, che fi ufavano le Sinfonie nelli Funerali, perchè: Corpore extintto Anime ad Coelum redire credebantar dulcedine Mufice:; che perciò ffimandolo errore fi .aftennero li Criftia ne da tal rito; come nota il Baronicall’anno31.
CAPO X
| Del fuono ufato nella VELA IA a
Ino dall'anno dopola Creatione del Mondo 1530. prima che S Troja foffe edificata dalRè Dardano, furono in ufo le Trom. be per la Guerra ;, € ciò per commandamento fatto da Dio a Moisè , poichè fi legge nel capo ro. delli Numeri, che parlando a Moisè diffe i S7 exierizis a4 Bellum de Terra vefra contra boftesy gui dimicant adverfits vos clangetis ulnlantibus tubis Gc. e circa 50. anni dopo Moisè, regnando Giofuè, come fupremo Giudice del Popolo Ebreo , e volendo Iddio dargli ‘il poffefflo della Città di Gierico, gli commandò ; che faceffe fuonare tutte le Trombe nel girare le Squadre armate attorno lemura di efla, e fenza al- cun fatto di armi, dice ilSagro Tefto, che le mura a quel fuo- no //licò corruerunt -
Ammaeftrati da ciò li Popoli pofteriori furono (ipIE fo- E iti
092 34 © ti ufare il fuono nelle Guerre j onde cantò Virgilio. re ciere viros, martemqgue accendere cantu. e appreffo Dionifio fi legge lib. 20. che: Comgregans verò mili- tes». Barbara vefonabat Exercitum excitans tibia Bellone ; poichè il fuono rifvegliava li fpiriti delli Soldati, e anche rendeva ani- mofì li Cavalli ; onde la zuffa, ela battaglia fuccedeva con vi- gore , e più facilmente fi vinceva. Delli foli Macchabei notò S.Giovanni Chrifoftomo fopra il Salmo 43..che movendo Guer- ra contra Antioco per mantenere le leggi della Patria , avendo Dio per guida: C% Aciem dirigeret non adftiverunt Tibicines ut ft in altis Caflris, fed Dei fuperne auxilium invocabant , ut ade/- fot, opem ferret, © manum praberet.
Mà quanto è certo, che fi ufaffe il fuono nella Guerra, tanto èincerta la qualità degl’Itromenti adoperati oltre le Trom- be. L’'erudito Gafparo Bartolini nel fuo trattato de’Tibiis nel ca- po quinto del libro 2. copiofamente dimoftra efferfi ufati li Flau- ti : 770115 in re militari ( dille ) progrefiui atque vece/ui ficnuns datum non provfts ex aliguo ritu Relisionum > neque rei divine » gratia , neque etiam , ut excitarentar > atque vibrarentur animi , quod cornua , © litui moliuntur , fed contra ut moderatiores fie- vent, quod Tibicinis numeris temperatur . Nibil enim adeò in ag- grediendis boftibus , atguein principiis Praliorum ad fuutem, vir- tutemque aptius effe > quàm fi permuleti fonis mitioribus non im- modicè ferocirent. Che perciò Plutarco lib. 8.de cohibenda ira-. cundia attelta : Lacedemoziis pugnaturis concentu Tibiarum iram ademptam ; ed Ateneo lib. 14. racconta; che li Popoli Lidi. ave= vano nell’Efercito .. £//fulatores, (© Tibicines , atque Feminas Ti= bicinas ; Marziano Cappella nel libro 9. riferifce , che li Popoli. di Candia ‘folevano combattere con il fuono delle -Cetere , e Gellio Autore dell’Iftoria Greca nel libro 1.cap. 11. fcriffe, che ‘Tucidide., e liLacedemoni infigni Guerrieri; 707 Corzuuz, Fu- barumque fignis, fedTibiarum modulis ufos «fe 3 e poco dopo fug- giunfe : cum precinbte igitur Claffes erant © infrutte Acies, coptumque in boffem progredi, Tibicines inter exercitum politi camere în- ceptabant , ex ibi precentione tranquilla, © venerabili adguandam qual militantis mufice diftiphnam vis, © impetus militum, ne /par- (î, difpalatigue proruerent exbibebant . sà sima” © (Afferma maflimo Tirio nella difertazione 21. che ditale in-
I Vem
da 35 venzione fù Autore Licurgo , volendo , che li Spartani andaffe- ro con tripudio , e allegrezza contro gl’ Inimici; Parimenti fi ha da Bellonio lib. 3- cap. 13. che li Turchi ufavano nelle Guerre un concerto di Flauti e di Timpani.
Non fù però tale ufanza comune a tutti‘, poiche attefta Lipfio nel capo ro. del libro 4. de re militari » che trà tutti gl Iftromenti da fuono, tenne il primo luogo in Guerra la Bucci- na, e deftrivendola dice , che era un quafi circolo di bronzo da cui fi rendeva un gran fuono; Quefta a fino luogo farà più chiaramente deferitta, per ora bafti il fapere , che tal’ Iftromento era dedicato aMarte, poiche communemente fiadoperava in Guerra
Ne folamente ‘quefto Itromento fù adoperato in Guetra, per rifvegliare con effo_li Spiriti delli Combattenti » mà come averti l’ erudito Abate Fabretti de Columna Trajani pag. 202. riferifce Vegetio nel libro. 3. cap. 5. efferfi ufati trè principali | Itromenti , cioè la Tromba , il Corno ; € la Buccina . 772410 ‘mes effe , qui Tuba, Cornicines , qui ere curvo, Buccinatores , qui Buccina committere prelium folent . La Tromba era quella » che diretta eS?,la Buccina, que in femetipfam arco circulo fleStitur 514 corno, quodex Vris agreflibus argento nexum > li quali Iftromenti » come notò lo Stencchio, fopra il detto di Vegetio fpefle volte fi confondono dalli Scrittori, e il fopradetto Fabretti avvertì, che li Corni, li quali ora fono formati di Bronzo, anticamente era-
no Corni di Bufalo, e che nelle Squadre delli Soldati a piedi fi ufavano li Corni, ec in quelle delli Soldati a Cavallo le Trom-
be, e anche il Lituo, di cui efpofe la figura a carte 204. prefa dalla bafe della Collonna Trajana.
Tal Itromento fi deferitto dal Bartolini cap. ultim. ID. 3% Alind Buccine genus dice egli incurvum Litvus veteribus dittum ex Fefto gracilem edens vocem quo in bello utchanturz qui co cane- Lat Liticen diftus ef, e ne ponela feguente Ifcrizione fepolcrale»
Al. lulius Viflor - Ex Collegio e, Liticinum, © Cornicinum .
poiche fecondo Priftiano lib. 1. Liticen ‘Liticinis diciturex Zs242 quod cf genus Tube minoris, unde, © foni fint acutioress come fi ha da Statio. | Et lituis aures circumpulfantur acutis -
i ra CA-
n 36 2 Cirio Pi Gora
Si pondera il Canto EcclefiaStico nello Stato della Legge Criffi ana.
E folamente forono celebrate molte azzioni dalli Gentili
con li canti, e li fuoni, mà anche dalli Criftiani, e chi voleffe porre in dubbio il canto nelle Chief , impugna» rebbe il canto Angelico , del quale diffe S. Luca cap. 2. 13:50 fubito fatta ef cum Angelo multitudo Militie. Celeftis loudantiune Deum , © dicentium Gloria în excellis Deo &c. Di tal canto diffe Sant’ Agoftino in Epift. 189. cap. 18. De Hymnis , & Pfalmis eanendis ipfius Domini , © Apoffolorum habemus documenta , & excmpla > & precepta . De hac re tam utili ad movendum pie ani- mune, © accendendum divine dilettionis affettum varia confitetudo eft. Ciò anche fi afferma dal Concilio Toletano 4» cap. 11. De FHymnis etiam canendis , © Salvatoris ; © Apoffolorum babemus exenplum:, ciò è manifefto per quello , che raconta S. Matteo. cap. 26. 30. ove dice, che dopo la cena; Gli Apoftoli bynno di- to exiveruntin Adentem Oliveti. Sopra che S. Agoftino in Pfalm. 72. riflette, che Hymmni Iaudes funt Dei cum cantico, Hymui can- tus fimt contimentes laudes Dei, fi fit lau , © non cantetur , non ef Hymnus » oportet ergo ut fit bymnus habeat hec tria , © lat& den, € Dei, © canticum. . ” Da quefto efempio ammaeftrati li primi Criftiani, comincia- rono a cantare li Salmi; e gt Inni in lode del Creatore, e per decreto di Sant’ Ignazio Vefcovo di Antiochia Coetaneo degli Apoftoli fù ftabilito il canto nella Chiefa dopo che, come rac- conta Socrate nel libra 9. cap. 8. dell’ Itoria Ecclefiaftica rife- rito dal Baronio nell’ Anno 60. vidde gl’Angeli divifi in due Co- ri, che cantavano le lodi a Dio: Jomatius Antiochig, que ch in Syria, tertius è Petro Apoffolo Epiftopus, qui Apofokis ipfis multàm verfatus cit, vifionem vidit Angelorum S.Trinitatem byimnis alterna voce decantatis > coluudantium >, © formam canendi in ea vifione
expreffam Ecclelie Antiochene tradidit ; Unde illa traditio ab e AS
se 37 ali bus Eccleliis vecepta ef. Coltume poi pratticato negl' anti fuffe- guenti; e fempre inculcato dalli Santi Legislatori.. Cum c022e767 ritis.( diffe S. Paolo cap..14.alli Corinti ) quifque veftrum Pfalmum babcat,e nel 5. a gl Efefi . Implemini Spiritu Saneto , loquentes | vobis metipfis in Plolmis, bymnis, © canticis. Nel capo 3. della ‘Gerarchia Ecclefiaftica fcrifle S. Dionifio. 2/0lmerum Santta mo- dulatio, que omnibus fere Sacerdotibus talibus minifteriis injungitur, © fubfantie ratione adheret , ea fummo omnium principalique Mi niflerio deefle non debuit . Tertulliano nel libro 2. ad uxorem 28° giunfe ftimoli al canto’ delle lodi divine con dire Sonent Inter dios Pfalmi, © bymni, © mutuo provocent, quis melius Deo fuo cantet talia Chriffus videns, © audiens gaudet . Filone de vita contemplativa raccontando li principii delli Decreti Ecclefiaftici, non folum ( diffe parlando ‘delli Criftiani ) fubtiliusi intelligurt bymos , verum fed ipfî faciunt novos in Deum, ex omnibus cos» € metris , © fonisvboneftatis , O fuavi compaze madulantes è unus enim ex omnibus confurgens in medio P/almorum honeftis modulis intonet . i #3 ra E fi certa quefta verità, che fuperflua cofà fi rende Pad- durre molte autorità, per provarla quantunque ‘non fiano man- cati impugnatori , e detrattori di quefto canto Ecclefiaftico .
Li Valdenfi con l''éempio-Viclefo vituperarono il canto Ec- clefiaftico (come notò il P. Suarez cap. 7. del libro 4. nel To- mo: 2,ide- Religione ) afferendo: ciò firfì inutilmiente , quafi che Iddio foffe fordo. Onde (dicevano ) con alzare le voci, e re- plicare le parole fi perde il tempo. Rifiutò dottamente tale er- tore il Suarez, € molti oppofero il lodevole coftume pratticato nella Chiefa per molti ragionevoli motivi , VP efame deili quali non è da farîì in quefto luogo . Bafterà il riflettere a ciò, che riferì il pio 5 edoerudito Padre Edmondo Martenne nel libro primo art. 8. della parte feconda de Ritibus antiquis » cioè che nelli tempi antichi la printa ordinazione ; che fi pratticava: nel- la Chiefà era delli Cartori 3 e! Salmiftt ; li quali però , come avvertì. il Baronio nell’ anno 60. non coftituivano un’ Ordine fa+ gro diverfo , mà una Claffe di Miniftri deputati per il canto; quorum ordo dice il Mattenne , ud. aunis circiter trecentis videtur extinttus. In provadi ciò adduce il Concilio quarto Cartaginef® dicendofi nel can. 10..2/0/miffa ideft Cantor. poteft alfonso
Epi-
de 33 0
Epiftopi , fola juffione Presbyteri officium fufcipere cantandi , dicente fibi Presbytero vide‘, ut guodore cantas corde credas', & quod ere- dis operibus comprobes . L’offizio di tale cantore fi defcrive da S. Ifidoro de divin. offic. cap: 12.., ove è da offervarfi ; ‘che gl’antichi avanti di cantare , dice il Santo, cibis a2Mirebant, p/allentes tamen legumina in caufà vocis afiduò utebantur , unde È Cantores apud Gentiles Fabarii ditti funt. RARO,
Perfuafo da quefto antico , ‘e lodevole coftume Lattantio nel libro 6. cap. 21. de divin. felt. fù di parere , che fi doveffe mantenere nelle Chiefè Criftiane Ja Mufica ; poiche diffe ff v0- luptas eft'audire cantus , © carmina; Dei laudes canere; © audire gucundum fit, bac cft -voluptas vera, que comes & focia virtutis ef, mà per maggiormente ftabilire quefto parere , e da rifletterfì qual forte di Mufica convenga nelle Chiefe . |
CA PO RF.
Si accenna la diverfità, della Mufica, e fî cfJamina ‘qual forte con- venga nelle Chiefe.
Ual fia la differenza del canto.la variazione;e progrefli molti diffufamente ne feriffero, e ne compilarono un’erudito di- fcorfo il Macri nel fuo Hicrolexico alla parola Cantus , e dopo lui l’infigne Cantore Canonico Andrea Adamo da Bolfena nella prefazione Iftorica alle fue offervazioni, per regolare bene la Cappella Pontificia 5 Onde a noi bafterà accennare ridurfi la Mufica a due Claffi, cioè il canto piano', e.organico detto an= che figurato . Li, | | itato 2 : Si cerca dunque dal P. Suarez nel Tomo 2. de Relig. lib. 4. fe ‘il canto figurato fia lecito nella Chiefa , Lo negò l’Angelico Dottore S. Tomafo nella 2.2. queft. 83. artici 12. fondato nella | eftravagante di Papa Giovanni XXII. cap. unico de vita, ed'one- ftate Clericorum ; in cui lo proibì. Dell’ifteffa opinione fù il Na- varro in Enchirid. cap. 16. num.33. e nel num. 72. affermò, che
pecchino li Cantozi, li quali nella mefla, e Oflizii Sagri canta» no
mail no con canto organico, @ ne adduce varie OpimoNi s particolar- mente la detta proibizione, e Cajetano afferma, eflere cofa. mala, perchè tali Cantori cantano più» per piacere al-fenfo , che per eccitare l'animo a devozione,,.! con che fi.accorda S, Agoftino capo 33.delle Confeffioni , ove fi accufa con le feguenti parole: Cum mibi accidit, ut me amplius cantus > quàm ves que capitur moveats penaliter me peccare confitcor 5 © tune mallene: non audire canenterm. Ciò accade ( dice il Suarez, quando nel canto non fi ode ciò, che fi canta, mà la folavoce di chi canta; onde di quel- la figode, e non delle cofe cantate.
Con tutto ciò, rifponde il Suarez, non effer cofà per sè ftefla illecita, ne proibita, e tale coftume fi prattica nelle Chiefe Cat- toliche, anzi nella Cappella Pontificia, Et è cofa-certa, che fa- cendofi colla dovuta decenza, fi eccita l'animo a divozione, la quale maggiormente fi accende dalla. Mufica,. che dalle fole pa- role . E fe bene molte volte accade il contrario ;* ciò non pro- cede dalla qualità del canto mà-dalla mala natura , ò di chi can- ta, è di chi ode, effendo il canto per sè [telo ordinato a buon fine . Quindi li Profeti erano eccitati da varil Itromenti Mufi=
cali , € fantamente il Profeta David invita in più luoghi delli fuoi Salmi a cantare le lodi divine, e accompagnare il canto col fuono . | È, e
“A-ciò fi aggiunge ( dice il fopradetto Suarez ; che_il dilet= to della Mufica può effere naturale. e non pendente dalla liber- tà , onde. può l'IJomo forvisune bene con eccitare gl’affetti ali" amore -delle «cofe :divine ; E fe nell’ Eftravagante di Giovan- ni XXII. fi proibito , fi deve intendere effere ftato folamente proibito il modo indecente, e refta approvato dall’ufo continuo pratticato “ogni volta, che fi effercita ‘con:lirmodi dovuti ; onde: Innocenzo IlI.Iib.1:cap.2. de mift.miffteferifle:Debent Cartores con- fonis vocibus, © ffravi modulattone ‘concinere ‘quaterus animus due dientium ad devottonem Dei valeant excitare » Imperocchè , come notò Rabano Mauro Arcivefcovo di Mogonza lib: 2. de Inft Cleric. cap. 48: La Mufica è inftituita nella Chiefa: Mon propter Spirituales, fed propter Carnales; acciochè quelli, li quali è ver bis non conpunguniur fuavitate modulaminis moveantur 3; che per- ciò S. Agoftino nelle fue confeffioni , approvò la confuetudine
del canto nella Chiefa : Vf per oblebtamenta Auriam infirmior ani-
animus adafeCtum pietatis affurgat, nomipfis famttis dittis religio» fiusy © ardentius. moveantur animi ‘noftri , prò fonorum diverfita- te cxeitantur magis cum fuavi ; & artificiofa voce cantantur; e fo= no degni di riprenfione quelli, li.quali fi. difcoftano da quefte fantè'intefizionii, si AoprsaIo»s lavo .inorio
. © \A ciò deve aggiungerfi, quanto avvettì il dotto Pompeo Sarnelli nelle fue lettere Ecclefiaftiche j;\cioè, che quelli, li qua. li condannano la Mufica, biafimano la Teatrale, non la mode- fta; vituperano l’invereconda; non’ la divotas 4
vico dI Convenga nella Mufica Ec- |! cleftaftica ufarè Iftromenti n idzib 6 e san n AMRIECIAE pari tab
Piso quefto dubbio nella fua Salmodia il dotto 3 e. pio ‘Cardinale Bona cap. 17. $. 2. e diffe effere ambiguala rifpo-. fta. per li diverfi pareri delli Scrittori S. Giuftino Martire nella queftione 107. loda il canto, mà efclude ilfuono. Li Santi Gio:. Crifoftomo in Pfal. 150 Ifidoro Peleufiota lib.' 2. Epiftola 176.4 e con eilo S. Tomaffo:2.2. queft.9g1:artic. 2. affermano effere frati permefli agl’ Ebrei .a cagione della loro debolezza ; mentre. fi, movevano. dalle cofè fenfibili, e quéfto: parere fù feguito da Pa-. ludano in 4. dift. 15. da Giuftino ad'queft. 107. citati dal Belar- mino. Argomentò l’Angelico Dottore con affumere il detto d’Ari= ftotole lib. 8. Polit. capo 6.ove dice: Nor eMe /uftipiendas tibias in difciplina, neque aliud artificiofum Inftrumentum y ut Cythara © quid aliud tale , fed quecumque faciunt Authores bonos ; e argo= ‘mentò, fe nella morale difciplina non fi deve ‘affumere il fuono, ‘molto. più nell’Ecclefiaftica., inte | Condannò tali Itromenti, ed il canto con elegante difcor- fo S.Aelredo Abate,coetaneo , ‘e difcepolo di San Bernardo, ferivendo ;, come fiegue : Unde cefsantibus jam typir, © fisurisa. | ande in Ecclefia tot Organa , tot Cymbala, ad quid rogo, terribilis ille Follium flatus-y tonitrui potius frazorem quom vocis "Ta SORA È URY]=
-
s2 41 © 3 fuavitatera ad quid illa vecis contrattio , © infraGtioY Hicfuccimt, ille diftinit, alter fapercinit , alter medias quafdam notas dividit 1) incidit « Nunc verè (tringitur , nunc vamgitur, nunc iMpingitur è nuni diffufiori fonitu dilatatur . Aliquando , quod pudet dicere > If eguimos binnitus cogitur > aliquando, virili vigore depofito, in feminee vocis gracilitates accitur, nonungquam artificiofa quadam circumvo- lutione torqueturs © vetorgquetur; Vides aliguando bominem aperto ores quafi interelufo balitu refpirare , non cantare , 06 ridicolofa qua- dam v00s imterceptione quafi minitari Silentium, nunc agones mo- sientium s vel extafim patientium imitari . Interim Hiftrionis quibuf- dam goftibus ‘totum corpus agitatur , torguentar labia, votantur oculi, Judunt bumeri, © 44 finzulas quifqac notas digitorum flexus refpon- det ; Et bec ridiculofa diffolutto vocatur religio? rai ‘a Da quefta belliffima narrativa però fi ha più tofto la defcri- zione d'un Mufico da Scena , che di Cantore Ecclefiaftico , nè fiefelude dalla Mufica il fuono , di cui parliamo , 2 favore del quale non mancano Autori , li quali ftimano doverfi ufare nel canto Ecclefiaftico. Riferifce il Baronio all’ Anno 60. num. 36. il parere di Prudentio, il quale contro gl Ebrei così canta nell’ Apoteofi. Li 1a DI |
| Quidyuid în ere covo reboans tuba verna remugit, Duidguid in Arcano vomit ingens Spiritus hauffu s Quidquid caffa chelis > quidquid teftudo refultat Orgera difparidus valemrsts yaod confona mifcent «ci i AEmula Pafforum , quid reddunt vocibas antra e Chriftum concelebrat, Chriflum fonat , omnia Chriftum ,° ci nta etiam fidibus Santis animata loquuntur
Onde S. ‘Agoftino in P£ 32. diffe. Ezfr ad Lyram ; vel Cytha- vam canere , © p/allere noveris s sulla inte cadet reprebenfio , Ho. breum jufium Regem imitaberis , gui Deo gratus , © acceptus , Euul- tate Tuffi in Domino, rettis decet collaudatio , dicit Propheta >» © confitemini Domino în Cythara, © pfalterio decacordo —- Ei pfallite, e di più dille , /umite P/Umum, © date T'ympanum > P/alterium fjucundum cum Cythara ; Or fe a tale Mufica con replicati inviti fono ftimolati li Fedeli , ‘convien dire effere ‘convenienti, nella
Mufica Ecclefiaftica li fuddetti Stromenti. I | pe Con-
I 42 20 ;
Confiderando il Cardinale Belarmino la qualità del fuono , fù di parere non effere per fe fteflo illecito , purche fia mode- fto , e moderato , e benche per giufti motivi non fi ufì nella Cappella Pontificia, lodevolmente fi prattica altrove , e fi tol- lera, affinche ficcome nella Legge Vecchia era follevato dal fuo- no l'animo a Dio, così accada nella nuova , e a quefto fine fù introdotto 1’ Organo a Tempo di Giuliano Imperadore , come fcriffe Stefano Durante lib. primo de Rit. Eccle£ cap. 13.
Può qui nafter dubbio , fe per Iltromento Mniicale detto Organo, s'intenda un’Iftromento particolare , è pure molti altri, poiche come auvertì S. Girolamo Epift. 26. ad Dardanum , e IG doro lib. 3. orig, cap. 19. Quefta voce fignifica diverfità d’Itro- menti, dalli quali fi renda il fuono, è per il fiato, è per l’im- pulfo dato dal Sonatore. Mà comunque fia , è certo , che gl {{trumenti Muficali , non fono contro la decenza Ecclefiaftica 3 nè affolutamente proibiti nella Chiefà Criftiana. Ciò fi può de- durrc dal Concilio Tridentino fer. 22. cap. de obfèrvandis in celebrat. Mille , ove fi dice . «db Ecclefiis verò Muficas cas, ubi five Organo, five canta laftivum, E impurum aliquid miftetur Gc probibet S. Synodus , nel modo fteffo parla il Concilio Seno- nenfe, e di Colonia, e fe nella parola Organo s' intende un’Itro-
mento Muficale ., certamente milita la ftella ragione in tutti gl' ©
altri , nelli quali fi offervi la gravità , e\decenza conveniente . E S. Tomafo, quando rifiutò l'Organo, rifiutò queel'Iftromenti, che non fono neceffarii nella Chiefà.,..nè mai affermò effer male, nè il detto di Ariftotile ofta , perche gl’ Iltromenti Muficali fo= no improprii nella diftiplina , in cui s° apprendono le Scienze, non così nelle Chiefe , ove con il fuono fi può eccitare 1 af. fetto alle cofe divine, come fi è detto.
Quindi nella Chiefà primitiva { dice Filone Ebreo-lib. de «Vita contemplativa nel riferire li coftumi degl’ Antichi Criftiani) «mon folàm fubtilius intelligunt bymnos Veterum, fed ipfi faciunt no- ‘vos in Deum, omnibus eos de metris , © fonis bonchis fiori Com page modulantes. |
Il Martenne però nel libro primo cap. primo de ritib. anti- quis Monachor. afferite , che nelli trè primi fecoli fi recitaro-
no li Salmi fenza canto, e che dopo fù introdotto da $.Efrem,.
fecondo la narrativa di Nicefero lib. g. hit. cap, 16, dicendo al numi
=.
x 43 20
‘num. so. Cow jém per tria è Chrifo nato fetula fmplex contas, | Jroe potius vecitatio nullo modulationis fisco permiffa Chrifti Populos “mutriviffet 3 ecce ibi Harmonias quidam Bardefani Hérefiaribe bereticus filius mali corvì, malum ovum cum fua prava dogmata , ‘muficis numeris includeret, © multi ex Syris propier verborma ve- nufatem, © fonorum fuavitatem demulfi, paulatim berefés imbibe- rent . B. Efrhem ca recocnita carmina catbolicam fidem refonantia vencficis Harmonii verfibus oppofuit, clavo fcilicet clavum trudens . Ea itaque fuuvi vocem fonorumqgue nexu accommodata fyris audienda prebuit , 5 camenda , ab cogue PoiFeriores Ecclefie Cantore: mo- dulorum formulas mutuati > magis atque ‘magis cas auxerunt > ©, propacarunt . |
Che foffe anche pratticato poi il canto dalli Monaci antichi Jo racconta Calliano lib. 2. cap. 2. Quidam (dice egli ) viceros feu tricenos Pfalmos, © bos ipfos untiphonarum melodiis , © 44- inventione quarundan modulationum debere dici fingulis notli- bus confueverunt +
E perchè nel progreffo del tempo li Cattolici vedendo ef- fere celebrate le loro fefte dagl’Eretici conaccompagnamento , € finfonie d’Itromenti muficali, (come riferifte Nocefforo lib. 9. cap. 16-) vollero anch’effi con pompa uguale celebrare le proprie , opponendo Cerere, a Cetere , Trombe à Trombe: Veluti pila mi- nantia pilis ; dice Niceforo , indutligue expugnandis novatorune artibùs Chorì Caffrorumi; come fece Flaviano in Antiochia , € Crifoftomo in Coftantinepoli, le quali poi degenerarono in Mu- fiche Teatrali, e furono abominate; Onde S. Atanafio le sbandì dalla faa Chiefa Aleffandrina, e S.Leone Papa ferm. 4. de jeju- nio le biafimò dicendo : /nvidivfo fono è © mollibus Ittibus pul- fatur ‘auditus, ut animi foliditas iWecebroft modulatione folvatur, O Zethalium confuetudine fuavitatum incauta, © parum fabria cor- da capiantur 3} € appreffo San Giuftino Martire epift. 10. fi legge bandita tal Mufica colle feguenti parole + /2 Ecelefiis fublavus cf de talium Ifrumentorum , © velittum chi canere fimpliciter 5 appref-
o-il medefimo Giuftino l'Autore della queft. 107. afferma : Coz- fhictudinem canendi in Ecclefia per Iirumenta inanima fua etate fh- bluta fuiffe, © retenture fimplices cantiones > cò quòd cantilene ad crepitacula , © Organa, mon viderentur decere Ecclefiam; e ne af- fegna una principale ragione, POR (dice ) tali sua à 2 en=
n? 44 è i Gentilibus adbiberi confucverint in turpibus s de fordidis ufibus , nimi- rum inT'heatris conviviis,t9 facrificits;ti deve però fupporre,che nella parola Orgara fiano fignificati gl’Itromenti ftrepitofi, e comune- mente ufati nelle fefte Teatrali , non quello , che con il vento rende il fuono frà tutti gli altri armonico , grave , e devoto, il quale, come a fuo luogo fi vedrà fù introdotto nelle Chiefe da San Damafo, ò come altri fcriffero, trà quali il Bulengero lib. 2. de Theatro, da Vitaliano Sommo Pontefice circa li 660. E fe be- ne il S. David fece replicati inviti a lodare Dio col fuono di va- sii Stromenti , effendofi coll’ abufo di effì profanata la religione, fono ftati ragionevolmente sbanditi dalle funzioni Fcclefiaftiche , e ritenuto folamente quel tanto, da cui può conciliarfi la devo- ‘zione , che perciò il S. Arcivefcovo Carlo Borromeo. nel Con- cilio di Milano pag. 31. determinò , che Orgazo tartàm. in Ec- clefia locus fit 3 Tibia , Cornua , © religua Mufica inffrumenta exclu- dantur. Imperochè, come bene auvertì Giuftiniano in refponfio- ne ad quaft. Orthod. 107. Camere fimpliciter mon ei? pueris con- veniens, fed cum inonimis Infirumentis camere ) © cum foltatione , O crepitaculis.
Si hà dunque da concludere , doverfi nella Mufica Eccele- fiaftica ufare tutti quelli modi, dalli quali fi può eccitare la de- vozione , e accrefcere il culto a Dio, trahendo quel folo dilet- to, con cui fi concilia la pietà , e venerazione all’ Autore del tutto. | Che in tal maniera fia approvato da Dio il fuono fi può dedurre dal celebre fatto , che accadde a S. Francefco d’AfMfi , come fi racconta nel lib. 2. della parte prima delle Croniche, ove così fi legge. Stando male S. Francefco, defiderò di fentir cantare qualche lode a Dio con qualch’ Itromento; Onde diffe a Frà Pacifico, che era ftato gran Poeta al Secolo , che fe bene gl’ Uomini di quefto mondo abufavano di quegl’ Ifromenti, che erano ftati trovati perlodare Dio, e con i quali tanti Santi l’ave- vano lodato, nondimeno gli cercaffe di avere fecretamente una Viola, e gli cantaffe per fua confolatione qualche laude fpiri- tuale , che non per quefto s’offendeva Dio , e che però crede- va che in tal modo fi poteva ridùrre quella fua grande afflizio- ne, e gravezza d’infermità a confolazione, ed allegrezza dello
Spirito, mà rifpondendo Frà Pacifico . ch’ PEliAYEIFUDE pe © daliz-
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dalizzato il mondo ciò facendo, diffe ; ch’ egli aveva ragione,
e che lafciaffe ftare. Mà. il Signore, che aveva di lui curafpe- ciale fubbito gli mandò un’ Angelo , che toccò una Viola con tanta, e raledalcezza, quanto da un’ Angelo del Paradifo fi può ftimare , che foffe, confolando ad untratto l’anima, e ilcorpo
afflitto del gran Servo di Dio ; onde-rivolto a Frà Pacifico sche
non aveva fentito il fuono , e gl altri fuoi Compagni, gli fece rendere grazie al Signore per quella gran confolazione, che Sua
Divina Maeftà fi era degnata dargli .
E ciò bafti avere auvertito in Generale prima di efporre, €
{piegare quegl’ Iftromenti , delli quali fattane una raccolta faran-
no in appreffo indicati coll’ ordine di fopra accennato delle trè Claffi , nelle quali tutti fi contengono. Premettendo dunque la Claffe di quelli, li quali rendono il fuono con il fiato del So- natore, e con il vento artificiofamente prodotto, terrà il primo
luogo la Tromba.
L Tromba Antica Ebreo.
Rà tutti gl’ IMtromenti fonori peril fiato, con cuifono ani- mati a rendere il fuono , deve tenere il primo luogo la Tromba, poiche quefta fi legge ordinata da Dio nelle fa-
gre carte, quando comandò a Moise nel decimo delli Numeri, Fac tibi duas Tubas argenteas dubtiles, quibus convocare poffis mul- titudinem > quando movenda frint caffra ; dal quale precetto fi ren= de falfa la narrativa, che fi legge nel quarto tomo del Teatro della vita humana pag. 1291. cioè, che Pifeo Trojano fù il pri- mo Inventore della Tromba di metallo, mentre che anche prima del comandamento di Dio a Moisè erano le Trombe di metallo ufate , poiche come fi legge nel libto del Levitico al cap. 23. num. 24 che Dio diffe a Moisè, a7e7/e /eptimo prima die menfis erit vobis Sabbatum memoriale clangentibus tubis , © vocabitr
° Santlum.
Soleva queft’ Iftromento nelle Funzioni fagre fuonarfi dalli
Sacerdoti, come fi può arguire dal comandamento fatto da Dio a Gio-
a Giofuè 3 quando volle dargli il poffeflo di Gierica cap. 6. «num. 4. Septies circuibitis Civitatem NI 9° Sacerdotes clangent' bue cinis, che perciò fotto. il numero primo. quì fi rapprefenta ‘un Sacerdote della legge antica in atto di fuonare Ja Tromba, la quale nelle Sagre carte nel capo fopraddetto: fi nomina ora 7bg, ora ZBuccinaz onde fi deve intendere: effere lo. ftello: Itromento.
Non è però certo ,. fela Tuba, è Buccina foffe della forma quì efprefla, poiche eruditamente avertì il Guthero de jure ma- nium lib. 1. cap. 23.7uZarume genera plura ab Inventoribus , Re- gionibus, à fono ,, materia, fisura,, ufit , con tutto. ciò. pare , che — non fi pofla dubitare , che foffe di tal forte, mentre Giufeppe Ebreo antichiffimo: Scrittore, e perito nell’ antichità Giudaiche net lib. 3. di effe al cap. 11. la deférille come fegue, parlando. della Tromba ordinata a Moisè. £/ autem talis, loncitudinenz quidene habet paulò minus cubitalem crafftudine autem ef Tibia pau- lò crafior, cujus os tantàm patebat quantàm ad inf'andum fuffice- ret, delinebat inextremitate campanule fimilis quemadmodum tuba,, que Afofra vocatur apud Hebreos . Che anticamente foffe ufata. dritta fi cava da Giovenale ove diffe.
Quadrazinta dedit Graccum fententia dotem . Cornicini five hic retto cantaverat gre .
Mà prova più convincente abbiamo nelli marmi ,, e Medaglie an- tiche delli Romani, in molti delli quali fi vede la fama ufare la
Tromba per pubblicare Vittorie. Nella Colonna Trajana fi ve-
dono anche efpreffe Trombe dritte ,, delle quali Vegetio. nel lib.3, della Milizia Romana cap.5. 752, diffe , que diretta ft appella» tur, e nelle note fopra la detta Colonna il Ciacconio nella Ta- vola nona num. 83. Zu2e dice Inflrumentum tàm eh ex ere cum argento, s cavum, © rettum > cujus fonitus în coftris, © prebii © Sacris etiam in ufit erat, © Tuba, que diretta e} appellatur .
Viene da noi efpreffa nell’Imagine efpofta, come fi pudar- guire dalla deferizzione di Giufeppe , alla quale fi oppone l’al- tra figura , che fegue.
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foè d'un Soldato, il quale_ftà in ‘atto di fuonare una Trom- ba dritta; e corta mà diffimile dalla prima, poiche rermi-
‘na în una bocca più ampia, e alquanto ripiegata > prefa.
dalla Colonna Trajana, e pofta dalli ‘Schacchi .nel ..capo 57» del Mirotecio 3. ove auverte, che per poter fuonare tale I{tro- amento iconveniva adattare alla bocca del medefimo iuna linguet. ta, conccui era regolato il fuono.
La fteffa figura di Tromba efpofe il Bartolino mel libro de
Tibiis nella Tavola 3. num. 5. |
Circa tale Itrumento è da ricordarfi la finzione poetica » în cui fi dice, che Minerva ricufaffe 1’ ufo della Tromba, per- che quando fi fuonava, reftava deformato il volto del Sonatos re, mentre «era necellitaro ‘a gonfiare le Guancie . ‘onde la gettò per terra ., mà che accorfero molti per raccorla , onde ne reftò Tufo di effa in varie funzioni, e a tale deformità fù trovato rio
medio , mentre come racconta lo fteflo Bartolini nel cap. 3. del
libro 3. li Suonatori delle "Trombe cingevano le guancie con un. legame di pelle ., in cui lafciavano una ‘picciola ‘apertura perda-
re fiato alla Tromba ., e di tale ufanza ne apporta nella "Tavola 3. molte efpreffioni in marmi antichi , trà le quali, è l Imagi- ne > che noi col numero III. quì efponiamo. ..‘
LIT
+20 48° 20 PE
Sonatore di Tromba prefa dal . Campidoglio. ..
Toè d’un Suonatore nelle Fefte di Bacco prefa da un marmo”
pofto nel Campidoglio , ‘cinto nelle guancie del fopradetto legame, fopra la quale ufanza riflettendo Plutarco de ira, offer- vò una doppia utilità, cioè di nafcondere:la deformità del volto, e di regolare l’impeto del fiato neceffario per fuonare : Capi/iro quodam intesumento ( dice egli ramentando Marfia Paftore') c/r- ca cofpiritum, qui vapidè, © violenter perumpebat coercuit, © vul- tas Inequalitutem abfcondit. È «©» © | ° Hor di tale antico Iltrumento non fù mera invenzione il diri dalli Poeti, che dopo eflere ftato gettato da Minerva fù.
raccolto da molti ; poichè vero è l'effere adoperato in molte:
funzioni; E ficcome le Trombe comandate da Dio a Moisè fer- virono a molte cofé , come notò Monfignor Rocca capo 9. de Campanis, cioè per dare il fegno alle Turoe, quando dovevaa no trasferirfi da en luogo ad un'altro, quando fi dovevano in- timare le battaglie‘, quando fi dovevano celebrare le Fefte , € offerire li fagrificii, e fcannare le vittime, così parimente nell fecoli pofteriori ebbero, le Trombe idiverfi ufi, (e oltre li già detti, fappiamo , che.il Popolo Romano fi radunava al confe- glio con il fuono. della Tromba, e che con il fuono della me- defima fi pubblicavano gl’Editti delli Principi,le vendite delli be- ni, e li Giubilei nniverfali, e quando altro ‘non vi foffe, bafte- xebbe faperne l'uf mifteriofo degl’ Angioli in Cielo moftrato 2 .San Giovanni , come fi racconta nel capo 3. dell’ Apocalifle : Et fiptem Angeli , qui bahebant foptem Tubas, preparaverunt fe » ‘ui tuba canerent ; overo quella, che da tutto il Mondo fi do- verà udire avanti l’eltremo Giudizio, quando , come dice San Paolo ad Chorint. 15. 52. Cazet enim Tuba, D Mortui refurgent. ‘Sopra diche caderà occafione più opportuna di farne mag- lore FICErCa | 1"; LV.
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«dè 49 Lo: Tromba. doppia.
Lla Tromba retta, e femplice ufata dagl’Antichi , fuccedè. A l’altra formata dal canale doppio , onde come notò lo Scac- chi mifot. 3. cap. 57. fi rende il fuono più grato , e armonico, mentre coll’altra più tofto fi eccitava ftrepito, che canto.L'Ima- gine quì pofta rapprefenta la di lei forma, come tutto dì fi vede” ufata da chi efercita l’offizio di Trombetiere; onde non hà b ifo- gno d’effer più difufamente defcritta..
Chi ne foffe l'inventore è affatto incerto, benchè Ifdoro fcriffe, che Tuba è Tyrrenis primàm inventa ; onde Virgilio 7yr- vhenufgue Tube mugire per ethera clanzor 5 mà fe s'intende della femplice detta di fopra, chiaramente fi convince la falfità, men- tre ., come fi è veduto, fù fino dal tempo di Moisè l’ufo della iTromba, fe poi s'intende di quella di cui quì fi parla, dicendo- fi, che foffe inventata dalli Popoli di Tofcana, non fè ne hà in- dizio certo, mà è probabile, poichè quella di Moisè, come fù defcritta di fopra, era dritta, e non piegata . Di quefta fcriven- do il Padrc Merfenne pag.104. dellibro 2. Harmonicorum della verfione latina, diffe che la lunghezza di efla ftefa uguaglia fet- te piedi.
V. Tromba Jpezzata.
*Quefta compofta di Canale doppiamente piegato un’ altra A ne fù aggiunta communemente detta Tromba fpezzata: è . quefta compofta di doppio Canale, inferito 1’ uno nell’altro ; € foftenuto dalla mano finiftra in modo , che la bocca pofla ani-
marlo col fiato, la mano deftra ora allunga , ora fcorta la i arto n rasi sa
I 2 so © mobile e con ciò fi ottiene il fuono , che fi defidera dalla Mufica, e non fi può ottenere con la Tromba di fopra accen- nata . Parlò di quefta il P. Merfenne nel libro degl’ Iltromenti armonici, e diffe, che li Francefi la chiamano /@guebute, e ag- giunfe, che fe foffero le volute di.effo pofte in linea retta , fa- rebbe la lunghezza di quindici piedi . Deferiffe quel’ Iltrumen- to anche lo Scacchi mirot.3.cap.54., e affermò, che tal forte di ‘Tromba fù ufata dagl’ antichi Egiziani, fondato sù le parole di ‘Apulejo » ilquale nellibro fecondo delle Meramorfofi ,' dice par- Jando delli Sagrifizii celebrati in onore dalla Dea Ifide 3 /bant, © Zibicines dicati magno Serapî Tibicines qui per obliguum cala- mum ad aurem porrettum , dextera familiarem Templi , Deique mo- dulum frequentabant ; e della parola, per obliguum calamumi ar= guifce tal forte di Trombaripiegata, e dall’altre: Dexwzera fami- liarem Templi Deigue modulum frequentobant > ftima fignificarfi
il moto della mano, che oraallungava, ora accorciava la Trom-
ba. Dextera extendente ( dice egli ) vel retrabente Tube canales mu- | ficales foni ab ca edebantur, in caque extenfione è & vetrablione Ti- Dicines modulabantur; ene pone la figura a cart. 674», nella quale ‘però non apparifce alcuna fpezzarura sed è intutto fimilea quel- Ja oggi dì ufata communemente, e da noiefpofta al numero IV. ftimò perciò il Bartolini efferfi ingannato lo Scacchi , poichè (dice ) di tal forte di Tromba fpezzata non fe ne vede alcuna efpreflione antica , onde la ftimò moderna : Quod Wrumentum (fono parole di lui ) pag. 220. zec dum mibi cx veteribus bauri= re licuit > licet nofiris temporibus illud Tube genus cxtare,; at- que in uf clfe non ignorem. “"S Al che noi portiamo aggiungere la Sinfonia, che fi fà nella mole Adriana in Roma , ora detta Caftello S. Angelo in alcune fefte principali dell’anno in una loggia eminente efpofta verfo il Ponte detto Elio da Elio Adriano, che lo fabbricò, da quattro Suo- natori di quefte Trombe fpezzate , accompagnati col fuono di due altri detti communemente corni , delli quali a fio luogo fi parlerà. Ufano una fimife Ginfonìa gl’iftefli fuonatori, qualunque volta il Senatore, e Confervatori di Roma: offerifcono Calici d’ar= gento nelle Chiefè, ove fi celebra la fefta di qualche Santo, peran- ticha confuetudine a quelto fine dal medefimo Senato ftipen=
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Uole anche ufarfi la Tromba dritta d’ un folo Canale fpez-
zato in modo che inferita una parte dentro l’altra, ora fcor= tandofi ; ora allungandofi fi cagiona il fuono più , ò meno acuto , ò grave , fecondo che ricercano le regole della Mufi- ca, e fi ufa particolarmente da perfone abitanti nelli Villaggi.
VESESE
Tromba curva:
Uò nafcere un’altro dubbio circa Ja Tromba ufata dalli Sa-
cerdoti Mofàici, eftimarfi, che non foffe dritti come la de- fcriffe Giufeppe Ebreo; mà curva, mentre che in più luoghi del- la Sagra Scrittura, parlandofi di effa con il Telto Ebreo, in luo- go delle parole; Sacerdotes tollent fîpiem buccinas &c. fi dice Sa- cerdotes offumentfeptem tubas Arietinas; € raccontandofi la cadu- | ta delle mura di Gierico dopo il fuono delle Trombe fi agiunge, O fuit inprotrabendo in corna arietino , lo fteffo fenfo notò lo Scacchi eflere nel Tefto Greco: Et festem Sacerdotes accipient fe= prem cornicina:.» Dalle quali parole può nafcere doppio dubbio ; il primo è circa la materia ; il fecondo circa la forma , cioè fe foffero veramente Cornaibovine , è ‘di altro animale , ò pure di Metallo , mà fabbricato in forma curva, e fimilé al Corno. Che foffero di materia Cornea , non vi è Autore, che l’afferi- fca , mà bensì di Metallo 3 come chiaramente fi dice nel com- mando fatto da Dio a Moisè, perchè formata forfi in forma cur- va, e fimile al Corno dell’ Ariete , perciò prefèro la denomina- zione da tal forma; e furono chiamate anche con il nome di como, ficcome di Tromba, e di Buccina , ciò fù offervato da -Giufto Lipfio nel libro 4. de milizia Romana Dial. 10. dicendo , che la buccina foffe così detta dalla forma, e materia del Cor-
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“2 (52° G@ no bovino; New etate Varronis buccina fiebat ex materia metal lica, © tamen corna dicebatur; e fi diceva, a Duccinandi forma ; cioè dalla bocca del Suonatore , mà lo Scacchi, ftimò , che tal voce fia originata dal corno bovino per là vacuità , che tiene . Vegetio nel lib. 3. de re ‘militari cap. 3. afferì, che foffe di me- tallo. Buccina ef, que infemet aereo circulo flettitur , che perciò li Suonatori di effa fi ‘dicevano: /Zwestores +. Onde Statio ‘lib: s. de Tebais. der bets È
Tala apud Grajos quos ere vecuruo Stridentes acuere tube... E Virgil. lib. 7. Eneid. Seed AEreague aflenfà confhirant cornua vauca:
Sicchè apparifce, che la materia era di' metallo la forma era del Corno, cioè curva, e di modo, che piegando fi andava fem- pre slargardo, come il Corno deftritto da Ovidio.
Cava buccina famitur illi Tortilis in latum,que turbine creftit ab imo:
E? come il Corno dell’ Ariete non perfettamente tondo, mà curuo in modo , che partendo dalla bocca del Suonatore , e rivolto fotto il braccio, fi ripiega dietro alla fpalla, d’ onde torna ver- fo il Suonatore . Tutto ciò apparifce nella Colonna Trajana. Tab. b. c.10.num. 57. , ed in molti altri marmi antichi , uno delli quali è nella Tavola 3. del Bartolini al numero 5., e fidi- moftra dalla noftra Imagine fotto il numero VII. , ficcome nel la pompa trionfale defcritta. da Giufto Lipfio se in molti altri luoghi apparifce. ori SORIA
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‘FE Stromento di tal forma ufato ‘idagl’ antichi Ròmani ; perche eta incommodo nel portarlo , e foftenerlo ; fi reggeva fopra una fpalla., principalmente quando era: grande, con una tra-
verfa a quella unita, come'apparifce nelli Sepolcri antichi pub-
blicati da Pietro Santi Bartoli, e dalli marmi del:Bartolini ., di
Giufto Lipfio ; ‘ed altri, dalli quali fi è prefa la. figura fotto
quefto numero efpolta. ‘ars ba;
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Ei so corno) sa Tromba Perfiana...
N EI Libro delli Viaggi per la Perfia defcritti da Engelberto Kemfero, oltre li varii Itromenti, che di fiato, e di per= coffe fi afferifcono ufarfi in quel Regno, molti delli quali, ò niente, è poco diferifcono dagli vfati in Europa, uno fe ne ac- cenna, ed è qnello efpreffo nell’Imagine quì pofta , cioè una
‘Tromba lunga più della ftatura del Sonatore, per cui fi richiede ‘molto fiato , e fi adopera ordinariamente in guerra.
, Oi ir Priore Legoraig dig slom PU so Tromba del Madurè....;..- 3 .\ Litra poco diffimile: fi adopera nel Regrio del Madurè ; € £ quando fi ufa fuole il Sonatore tenerla alzata:verfo il Cie- —
& SEUBONE non nel modo: quì efpreffo nella carta ». perche cera incapace di tale efpreffione ; E perche-fi è nominato! tal Paefenon
°. farà fuori di propofito: darne qui una breve. notizia.! <
Mella parte dell’ Indie Orientali bagnata dal Gange è vin i = SR “. « Me
| si e ampia Provincia nominata dalla Città Capitale Madurè fituata frà il Malabar verfo Occidente, e la Perfia verfo Oriente, confor- me fcriffe il Baudrand nel fuo Onomaftico geografico . Ivi fono gli abitanti Idolatri, e perche in clima molto catdo , fono di co- lore bruno fimile a quello delta Cannella , ufano folemente per vefte una tela , che decentemente li cuopre , fcendendo dalla cintura fino fotto alle ginocchia, e la parte Superiore refta ignu- da, ficcome le gambe, e li piedi, con li quali folamente le per- fone nobili ufano un zoccolo di legno, che prendono per unpi-
rolo con le due prime dita, chiamato Pe4acurary « E nelle lingua .
Portughefe Zamaraos , fogliono dipingere la nndità con un co- lore bianco , cominciando dalla fronte, in mezzo di cui formano un quadrato , poi nel petto, e nelle braccie, e in diverfe maniere, come fi è efpreffo nell’Imagine . Non efcono mai in pubblico con il capo fcoperto, mà fempre lo cuoprono con una tela mol- to fottile, chiamata Az0/y , e con un’ altra maggiore molte volte raggirata detta 7e/eypagu . Alcuni però ufano tal volta un Gibbone , e alcuni Nobili una Vefte tonga fottile di bam- bace . Celebrano le loro felte con danze, e fuoni, fimili molti agl’ Europei, e altri da loro inventati . Bafti quì aver efpofta là lunga tromba da loro ufata» Feo TA
Lituo antico.
N fimileIftromento ritotto verfo la bocca di effo 5 mà di
mole più piccola fi chiamò dagl’ Antichi Lituo , fe bene — da alcuni fi confonde con la Buccina, nulladimeno da effa è dif- ferente . Si veda la figura quì efpofta , che tiene il Lituo della forma prefa dal Fabretti dalla Bafe idella. Cotonna Trajana 5 € nel fio volume. la pofe a carte 204 Una fimile:fi vede nella Ta- vola terza: ,; fotto il numero 4. di Gafparo Bartolini » il quale 2 carte: 228. afferma averla ‘prefa da ‘un marmo antico efiftente nel Giardino dell'Avvocato Ronconi in Roma con la feguente In> frizione. | I 1
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e aggiunge, che Zitwus appellata eft virga brewis in parte que ro-
buffior erat, jucurva qua facrificiorum minifiri ufî funt.. Tale figu-
ra fù pubblicata in ftampa da Francefco Bartoli figliuolo del fa-
‘ ‘mofo Bartoli trà le Pitture delle Grotte di Roma nella Tavola 3.
ove le note di Michel’Angelo Caufei dicono, che di tal Colle- gio parlando Vegetio nel 2. al capo y. difle 7i2icimes Cornicines , 6° Buocinatores , qui Tuba, vel ereo Cornu , vel buccina committere prelium folent. Il Lituo diverfo dalla Tromba era proprio I{tru- mento della Cavalleria ,il quale rendeva un fuono acuto, di cuî fcriffle Lucano nel primo: Stridor Lituum, fatto a foggia del Li-
tuo augurale , dal quale , è verifimile , che pigliaffe il nome + Un tal Iftromento da fono fù deftritto da Seneca in Ocdipo.
Sonuit veffeno claficume cous —. Lituufgue adunco ftridulus contuò Edidit ere. |
Tal’ IMtromento ufato principalmente nelli Sagrificii dice il Bartolini effere ftato inventato dal Baftone di tal forma, con cui Romolo difegnò il contorno della Città di Roma, Fefto lo defi- nì , dicendo </f genas buccina incurve,unde vox gracilior exiret ; onde Statio fexto Theb., 0° Yituis aures circumpulfantur acutis ;
‘benchè fia cofa dubbiofa, @ tal forte d’Iftromento fonoro abbia ‘avuta l'origine dalbaftone, o verga-degl'Arufpici, ripiegato in
‘una eftremità , ò pure quefto procedeffe dal Lituo fonoro. Fù
| ‘moffo tal dubbio da Aulo Gellio. nel capo 8. del libro primo ,
dicendo: Veruntamen pari forma , ©. poriter incursum ef.
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XII,
92 56 2© >. «ga DEE P Corno per la Caccia:
L contrario rendefi il fuono rauco dal corno; è fia quefta di Bue, quale fù adoperato dagl’ Antichi , € adeflo an- che fi ufa dalli Paftori per convocare gl’Armenti , Ò fia formato di bronzo di figura fimile, come fi efprime nella feguente figu= ra, c ufato ora nella caccia. Nel tempo di Romolo ferviva il corno bovino per convocare li Cittadini Romani al configlio è come fi cava da Propertio nella eleg. 1, del lib. 4» |_-__! Dwuccina cogebat priftos ad verba quirites . n Varrone de lingua latina , citato nel teforo di effa fcrifle: Cornaa diccbuntur > que nunc tube vocantur , © quia glia nunc funt ew are, tune fiebane è bubulo corna ; al quale coftume allufe Virgilio 3. Eneid. razco /trepuerunt coruza canta, per fine quì fi uò riflettere all’ etimologia adotta da Ifidoro; il quale ftimò 4 che la parola Buccina fignifichi lo fteflo, che il corno derivato
dalla voce » quafi dicefle vocizare, pis | SRO ARABA. ARCO e uc Corno delli Turchi.
‘YL cornetto all’ antica , non è' più in ufo. Era quefto lungo :f palmi trè , e un quarto, forato a piramide in modo ; che la bocea ultima era in diametro oncia una si e mezza ; © nella cima la bocca era d’un minuto, e mezzo. Nella verga erano fei buchi. fopra, e.uno fotto. Era quelto confueto a gl’Ebrei, e fù defcritto da S.Paolino parlando di alcuni fonatori nella venuta di Niceta Veftovo . Labra terit'calamis variogae masiffra
Temperat arte fonos arouta foraminafatu
Mobilibufgue vegit digitis , clauditque , aperitque
Ut rapidasvice dulcefcat vedeatque cavernis
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Queft’ Iltromento anticamente fi fabbricava non folamen te dilegno, come filegge appreflo Filofttato lib. 5. de Vita Apollo- ; Fhianei ‘citur preterca hec tibi ;d ex aura aurical- nii Thianei. 4% igitar preterca hec tibia > quos . coquez Aut CONVOVANI > AR Afinorum eruribu: compatta SD e Tali buchi dagl’ Atutòridfoho \detti/caverne >. € per efli St- donio chiama tal’ Iromento , e fimili multi foratiles e multijo-
SI SLOT : LIPe e INTSSILI LA, e No di tal forte fi'ufa dalli Turchi; e ricerca molto fiato
per effere animatosal fuono , la figura. quì efpofta prefa dali imagine ftampata in Parigi per ordine :!di ‘Monsù di Ferra- jol Ambaftiadore del Rè ‘alla Porta, e pubblicata nel:1712,; CON fa quale -G rapprefenta 1° accompagnamento di una Spofa @ cafà dello Spofo,lo dimora; Siccome una! Tromba Indiana 5 ufata nella Provincia di Goa , ed altri luoghi dell’ Indie Orientali ; fuol’effere lunga fette ,/e otto palmi Romani, e rende fuono rau-
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co, € ricerca molto fiato ; onde da pochi fi ufa. “Tromba Cinefe.
IUTEI corteggio fatto al Rè della Cina affatoriumerofa dice ‘Gio: Francefto Gemelli ‘nel Tomo 3. delli fuoiviaggi, pre- cedono alcuni Trombetti:, li quali fuonano suna Tromba fatta di legno molte ftimato dalli Cinefiy è cerchiato «di cerchi d’oro, la groffezza non eccede un palmo , che a poco a poco dilatan- doli , forma una Campana ; la lunghezza è di palmi trè.
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Wai. io Aol yy L vo iv Altro Corno;da Caccia...
PU ada 9, gota : A MISI Do OIUSITCNTtiI nz giteb \ Abbricato «col progreffo':del'tempo il corno di metallo , e mutata la materia di effo, fù anche variata la forma, ufan- dofi dalli ‘Cacciatori , e dalli Corriéri , fi per darfi avvifo da quefti alli Miniftri delle Pofte, e per animare da quelli li Cani, e fvegliarfi le Selvaggine, Si fabbrica di metallo, acciochè fia il fuono più chiaro ve anche fi fabbrica ripiegato . come fi ve- de nell’imagine , quì pofta; acciochè diventi maggiormente gra- tosiche' perciò. appreflo il duGange fi legge : Corano inflare di- cuntur: ‘uenatores: » Afferì il Panvino de. ludis Circenfibus lib. 2. cap.85i:che anche gli ‘antichi Romani melli Trionfi ufaffero.. B7e- ves tibicinulas., quarum did-ufus apud Romanos fuit ; fuole tale fpe- icie di Tromba: non effere Maggiore. in lunghezza di un palmos
‘behchè ;;come ‘dimoftra l'Imagine feguente «0 n.9 ch sis 40 qibel'inb sso
— Corno vaddappiato.
| AE Sonatori fiano del,corno molto, più grande, e fono- d ro ; Si raccogliè quefto cda doppio ‘giro dopo la bocca del Suonatore , fucceffivamente sslargandofi nel fuo progreflo, e ter- mina con'una bocca fimile%a: quella delle Trombe fopra defcritte;
onde rende ‘una voce ftrepitofa $ che ‘fuperaquella degl'altri Srro- menti le di iquefta fpecie di corno forfi; parlò Orazio;, quando diffe Sat, 6. Cornae sagna Sonare We vincere Tubas + È
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0% “Lli fopradetti Stromenti y prima che: foffero Inventati ,. fo- A ‘leva fupplire il filono ravico. delle conchiglie marine ; det- te perciò .dalli Latini Butcine; facendo nella parte inferiore acu- minata un'buco:, per poterim'effo tramandare il fiato firac-. conta appreffo Igino, che Tireno figliuolo di Ercole! , il qua- le fecondo il. computo: di Saliano morì nell’anno del Mondo 2854. cominciò a' fonare tal’Iftromentorfatto. dalla natura ,, € per fezzionato dall’arte. i î Inerendo a quefto coftume , finfero li Poeti; che nelli Trionfi di Nettuno in Mare , feftofi li Tritoni fi ferviffero: delle Buccine per applaudire al Prericipe loro, e incitare alla Guerra li Giganti , li quali fpaventati, credendo, che foffe voce di qual- che grande. Animale ;;fi pofero'in fuga; onde reftarono li Trito- ni vincitori come riferifce Natale Comite mythol. lib. 8. cap.3. Che. perciò Apuleja nel.libro: 4. delle Metam. cantò : azz pofim Maria perfiltantes Tritonum cacerve bine conca fonaci levi- ter Duccinant ; e più diffufamente Ovidio lib. 1.metam.verf333.
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» Inffirare jubet > fluttufque © flumina figno ,. vio Zam revocare dato, cava: buccina fumitur ill
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La figura qui efpofta in atto di fuonare Ia Buccina, tapprefen- ta un paftore, poichè fè favola è che fia ftata ufata dalli Tri- toni, con verità fi può. dire effere ufata dalli Paftori ,, mentre Werfo la fera con.il fuono di effa nelli Campi del Latio,, e altro- ve fi richiamano alle ftalle. gl’ Animali. periefli difperfi., imitan-. dofì con il Suono rauco il grugnire» d’alcuni ; ed it mugire d’al-.. tris li quali allettati vi accorrono... Ciò fù offervato da Columel-. la nel cap..3. del fefto © 72 femper crepufeulo fieri debet > ut ad fo-
nun Buccino pecus, fi quod'in Silva fubftiterit » fepta vepetere con-. fiele = A quasi Sila Salfi Sa
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L Paftore, che fegue, moftra di fuonare un'altro. Stromento I frà tutti antichiffimo, detto dalli Latini 7#2i4, e inItaliano Z/24- to, fù detto Tibia poichè la prima volta fù formato dalle gam- be delle Grui ; fecondo che fcriffe Seneca in Agamennone , rife- rito dal Rofina lib. 5. cap. 11. poî fù fatta di buffo, e fecondo la relazione di Plinio lib. 16: cap. 36. di canna , e dopo dalli ftinchi dell’ Afino ; finalmente di argento, e ficcome fù mutata la materia, così fi mutò la forma, e fù di diverfa fpecie,.ciò fi cava da Orazio; ove dice. Nor iofsano
Tibia non ut nunc ovicalcho vintta tubegue Eimula, fedtenuis fimplexque foramine parvo Adfpirare, © adefle Choriss erat utilis atque Non dum /piffa nimis complere fedilia flatu e Quo fanè Populus: numerabilis > utpotè parvus Et frugi cofufgue verecundufgue coibur - |
Nelle quali parole, come notò Rofino indicò, che in quat- tro cofè era differente dall’ antica, cioè ; che nori era circondata di metallo, fecondo che foffe:tenne , e fottile , terzo ) che foffe fem plice , quarto, che aveffe buchi ineguali .. Notò lo-fteffo Au- tore effere molti, e diverfi li pareri circa la diverfità delli Flauti, poiche alcuni offervarono la lunghezza differente, altri li buchi 4 lt quali fervono per variare il fuono, altri Ja forma . Bafterà accenti marne alcuni principali , cominciando dal primo; e più femplice di xutti , rapprefentato dal Paftore ; che Jo fuona; motaremo ridurfi quefto a quattro forti diftinte perla lunghezza; € hafio lo fteffo nu- amero di fette buchi in fila , € uno di fotto , che fi regola dal pollice della mano . Uno reride la voce di contralto ; e lungo palmi 2., e trè quarti . Il fecondo lungo palmi uno, e mezzo rende la voce di oprano, il terzo lungo palmi 3. hà Ja voce di tenore. Il quarto
lungo palmi 4-5 € mezzo, rendela voce di baffo ; A quefti n ne | | può
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può aggiungere un’ altro chiamato Ottavino ; perche fuonal’ otta- va voce del Flauto contralto ; ed è lungo palmo uno, € due oncie. Un’ altro della fpecie medefima fi ufa, detto communemente Fla- giolet , overo Flautino lungo circa un palmo, ed hà quattro buchi fopra , e due fotto . Per tale diverfità di buchi fortirono varii no- mili Flauti ; onde il Flauto fi dice multiforatilis da Apulejo da Seneca in Agamennone wyftiforis, e da Sidonio lib.2. Epift. Septiforis - i
Se vogliamo indagare P origine di tal’ IMtromento + altra non trovaremo , che l’ inventata dalle Favole , poiche Ovidio finfe, che la Ninfa Siringe , trovatafi alla riva d’un fiume, fù mutata in canna paluftre ze 2/2 è Pane pateretur; Onde Ovidio nel primo delle metamorfofi cantò .
Panaque cum prenfam fibî jam Syringo putaret , Corpore pro Ninphe calamos tenuiffe paluftres Dumque ibi fufpirat motufgue in arundine ventus Effeciffe fonum tenuem , fimilemque querenti -. Arte nova , vocifgue Deum dalcedine captum .
La ne fece una Fiftola per fuonare, a cui rimafè il nome di iringa .
Ad altra cagione l’attribuifte Lucretio nel lib, 5. ove dice che li Zeffiri. i I |
Cava per Colamorum Sibila primdt - Asreltes dacuere cavas inflare Cicutas .
Inde minutatim dultes didiciffe querelas Tibia, quas fundit digitis pulfata canentiune.
_ ‘Ariftide però orat. in Minervamftimò, che da quefta folle inveritato il Flauto, e che ne commetteffe 1 ufo di effo alle mufé > ficcome della lira a Mercurio, e della Cetera ad Apollo. Tutte belle invenzioni , dalle quali non fe ne cava-la vera c4- gione iftorica, come vano è ciò, che racconta il Bulengero nel” lib. 2. cap..21. de Theatro , cioè effere ftati alcuni Antichi di pare re , non doverfì ufare il Flauto, perche nel fonarlo fi deformava la.
faccia del Suonatore , mà che altri furono di contrario toa pers a i 1 iU0e
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il fuono foave, che rendeva; Onde Plauto Sympof. 7. cap. 8. {criffe ?%Zia lenit animos, © in aures fe infinuar'infundens vocem Va cundam ufgue ad'animum, quem trampuillune ‘efficiunt 3° fi moditm tè- muerit , nomin effectu difloluta, © concutiens animos fonis fifula- rum ftridulis ; che perciò il Bulengero , notò effere ftato. il Flauto. adoperato » iz Templis, in T'heatris , Funeribus, Orgiis y omnium penè Gentium affenfa . so L’ erudito Senatore di Firenze Filippo Buonarota efprimendo il preziofo Cameo del Cardinale. Carpegna; in cui fi rapprefenta il Trionfo di Bacco , notò alla:carta 437. che in effo una Centaureffa fi vede in atto di fuonare le Tibie ,, ficcome anche fi vede ‘una fi- mile efpreffione nel Medaglione di Giulia, e parimente. nel Sarco- fago, che è nel Palazzo Farnefe, dove il Centauro fuona la Lira, e riferifte , che Fornuto. rende per ragione ,, perche le Tibie foffero adoperate da Bacanti, e che l’ ufanza in molti luoghi era di fuo-
narle, mentre fi vendemiava ; al che allude quel d’ Euripide .
Rallegrarfi colla Tibia
Pofar le cure: SaS Quando verrà 1° Vva .
E nella Felta di Tolomeo vi era un Carro carico di Vve ;.che era» no pigiate da feffanta Satiri,li quali a fuon di Tibie, cantavano verfz della vendemmia. Tutto ciò. Il Senatore.Nel libro delle pitture an- tiche delle grotte di Roma , intagliate da Pietro. Santi Bar- toli , e illuftrate da Pierro. Bellori nella. parte prima al numero 4» fi accenna una Baccante , che tiene due Tibie nelle. mani, e le ifpira col fiato 5 fcriffe Fornuto:, che le Tibie fi fuonava- no nelle fefte di Bacco, per alludere al coftume di quei Popoli, li quali al fuono di effe folevano vendemmiare . E però degno il motarfi , che tali. Tibie hanso la forma quafi fimile al Lituo., ef- fendo: alquanto ripiegate verfo-la.-bocca,.con cui termina: tal’Itro= mento ; e non totalmente dritto, come fogliono effere li Flauti, è Simili. Una fimile efpreflione fi vede nella Tavola 15, ove fi rap- prefenta un Trionfo di Bacco efpreffo in un Cameo del Cardinale Carpegna , effendovila figura di un Fauno, che fuona le Tibie fo- lite adoperarfi ne’ Baccanali » come dice Ovidio nel terzo delle Metamorfofi pra le sine Liber
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sil li oLider ade), feRifgue fremunt ululatibus agri Turbe LA Viris ad Sacra feruntar Quid furor Anguigere proles Mavortia Veftras cAttonuit ‘mentes ? Pantheus ait erane tantam Ere vopulfa valent ? © adunto tibia cornu .
pi St Flauto doppio -
AT On furono contenti gl’ Antichi di ufare un Tolo Flauto , ma JN bene fpeffo ne adoperarono due in'un tempo fteflo : fi efpri= ‘me ciò nell’ Imagine che fegue., ce fi può riflettere alla fu- ‘periore pofta fotto ilmumero II.del Baccante:in atto di fuonare due Flauti. Di fimili efpreffioni.fono piene le Medaglie ,-e li marmi an- tichi, fi veda il Sagrificio'in ‘onore .di Silvano ‘efpofto dal Cafali part. 3.cap.t. de ff plendor. Urbis Roma; nel Sepolcro di marmo; conférvato:nella libreria Vaticana ‘trovato nell’Anno 1702. un mie ‘glio.in:circa fuori.di Roma, ‘vicino alla ftrada «di Peleftrina nella Villa ‘del Signo? Domenico Caballini , con offa dentro mezze bru» :giate:involte in-un:pannoteffuto di Amianto , € fù efpofto in ftam- pa':dal'Signor Francefco de’Ficoroni ‘erudito Antiquario.. In:effo il Coperchio è ornato di figure a baffo rilievo , frà le quali è un Suo- natore di doppia Tibia ; intutti quefti però non apparifce la forma vera di effa.,-come elegantemente ftà efpreffa nel marmo ‘addotto dal Bartolini Tab. 1.num. 4. poiche quefte erano totalmente con- giunte, che per una fola bocca erano tutte due animate dal fiato del Suonatore.. Una fimile efpreffione fi vede nel capo 26vde-donariis di Giacomo Filippo Tomafini prefa.da un marmo ‘antico poffedute in Roma da Orazio della Valle I. C., ove fi rapprefenta un Sagri- ficio-fatto a Silvano» nu Il primo ‘che efprimentaffe quelto doppio Stromento al rife-
rire d’ Apulejo lib. 1. Florid. fù Hiasni Padre di Martia celebre Paftore. Primus Hiagnis { dice egli) in canendo manus difeapedi- navit, primus duas Tibias uno fpiritu animarit , primus levis > O de- wtrîs foraminibus acuto timnitu gravi Bombo Concentum ir i VZZAO i i utt
| me 64 0 Plinio però riferi nel ‘lib. 7. Cap. 50.3 che Martia inventò Y ufo di tale Iftromento , dopo avere trovato in un Fiume il Flauto gettatovi da Minerva . - ra cre n BI
TERE. I Flauto: Traverfier .
LFlauto fopradetto un’altro fe ne può aggiungere , detto Traverfier dagl’Alemanni, lungo palmi tre in circa, ed hà Canale quafi ugualmente fteo, ha buchi fette verfo il fine, ed uno vicino al principio , a cui fi applica Ja bocca per animarlo -col fiato; e fi tiene come fi vede nella figura fotto quefto nu- mero efpofta indicante un Soldato in atto di fuonarlo , perchè fogliono principalmente ufarlo li Soldati 'Tedelchi ,, e accompa= gnare con effo il fuono del Tamburro, fece menzione di tal’Itro- mento Giacomo de Vitriaco Cardinale lib. 3. hiltvorient.; /o/edant enim fibi facere nomen cum tubis calumellis , fiftula dicitur è noftriss nia in bello etiamnum utuntur Heluctiè ; onde fi dice tal Ciufo- do fffulutorius calamus . bbiditiso | Suole quefto dirfi, ò deltro ; è finiftro , fecondo il mo- do , che fi tiene nel fuonarlo, poichè da alcuni fi fuona, te- nendofi ftefo verfo la parte deftra., ‘ò vero verfo la parte fini-. {tra. Parlò di effo lo Scaligero, riferito da Rofino lib, s.cap. 11. e Aldo Manutio lib. 1, Epift. 4. così lo defcriffe : Dextere T'ibie erant, que dextra hiffriones (pectabant, finiffrao fcidicet fpeCtatoress finifire contra, que finiftra biffriones destra fpeîtatores ; opinor nu- sens finiftras raven fonum veddidiffe, dexteras autem acutumz fini- fra cnimex ca arundinis parte fiebant, que proxima Terra nafti- “‘tur, que enim craffior fit, © foramen latius babebat, guam que lon- giuquior è radice.e/t , graviorem fonum reddat , mece/Se eft dentere autem è fuperiore arundinis parte febant . Ciò anche fi afferma da Plinio lib. 16. cap. 36. Differivano anche nel fuono per cagione delli. buchi ; avendone aleuni due ,_ altri trè ; onde il fuono fi rendeva più grave , ora più acuto, e fecondo li foggetti rappre- fentati nel Teatro fi adoperavano Je Tibie traverfe , circa la quale diverfità ,. fi può leggere Rofino nel capo fopradetto , Ce- lio Rodigino » e Scaligero nel cap. 10. della Poetica. —_ XXII,
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N'altra forte d’Itromento ufato per ordinario dalli Paftori,. U è quello , che è compofto di molte canne , chiamato vol © garmente Ciufolo ,.e dalli Latini Fi/?4/2,.Teofrafto,, € Plinio la
differo Siringa . La defcrizione di effo fi. hà da Polluce: Fiftula ef Calamorum compofitio, lino, © cera conjuntta, aut tumultuario, © rudi opere Tibia multe ,finzule paulativi fub fingulis definentes è maxima ad minimam arundinem ex altera parte fibi invicem propier inequalitatem fuppopti, ut ves non fit abfimilis ale Avis ; quemad- modum enim in alapenne fuperiores funt longiores , que fequunturo carum ovdo femper decrefcit > Ufgue ad minimam pennam > Îta È în Fiftula plures fiunt calami impares cera juntti per ordinem, fen- Sim decrefcunt, ut inferiores femper breviores fint .
Nota il Bartolini, cheal principio fi usò dalli Paftori una fola Filtula , poi crebbe a du, pui a fruos mà ineguali » € con proporzione 5 onde cantò Ovidio. È
SE Fiftula difparibus paulatim furgit auenis. £ che foffe di fette canne; lo diffe Virgilio eglog.a.
E/l mihi difporibus fiptem compatta cicutis
ARGS 21777 PEAS | Sh Defcriztone più lunga prefa da Achille Tazio lib. 8. fi legge nel Bartolini a cart. 214., il quale riferifce , che nel Palazzo Far- nefe fi vede ‘una Fiftola di'dodeci canne, fei delle quali fono inuguali e fei uguali, F7/22/2( dice egli) Pluribus è Tibiis:com=. patta e, qua fingulis ex arundinibus conftant | Acque arundi= nes iple omnes perinde ex tibia una fonum edunt 3 inter Segue. ita collocata fut, ut altera alteri ordinatim adbereat , facies cwterior ‘pofieriori fimilis babetur Quoniam autem arundinun aliam alia-excedit 3. iMud feire oportet altero co capite’ quanid prima fecunda faperetur ) tantò fecundam è tertia fiiperari > Caterague detnceps proportionens candem fequi . Ex aliero autem
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n? 66 26 capite equales illas inter fé omnes ele ; que omniam media ca longiore dimidio minor efî . Eo autem ordine di/pofite arundines fherunt, ut equalis effci concentus pofit +. Nòns cum acutiimus fG= nus in fublime admodun feratur > &ravifimus auters contra depri- matur, ambogue extremas per arundì nes, alter alterun: fCilicet fortiti fint interjacentes > alias, que vocum intervalla moderarentur, conftitui ne- coffe fuit . Illa cnim fonos impares, fed tamen prò vata portione di/linClos nubte, acutaque cum cravibus temperantes in caufa funt, ut fnter fe consruant, FA ut egualis demum concentus efficiatur: Ineren=
do alla forma inuguale Claudiano deftriffe tal’ Iltromento in Epit. ver.34» |
Platano nangue ille fub alta
Fufùs, ineguales cera tenchat avenas
Menaliofgue modos, © poMtoralia labris Srmura Fentabat relegensorifgae vecurfù
Difimile tenui variabat arundine VENTUIA è
E Fatio nel lib. 3. de Leucip. amor. ne accennò il modo tenuto nel -fuonarlo come fegue‘voltato in latino > Zorrò filula bee fî ori cum quis admoverit , codem prov/us, quo Palladis tibia referturs verdm binc digiti modos temperat > illic os manum imitata; 3 hic Libicen foramina omnia > uno dumtaxet excepio , per quod [piritus excat obturat s illic filulator arundines alias omnes liberas dimittens, uni tantàm, quem guiderà fonum édere velit, os adsovit , qua deinde ommi/fa ad aliam atque aliam, prout ad fuaviorem cantum edendum fieri per ef , tranplit, coque patto circum arundines labra illius sdentidem feruntur.
‘’—Se di tal’ Iftromerto fì cerca l'origine , e 1° Autore , vi è argomento di credere non effere ftata molto antica, poichè nell* Iftorie delvecchio Teftamento non nè abbiamò alcuna relazione «quantunque lo Scacchi Mirot. 3. cap. 55. ftimi, che nelle fefte pubbliche, come nelli giorni $ quando s’ incoronavano li nuovi Ré,; fi ufaffe qualfivoglia forte d'Itromento muficale, trà li qua= li fi può credere foffe quello, che ora defcriviamo accennato nel nome diFiftola; imperocchè dicendofi nella Coronazione di $2- Jomone 4. Reg. cap. 11. Et 'a/tendis univeria multitudo pot cum, ©.
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Populus camentium tibiis, nel Tefto Ebreo fi dice, f/lulantes sita x; i
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mè by e PSA Li Scrittori, che ne trattarono , furono di pareri diverfì » poichè Apollonio lib. 3. de Deor. orig. dice effere ftato Autore Mercurio; altri Fauno , overo Pane , altri Idi Paftore della St- cilia con l’Autorità di Virgilio, dicendo. Dui primus calamos cera conjungere plures asti Inftitutt - i Con più lepida narrativa afferì Lucrezio lib.. 5. eflerftato inven- tato a cafo, quando le canne agitate dal vento , cominciarono a render fibilo , onde li Paftori cominciarono a fuonasle col fiato. Vi Zephiri cava per calamorum fibila prim Agreftes docuere cavas inflare cicutas, Inde minutatim dulces didiciffe querelas , Tibia, quas fundit digitis pulfata canentum Avia per memora ac Silvas faltufque reperta Per loca Paflorum deferta Gc. Ds
Inerendo perciò a quefte favolofe relazioni, fi è efpofta P Imagi- ne d’un’Fauno in atto di fuonare la Fiftola fopra defcritta, men- tre tal forte d’ Uomini furono falvatici , e abitatori delle Selve.
0 i da gi Oboè.
* Detto Oboè l’Iftromento , che fegue, il di cui fuono mol- to grato all’udito, è molto più ftrepitofo del Flauto .;, fuol ©. effer lungo circa due palmi, e otto oncie, la vacuità interiore è | piramidale , e termina in bocca di Tromba ; nella parte , ove s'applica la bocca per fuonarlo, è una lingua compofta di due parti di canna, che infieme fi riguardano; il Tubo è bucato in fette luoghi, e trà il fefto, e fettimo buco ve n’è um'altrolatera= le, che fi apre, e ferra con il dito auricolare. ti | Un’Iftromento fimile all’Oboè nominato Clarone è ]ungo palmi due e mezzo , termina con bocca di Tromba larga oncie 3+E bucato in fette luoghi nella parte fuperiore, e in uno nella . La pais
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parte oppofta inferiore . Oltre ‘@ queftibuchi ne hà due altri fa- terali oppofti; mà non in diametro, li quali fi chiudono, e apro- ‘n06 con due. molle calcate. con le dita .. quando: bifogna variare li tuoni , li quali fono più baffi della voce formata dall Oboè. Chi fia ftato il primo.inventore di tal’ Itromeuto non l’hò trovato riferito da alcuno fcrittore, ficcome da niuno fù defcritto, feno manifefto: non effere.‘antico:,, mà moderno dedotto :dalli Flauti, per.avere voce piùcaltà,;e-vigorofa ; neè fi facile a fpie- garfì colla penna; come la:comprende Pudito, da cui fi diftin- gue, econofce, benchè confufa nelle Sinfonìe con la voce dial
tri Itromenti Muîficali i con atto Prima di terminare quefta narrativa; non:è da laftiarfi P accen® nare , che trà gl’Iltromenti, li quali fi fuonano col fiato uno ve n'è, (fe bene non molto:adoperato) iliquale volgarmente fi chiama Scia- lumò , fuole eferiquefto! fatto di canna:a modo di Zampogna, e lungo come Il Flauto , e hà buchi fette 3veioè fei di fopra, eduno
difotto.
UU altra fpeciè di Scialrimò dicelì dalli Suonatori Calandro- “ine; il'quale hà li buchi, comeli Flauti , e nel principio dell’ im- * boccatura hà due molle., le quali premute , dannò il fiato per due - buchi oppofti in diametro, dove fi pone la bocca è inferita una Zampogna 5 rende quefto un fuono Tauco ; e poco grato , € fi fuo- na colle medefime Tegole delli Flauti. Eufébio Cefarienfe de pre- par. Evang. lib. 10. cap. 2. ne fece Autore Olimpio , e Marfia Fratelli nati nella Frigia Invesitori Cella Fiftola,ficcome della Trom- ba dice foffero inventori li Popoli Tirreni fratelli vifsuti in tempo. di Cadmo. Polibio nel lib. 4. l’attribuì a gl’ antichi Popoli di Ar- ° cadia; liqualiJli portarono. melLatio3 ove folamente fi ufavamo. le
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Zampogne:, dome affermò Dionifio» Alicariiafsto «00 e 04
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TX Agl’ Itromenti , che fi vedono efpreffi in mano di due Suo-
natori, uno è chiamato volgarmente Fagotto , € l’altro mez-
zo Fagotto ; de’ qualiil Fagotto , altro non è, che .il bafso dell’ Oboè , e il mezzo Fagotto il tenore. Il P. Kircher a carte 500. del libro Artis magne confoni, & difsoni li nomina .con la parola Dulcinum, la quale non hò potuto rinvenire apprefso alcun Autore di lingua latina, Nel Glofsario però del folo Du Cange, è regiftra- ta la parola di barbara latinità Dulciena y che fpiega è dicendo, ef- fere una fpecie mufici cantus dulcioris . Di efsa ne apporta l’ Auto- rità di Americo Abate Maifiacenfe , il quale nel foglio 81. della Vi- ta di Carlo Magno manuferitta , confervata nella Libreria Regia » regiftrò li verfi fegutnu.
Quidam peluim modicam tinniabant Baculo fonos properantes, Quidam foutos dulcorabane eu ».Adelos fuaves concimentes > \ ino Quidam diuphoniam diffonabant 04° dulci fono diftrepantes ©c.
Gli Autori della Crufca regiftrarono tale parola, ne altro ag- ‘giunfero. per fpiegarla, fe non che efsere il Fagotto Iftromento da fiato. Ha quefto la forma conforme da noi fù efprefsa,e fimile fi «vede apprefso il P. Kircher nelluogo:citato, il quale a carte 501- fcrifse come fegue. | - Equidem miror noftros Romanos muficos nullam carum curam ba-
© Bere s cum nibil Ecclefiaftice mufice iis aptiùs elie pofft s prefertim ‘tress quatuor , aut quingue tibia focientur dulcino vulcò Fasotto . Eg0 | certè 19 majoribus Solemnitatidus. Feftivitatibufgue bujufmodi Syrat= phonias fubinde fidicino concentui longe praferendas confuerim » prafer=
- tim Je (tyIo iis appropriato, per. compoftiones exquifitas exhibeantar . — Al parere diquelt’ Autore altro non fi può opporre > aa
1 = coiltu=
sè 70 de. coftume mantenuto nella Chiefa Romana di celebrare le Felte nel- le Chiefe , fenza la multiplicità degl’Iftromenti da fuono più con- venienti nelle Fefte teatrali , nè perche alcuni fiano ottimi , fono ufati per tutto , ritenendo ogni Nazione alcune ufanze loro pro- prie, che perciò frequente è 1’ ufo di queft’ IMtromenti nella Ger- mania .e raro nell’ Italia.
Volendofi ofservare la Fabbrica, è quefto Htromento lungo cirra trè palmi , compofto diuncannello, il di cui diametro è di trè dita, e più largo nel fine, che nel principio . Quefto hà un Canale ritorto , per cui s’intromette il fiato dal Suonatore, e fi propaga per tutto il Tubo., e fi riflette verfo la bocca del Suo- natore, il quale con.le mani, or chiude, or apre li fette buchi pofti nella parte fuperiore, e altri trè fituati nella parte inferiore, e ne nafce un fuono di tuono bafso, mà foave a maraviglia .
dg «a a È ° Serpentoné.
> nfito anche in Francia , e nella Germania j_ particolar= mente nelle Sinfonie della Guerra uno Stromento. di voce af- fai balfa, mà che mirabilmente accompagna li Flauti, e gli Oboè, volgarmente detto il Serpentone , perche hà quafi la figura di un mezzo Serpente , pende quefto dal collo del Suonatore in lunghezza di circa trè palmi, che fe foffe fpiegato e dritto , farebbe di lunghezza di fei piedi, come riferifce il P. Merfenne. Mentre quefto fi anima col fiato, con ambedue le mani, orfi chiudono, or fi aprono li buchi fei, che fono ineffo, a fine di poterne varia- re il fuono.
Tale Stromento non fi trova defcritto da niun’Autore antico 5 forfe perche inventato da’ moderni . Il P. Kircher a cart. 505. della mufurgia , così ne parlò. Zazer Zu/irumenta do maximè eminet illud , quod ferpens dicitursin Gallia maximè ufitatum , bafso fonan- dum maximè Opportunum> quod etsì fagottum fuperet intenfione vo.
‘cis, dulcedine tamen ab cò fuperatur. Qui plura defiderat legat Mer- fenniam ;Fin quì il P. Kircher , il quale dinuovo a carte I la
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i “vt Fonurgia aggiunfe,che fe tal’ ò 15. palmi renderebbe tuono maggiore , Tubi fabbricati in modo di Chiocciola .
pie I i Itromento fi fabbricaffe lungo di 10., ‘uguale a quello delli
XxXXVIL ZLampogna .
| *T'Elli due Fanciulli quì efprefli fi rapprefenta il coftume proprio
di effi di fuonare I{tromenti fonori, chiamati communemen=,
te Zampogne, è di varie materie, cioè di calami delle Avenes
di rami di fico, è diLauro , ò di Sambuco con torre l’anima interioremolto paftofa principalmente nel Sambuco.
Si chiama Zampogna dice il Ferrari nella lingua Italiana, € dalli latini SazzZ2cina , nome diminuito da Sambuca, e tal’Iftro- mento ferve per cantare verfi umili, come dice Perfio fat. 5. Sam- bucamcitius coloni aptaveris alto, enotò , che l’Ariofto nel canto 17. del Furiofo usò il nome di Sambuca , in vece di Zampogna .
Ode la fera il fuon della Sambuca.
Il Cafaàubono fopra Ateneo lib. 14. cap. 8. dille muficam In- Mrumentum s quod Sambucam dicchant , Parthis , © Trologoditis psulò peft affisnat Euphorion . Il certo è che li Popoli Orientali ufarono tal'Iftromento ; d'onde poi l’ufo di efso pafsò alli Greci, ficcome il nome.
Un’ accurata defcrizzione di tal’ Ilromento fi legge nelle Mechaniche di Ateneo fatta da un certo Damio. Da quefto Iftro- mento Sambuca ne fù originata, dice il Ferrari, Ja vocw Sambucus nome di Albero, che avendo la midolla tenera , facilmente fi vvoe ta , e facilmente fi poffono fabbricare le Zampogne dette anche Sambucine “Sa
Non molto diffimile dalle Zampogne è l'Iltromento principale mente ufato dalli Fanciulli, detto dall’ Italiano Fifchio parola origi- nata dalla Fiftola, onde fecondo Papia Fi/folare, è lo fteflo , che Sibillare cum Fiftula. Suono comune, e ufitato dalli Paftori dice San Tomafo, alli quali nelcanto /epe /ibilus loco fiftula ef, ePlu- tatco in Otthone, cum ir 74eatro vifùs efter Qtho, iMudents Pi cx
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i “a 72 ee fbilabat 5 Equites infigni ploufu vecipiebant s fed rurfum Populus fr bilos augebat . Fù fempre il Fifchio INtromento plebeo, Paftora- le, e fanciullefto , e ciò anche afferì il Menaggio V. fifchio, i
WX VIET Fi/chi , e. Zampogna diverfa -
Ono però le Zampogne , e gl’'Iltromenti da fifchiare diverti,
poichè ‘alcuni compofti di metallo fi adoperano per imitare le voci degl’Ucelli dalli Gacciatori, altri fatti di canne per paffa- tempo , altri per farne vedere la diverfità della forma. Tale è quella quì efprefla tenuta da un Villano , formata d’ una Can- na lunga due palmi, e fi fuona per traverfo, terminata in am- bedue le’ parti con due bocche di Tromba, inventata a capriccio, + da moderni per paflare il tempo.
babi. Fifchi diverfè.
N Ella narrativa antecedente della Zampogna fufticale e fan? ciullefca fi è accennata la varietà delli fifchi , che nella Campagna principalmente ‘fi adoperano dalli Cacciatori. di fo- li Ucelli, le voci delli quali fono contrafatte totalmente con det= ti INtromenti, che. allettati da effi, e perfuafi effer voci di Ucelli fimili, corrono è per unirfi ad effi, ‘e rimangono preda‘, è nelle «reti preparate , ò nel vifchio pofto fopra li cefpugli; ove fi na- - fconde il Cacciatore, come a tutti è noto, e fono tal’Iftromenti ‘fabbricati, d:di Ottone, è di offo, ddi legno, e fervono prin- cipalmente per contrafare le voci delli Franguelli, delle Lodole 4 delli Merli; e delli Tordi, e fi fuonano colla bocca. este ©». Tyn'altro però detto quagliere, con cui s'îmita la voce delle ‘Coturnici fifuona con le mani, premendo una piccola faccoccia di pelle piena di crini di Cavallo ; Itromento quanto facile & n È uo=
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“gd 73 e@ fuonarfi, altrettanto ammirabile per l’arte con cui fù inventato. Il cacciatore, quiefpofto alnumero XXVIII. moftra di fuo- ‘ narne uno con la bocca , e altro indicato dal numero XXIX. ft}in atto di fuonarne uno colla mano .
XV ng Piva.
Egue un’altro Strumento confueto a fuonarfi dalli Paftori » S detto communemente Piva, da altri Cornamufa, ò vero Cia- tamella : che foffe defcritta da S. Girolamo nella lettera a Dar- dano l’affermò il Bartolini de»Tibiis pag. 230. il quale riferifce, che helli tempi antichi fù formata di pelle:c4z deabas cicatis esci, È per primaminfpiratur, fecanda votem emittit; fopra che Salmafio ftimò doverfì leggere : antiguis temporibus Dorus quoque fimplex pellis, nane Dorus Grecis eft pellis . Dopo furono aggiunti più cannelli ; e fù ‘detta Nuula , ò vero Nablia dalli Latini dalla voce NuZ/a , che fisnifica unaforte di Organo , da Suida defcritto ; altri la dif- fero Tibia utricularia; così il Ferrari ; perchè è fimile nella for-
ma al ventricolo umano . uando fi vuole fironare, deve empirfi divento, e poi. pre= merlo con il braccio, e governare le canne del fuono colle ma-
ni, fopra ciò fi legge appreflo il Poeta.
Copa Syrifca caput Graja redimita mitella Crifpum fub crotalo dotta movere latus Ebria formofà faltat, laftiva taberna
Ad cubitum raucos excutiens calamos .
Fù defcrttto elegantemente un Suonatore di Piva di nome To- nio dal Poeta mantovano nella Buccolica, dicendo. *
Et cum multifori Tonius cni Tibia buxo
Tandem po cpulas , & pocula multicolorem
Ventricalum fumplit buscafgue inflare rubentes -
2 74 DE Incipiens oculos aperit, ciltifgue lumatisi: multotie/que alto flatu, e pulmonibus haufo Vivem implet, cubito vocem dat Tibia prefSo Nunt huc mune iDluc digito Saliente .
Effere quefto Iftromento antichiffimo, fi deduce da Suetonio, il quale nel capo 54. della vita di Nerone, ne fece menzione, di- cendo: Sul exitu quidem vite palam voverat , fi fibi incolumis ffa- tus permanfiSet > proditurum fe partà vittoria ludis etiam bydrau- lum, © choraulum, © utricolarium . i | Non lafciò di farne menzione il Padre Kircher 2 carte sos. de Arte Mufica , dicendo: Corzamafà multi prò utriculo famunt. Quid utriculus fit , paffim motum eft, Paftorum fcilicet Muficorun- | que folamen unicum. dn hoc Infirumento uter înflatus > brachioque compre/fuss e filulis cidem annexis animatur s que animate prò va- ria claufura , vel apertura ovificiorum , variam reddunt. barmoniam. Riferifce.il Ducange ; che in Ibernia fi ufa nella Guerra — quefto IRromento ; come afferma Riccardo : 74/0 Jffrumentum muficum è mufa ditlum , noftris Cornamufa: ejufinodi Iffrumento , mufico prò tuba in bellis > © praliis utuntur Hiberni , ut tefatur Ricardus Staniburftius lb. 1. de Reb. Hiber. , è quò ità deleribi- ur 3 Vtuntur etiam Hibernici lignea quadam fiffula callidiffimo ar- tificio fabricata, cui faccus ex corio compofitus , © lingulis artlif- sfimè complicatus adbereftit . Ex pellis Latere dimanat fiftula , per quam quali per tubum filtulator inflato collo è © buccis fluentibus inflat. Cum pellicula aere fratta turseftit, Inffrumentum vurfus pre- mit brachio , Hac împreffione duo alia excavata Jiona brevius fci- licet , © longius fonum emittunt grandem, © acutum » Adeft item quarta filiula diffinblis locis perforata « quam Buccinator ità articu- lorum volubilitate , quà cludendo, quà uperiendo foramina modera= ur, ut ex fùperioribus fillelis fonitum , FÀ grandem > feu rvemiffum quemadmodum ci vifum erit, facile eliciat, totius tamen rei prora, O puppis eR, ut acer per ullam aliam folliculi particulam prater fillu- Javum introîtus. pervadat 5 Nam fi quis vel acu puntium in culeo ri- maretur, aftum elet de 150 Infrumento 5 Quandoguidem follis fubito flavefieret . Hot genus utri apud Hibernos bellica virtutis cotex ee conftat. Nam ut alii , milites Tubarum fono , ita ifti bujus clangore ad pugnandum ardenter incenauntur 4 ‘ Ce
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ov 75 & - i Acciò aggiunge il Ducange : Eju/modi Inftrumentum invene- re Lydi s ut ch apudftholiafen Pindari Olimp.vd. 5.
x rai Mufetta .
Aggiore armonia però fi rende da un'altro fimile Iltro- | mento da poco tempoinventato, e ufato in Francia » Chiamato Mufetta . Lo defcriffe il fopradetto P. Kircher a carte sso. con le feguenti parole . Za doc Inffrumento follis infertas > preftus » dilatatufque fifîulas perpetuo animat > innumeris penò ple- Etris s fingulis orificiis fitularum correfpondentibus conftat , quibus Auledis s mon aliter utitur ac palmulis in sravieymbalo ad orificia Sfularia, vel aperienda , vel claudenda, deficiente verò vento , follis infra brachium annexus, diffenfufque premitur > ©' ita novus utri ventus fuppeditatur ad animandum calamos. Organum vife, non ii= mus mirabile, quim auditujucundum . A car. 169- della Fonurgia, dice, che è armato di trè. canne, è fiano Flauti » Meglio. fi potrà arguire la fabbrica di effo nella figura qui delineata . o Tal Itromento , che fi fuona colle dita ferrando , ò ap- prendo li buchi delle trè canne , fù dal celebre Todino fuonato, come gl’Organi colla taftatura, dando il fiato, fecondo il bifo- gno » € fupplendo con effi all’ operazione delle dita in modo, che il fuono è fimile a quello della Mufetta, mà l'operazione, è diverfa. Oltre la varietà del fuono , che fi cagiona da quett’Iltro- mento , fi può aggiungere la commodità in fuonarlo , mentre dandofi fiato all’Otre con il mantice, non hà il Suonatore la fa-
tica di gonfiarlo col proprio, come fà il Villano la Piva.
| | ele 76 06 * o e Organo.
"gv Rà tutti gl'Itromenti Pneumatici, che è quanto dire yani*
mati dal fiato, il più artificiofo di tutti, e l'Organo oggidì ufato principalmente nelle Chiefe Criftiane , e nelle funzioni Ecclefiaftiche con tal nome fignificato , e da tutti intefo ,, ben- chè come in altro luogo fù notato , il nome di Organo puole figuificare molti Itrumenti Muficali., come fi può dedurre dal Salmo 136. ove rammentandofi le lagrime del Popolo Ebreo: efule in Babilonia, fi dice : Super flumina Babilonis in Salicibus in medio ejus fufpendimus Organa noftra , cioè a-dire diverfi Iftromenti Muficali, non effendo verifimile , che: tutti appendef- fero alli Salci lIltromento , che: ora s'intende con la parola Or- gno «+ . d Cirea effo nafce il dubbio, fe nel Vecchio: Teftamento fof- fe ufato dagl'Ebrci, nè manca chi l’afferifca; deducendociò dal «commandamento fatto. da Dio per bocca del S. Rè David , il quale nel Salmo 150. invitando il Popolo .a lodare il Creatore, e accompagnare il canto con il fuono,, nomina mole I{tromenti, e l'Organo principalmente , dicendo : Zaudare cum in fono Tu- bey laudate cum in Pfalterio, & Cythara, Vaudate cum in Tyn- pano , © Choro , luudote cum in Chordis , © Organo > Lauda- te cum în Cymbalis bene fonantibus omnis Spiritus laudet Do- Minum .
Altri però ftimano; che fia Itromento non conofciuto dagl' Ebrei, mà inventato dopo la Redenzione del Mondo ; Ne l'ette- re nominato nel Salmo fopraddetto ripugna + poiche S. Agofti- no fpiegando le parole del Salmo , Zuudare cum in Chordis , © Organo (dice) Cdordas habet , & P/alterium & Cytbara, organun autem generale nomen ef omnium Vaforum muficorum , quam vis jam obtinucrit. confietudo , ut Organa. propriò dicantur, que inflantur follibus » quod genus fignificatum hic effe non arbitror . Quod erzo ef in Chordis è © Organo , videtur mihi aliquod Organum >» qued Chordas habcear fignificare voluiffe s €
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in altro luogo ; /o2um illud Otganuw dicitur » quod gravo ef © inflatur Follibus > fed quidquid aptatur ad cantilenam > © cor» porcum ef > quo Infirumento utitur qui cantat > Qrganum dici- Ur » iI x ° La fteffa opinione fi d’Ifidoro nel libro 2. orig. cap. 20- > ‘ove fcrifle Orsunum vocabulum eff generale vaforum ommum mu ficorumz Hoc autem cum follis adbibetur alio Greci nomine appel lant; Ut autem Organum dicatur, magis; © vulgaris efi confue- tudo Grecorum + :
Mà quanto è cofàcerta ,. che tal’Itromento fia ftato in- ventato nell’età pofteriore , altrettanto è incerto il tempo preci- fo della fua origine, e come avvertì faggiamente Monfignor An- gelo Rocca a cart. 13. de Companis, e Polidoro Virglio nel ca- po 8. del lib. 3., di molte cofe non fe ne poffono fapere li pri- mi Inventori, e di tal genere fono le Bombarde, el’Organi, gl Orologi, e le Campane. i
Ii Bartolini nel ultimo capo del lib. 3. de Tibiis afferì; che Habuerunt veteres Orzg4gnuy yaua vcrto animata coprimebant CONCen= tum, quoties digitis contingerentur regule cum Tibiis concinentes 3 € fopra ciò vi è un’Epigramma di Giuliano defertore lib. 1. cap. 86. Li defcriffe anche Maulio lib. 5. in emendat. Scaligeri , come fiegue. i |
Hinc venient vocis dotes Boreeque fonantis ‘Garrula que modulis diverfa tibia format . Et quodenmgue manu loquitur flatugue movetur,
Mi perchè non fi fpiega il tempo , rimane anche incerto quale fi debba credere.
Negli Annali di Francia di Sigifmondo art. 823. fi: raccon= ta, che fù condotto a Ludovico Pio un Prete Veneziano no- «minato Giorgio , il quale ft vantava di poter fabbricare un’Or- gano ; e che l’Imperadore lp mandò in Aquifsrano infieme con Tenulfo Sacellario ut e4 omzia ad id Inftrumentii neceParia praberen zur. Lo fteffo Scrittore nel capo 16. de Translatione Santtorun Martyrum Marcellini , © Petri, parlando di quell’Artefice : Hic eft 3 dice Georgius Veneticus , qui de Patria fua ad Imperatorene venit > © im Aguenfi pulatio Orsanum > quod grecè hydraulicune
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vocatur mirifica arte compofuit. Mà ad origine più antica fi deve —
attribuire tal forte d’Organo detto Idraulico, perchè il vento ne- ceffario per fuonare , fi cagiona dall’acqua . Imperciocchè ap- preffo Euftatio ferittore più antico fi legge nel libro 17. della fua Iliade, che di effo ne fù l’Autore un certo Crefibio Alefan- drino- E ciò fi conferma da Plinio nel libro 6. cap. 17. viffe Pli» nio nell’Anno 68.dopo la nafcita del Salvatore.
Ma tutte quefte relazioni fono convinte dal Teltimonio di Vitruvio , mentre quefto effendo viffuto in tempo di Cefare Au- gufto, cioè anni 46. avanti la venuta del Salvatore, fecondo il calcolo del P. Petavio in Rat. temp.ne trattò nel lib. 10. cap.13. e afferì effere ftato inventato dalli Greci, ficchè non sò vedere con qual fondamento il Bulengero addotto dal Bartolini nel cap.7. del lib. 3. poffa avere afferito , che la prima invenzione nacque nel tempo di Giuliano Apoftata, come anche affermò Caffiodo- ro nellib. 1. mentre dieffo, oltre Vitruvio, ne fecero menzione Suetonio, e Sidonio Appollinare citati: dal medefimo Bartolini .
Conviene dunque dira; chu<fftnde- due fpecie d’ Organi uno animato dal vento , prodotto dall’acqua , l’altro dal vento «cagionato dalli mantici , l'origine del primo debba anteporfi a quella del fecondo, e che dopo effere ftati inventati fiano ftati perfezzionati da diverfi Artefici , li quali hanno aggiunto can- ne, e regiftri diverfi ,, dalliquali ora fi cagionanofuoni alle orec-
chie gratiffimi,. che perciò fono Iftromenti affegnati alla Mufica
delle Chiefe, circala quale, fi racconta, che foffe il primo Au-
tore , S. Vitaliano Papa viffuto nell’ Anno 660., onde il Platina
nella vita di lui Scriffe : V/itaZianus cultu divino intentus , © re- gulam Ecclefiafficam compofuit, © cantum ordinavit , odbibitis da confonantiam (ut quidam volunt ) Organis ; Il Ferrari però riferi- ‘to dal Oldovino nella vita di Vitaliano, ne dubitò mentre l’ufo dell'Organo, non è nella Cappella Pontificia .
Comunque fia, certo è che nelle Chiefe, ora fi tiene con molta lode ; mentre dal fuono. di tal’ Iftromento fi muovono gl’ affetti verfo le cofè celefti , e dalla melodia terrena fi arguifce quella, che in più luoghi dalla Sagra Scrittura fi riferifce. for- mata dagl’ Angioli.
Rimarebbe a dirfi della mirabile fabbrica di tal’ Itromen-
to, mà perche l’affunto noftro è. di offervarne la fola Iftoria ; i i ci
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ci rimettiamo a quanto eruditamente ne feriffero il Padre Mer- fenne, il P. Kircher, ed altri; e concludiamo conla.defcrizzio- ne di effo prefa da un Suonatore riferita dal Du (Gange V. Orga- rum > il quale fopra il Salmo 15. così ne feriffe. pt
Organum itaque e8t quafiTurris tubis fabricato ; quibus Fla- vu follium vox copiofifiama deltiatur, © ut modulatio decora com- ponat > linguis quibufdam Uigneis ab interiore parte conftruitur, quas difciplinabiliter Magi(trorum digiti reprimentes grandifonam efficiunt, © /uavifimam Cantilenam, che perciò Gio: Battifta Doni nel ca- po 10. del trattato della Mufica., afferì effer L Organo fenza fallo l’Iftromento più capace di ogn’altro di quelle varietà, che fi poffono far fentire nella Mufica , rifpetto al gran numero di canne, e di filtemi, e regiltri, che fenza molte difficoltà vi fi pof- fono accommodare . a carte 20. dice, veramente non vi ha Stro- rnento più a propofito perla multiplicità de’ generi , e de' tuoni dell'Organo , nel quale in vece di tanti regiftri, che non fanno ‘alcuna varietà «d’ armonìa , fi potrebbe introdurre detta varietà, come da un bel paffo di Tertulliano fi conofce che gli aveva- no gl’'Antichi, è da vento ; ò d’acquache foffero , de’ quali gl’ ultimi fi chiamavano Orsara bydraulica, e li primi da me fi di- cono Orzana Phyfaulica . Il luogo di Tertulliano è quefto nel li- bro de Anima . Speéta portentofam Archimedis munificentiam . Or- ganum bydraulicum dico. Alachine tot partes , tot compagines > tot itinera vocum , tot compendia fonoram , tot commercia modorum , tot acies tibiarum > © una moles crunt omnia. FRI E.
Si fabbricano gl’ Organi di mole fuperiore ad ogm'altro I{tro- mento fonoro, «che perciò fogliono per’ordinario ftabilirfi par- ticolarmente nelle Chiefe in modo, ché non fi poffono transfe- rire da un luogo all’altro ; onde in Ruma nella Bafilica Con- ftantiniana fi ammira quello fabbricato per ordine di Papa Cle- ‘mente VIII, dal perito Artefice Luca Blafi Perugino , è compo- fto di. fedici regiftri, è fiano Clafli di Canne, delle quali la mag- giore è di palmi 39. e riceve il fiato da fei Mantici dieci palmé lunghi. Ve n° è anche uno fimile nella Catedrale d’ Orvieto, e un’ altro in Trento, che dicono effer: compolto di 36. regiftri . Di uno prodigiofo , e Vafto fece menzione il Volfano , nel pro- emio della Vita di S. Suithuno: riferito dal Du Cange ; con li verfì feguenti,
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Talia © auxi/lis bic organa qualia nunquani Cernuntur gemino conftabilita fono . Biffeni fupra fociantur in ordine Folles Inferiufgue jacent quatuor, atque decene . Flatibus ulterius Spiracula maxima reddune Quos agitant validi feptuasinta. Viri. Bracchia verfantes multo, © fhdore madentes __Certatimgue fuos quifgue movet focios Viribus, ut totis impellant flamina furfum Et rugiat plena Kapfa referta finu. | Sola quadringentas , que fuftinet ordine mufas Las manusorzanici temperati ingenti -
Mirabile al certo fù un tale Orsano s mentre era compe- fto di 400. Canne, e per dare loto il fiato erano impiegati 20. Mantici , € 70. Uomini nel governo di.elfi. . ‘..
SRP Organo delli Signori Verofpi.
Iù ammirabile al certo è 1 Organo ; che fi vede collocato in Roma nel Palazzo delli Signori Verofpi fabbricato d _ — Michele Todini Savojardo infigne perito nella -mufica ; poi- che fuonandafi quefto dalle mani dell’ Organifta., corrifponde infieme il fuono di un Cimbalo:, e di trè altre: Spinette da’ eflo feparate , e con tale artificio, che fi odesla melodia, ora di una, ora di due. ora di trè , e anche di tutte infieme a piacere del | ‘“Suonatore , che le governa con Îe mani, e con li piedi. Arti. ‘ ficio prodigiofo, nè ancora penetrato dalli Spettatori. Acciochè fe ne concepifca la pofitura di effi , e l efteriore apparenza ne riportiamo quì il difegno tale quale fù pubblicato dal P. Kircher | nella fua Fonurgìa a carte 167., ove riferifce avere l'Autore im= piegati 18. Anni nel fabbuicare tal Machina
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poffono trasferire da un luogo ad un'altro, benche grane
di, e di molti regiftri. Tale è quello, che fi adopera nel
la Bafilica Vaticana fabbricato in queft’anno dal perito Artefice Filippo Tefta Romano; che con il benefizio di Ruote fi trasfe= rifce dove fi vuole. . bi | ata Ne mancano altri affai più piccioli , quali fi poffono, por-
tare anche viaggiandofi pendenti dal collo, efuonarfi.con la:de- ftra girando un cilindro, che armato di denti fupplifce al moto delle-dita, come indica la figura quì pofta, in cui fi. efprime un Tedefco povero pellegrino, come fogliono alcuni di tal nazione girare per l’Italia fonando , e ricevere elemofine.dagl’ uditori e —
x RX. Tubo Cochleato
*quefta prima claffe d’Iftrumenti fonori. animati dal fiato, À fi può aggiungere un Tubo non ufàto da alcuno , mà idea- to dal P. Kircher, il quale nel libro della Fonurgia a cart. 110, efpofe la figura di un Tubo, come noi quì la riportiamo fotto il num. 35. affermando , che ufandofi di figura eliptica fi accre- {ce notabilmente la voce di chi l’adopera ;- Imperciochè a carte 711, prova > che la voce per tale Tubo fi accrefce molto più; che per un Tubo retto, che perciò la natura hà fabbricato ne- gl’ Animali più timidi il fenfo dell’udito intal forma, come par- ticolarmente fi vede nelli Lepri, Cani, e fimili, ne apporta di ciò la dimoftrazione ; che quì non hà luogo per ef- fere dichiarata . Aggiunge però faggiamente , che tal fabbrica » peritum artificem reguireret, non effendo facile fabbricare un tal Tubo, che abbia la figura perfettamente eliptica . Soggiunle il
L mede-
A Ltri ‘però fe ne fabbricano di mole affai minofe.; che fi
i è2 82 e medefimo Autore 5 che fe tal Tubo fi fabbricàffe di grandezza ftraordinaria , fi potrebbe adoperare foftenuto da trè Alte in mo- do, che facilmente fi potrebbe raggirare , come dimoftra il di- fegno quì pofto. , ria, OS
Curiofo è poi Îl quefito, chè pone nelcap. 3. del libro pri- mo della medefima Fonurgia . Cerca egli fe la voce , è fia il fiato-renuto chiufo nelli canali ,‘e fmili Itrumenti per qualche tempo; datofi poi l’adito, fi poffa udire dagl’afcoltanti. Pa Fù tal dubbio ( dice egli ) propofto già da Gio: Bartifta del- la Porta, ‘e Cornelio Agrippa , li quali rifpofero, che così acca+ derebbe, onde tale rifpofta fù ricevuta con plaufo , e tale opi» nione fù difefa dal Veccherio, da Alefio, ed altri, delli: qualime- ritamente fi rife il Kircher, mentre l’efperienza dimoftra il con- trario, e la raggione ripugna, poichè effendo il fuono ‘un’ agi- tazione di Aria cagionata dall’impulfo del Suonatore , ceffando
quefto cefla l'agitazione, e per confeguenza il fuono , e crede- -
re il contrario, farebbe lo fteffo , che credere poterfi con un Crivello portare l’acqua da un luogo in un'altro. v
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Tromba Marina.
El tempo in cui fcrivo fi fà udire per le ftrade di Roma
un fuone non ufato per l’addietro da alcuno, è cagionato quefto dal fiato con cui viene animato , come le Trombe, quel’ Itrumento detto volgarmente Tromba Marina ; da altri Trom- ba parlante, perchè ufata per lo più in mare, ove da un Va- {cello fi parla all’altro, benchè diftante , mentre la voce di chi - parla con effa notabilmente fi accrefce .
Hi quefto Itrumento la forma di Cono, nè vi è determi= nata lunghezza , potendofi fabbricare ad arbitrio più, è meno lunga , più ò meno larga. Non fono molti anni, che fù inven- tato tal’Iltrumento, e come fi riferifce in una lettera Inglefè del Cavalier Morland pubblicata, e tradotta nelli giornali delli Let= terati di Roma del16y2. fù quefto l’inventore; e ne riferì lare= si fabbricarla con dovute proporzioni, ficcome gl’ufi varit
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; “2 83 e@ s Il Padre Atanafio Kircher però nella fua Fonurgia nel = po 1. della Sctione 6. afferma effere invenzione più antica, di- cendo, che tal Tromba: Nor c/? Aujas temporis IMventura > dr id ante plurimos annos Rome ab Aubtore Mufirgie > O 4ujus hi bri defiriptum, GS impriffum fuerit; e ne riferifce il modo con su fù inventato. Mà lafciando la verità nel fuo luogo , il certo che' in quefto tempo in vece di articolare la voce fi anima col fiato; onde fi cagiona un fuono ftrepitofo, € benchè rauco pia- ce all’udito. > Trattò di tal Itromento il Padre Francefco Lana nel libro intitolato Magifterium nature, & artis Tom, 2.1ib. 10. L’Altorfio nella Prefazione al Mullero. Ne publicò un trattato il Montanari col titolo Difcorfo fopra la Tromba parlante ftampato in Venezia nel 1715. e nell’Anno 1719. , ed in Lipfia un'altro Gio: Maf- tia Haflio , in cui accuratamente efamina di qual forma , € di qual materia debba fabbricarfi tal’Itromento, della cul origine molto dubita, mentre che nelle lettere annue della Compagnia di Gesù fcritte nel 1594. dal P. Sebaftiano Berrettario , ed im- preffe in Roma nel1602. fi riferifce effere ftato in ufo un fimi- fe Iftromento appreffo i Popoli abitanti le Montagne del Perù, ficcome effere ftato ufato dalli Perfiani nella Città d° Hpahan lo riferì Giorgio Anderfon, e Volquard Juerfea : mà quanto è in- certo quando cominciaffe l’ufo di tal’Iftrumento nel proferire le vaci articolate , tanto è vero, che in Roma cominciaffe il fuo- no Muficale formato da unFrancefe, edorarinovato da un po- vero Mendicante, che dopo il canto forma con effo il fuono, che per la novità della voce molto piace all’udito.+ I Con qual regola , e di qual materia debba perfettamente effere fabbricato tal’ Itromento ne fece un’accurato efàme il fo- pradetto Montanari, e dopo lui il fopracitato Gio: Mattia Haf fio, ed a quali ufi utilmente fi adoperi ; fi è efpolto nelli Giorna= li delli Letterati di Roma del 1672; ;
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Ella ‘Tavola fèguente fi è efpreffo.un Soldato .in atto di N fionare un grande Itromento , ed. è quello , che il Pa- dre Kircher efpofè nella fua Fonurgia a cart. 132. e lo nominò Corno di Aleffandro , ove così ne feriffe.: Alexandrum quoque magnum certum Cornu habuiffe tam intenfî foni ; ut illo totum Exercotums quamtumois difperfiume,convocatunin prefentem fiferit , ac fi fingulis prefens logueretur. Eriferi, che trovandofi nella Li- braria Vaticana, leffe a cafo un libro manofèritta ; il di cui tito» lo era : decreta Ariftotelis 02 Alexandrum Magnum; e che frà le altre cofè in eflo regiltrate, dice aver lette le feguenti parole : Faciebat hoc Cornu adeò vebementem fonum > ut co exercitum fuum ad centum ffadia ( quorum otto unum miliare Italicum conficiunt ) difperfium convocare perbibeatur . Aveva quefto , come apparifce nel fudetto Volume, il diametro di cinque cubiti, e la detta figu- ra fi vede nello fteffo Volume col titolo: Corzu Alexandri Ma- gi > e facendofi fopra le dovute riflefioni, dice il medefimo, che poteva udirfi in grandelontananza dalle {quadre de’ Solda- ti, prendendo l’efempio dal fuono delcorno bovino4 con cui li Paftori, particolarmente nella Germania , richiamano dal campo le beftie , che paftolano lontano tal volta più d’un miglio .
Non effendo efpreffo nel libro fudetto il modo ufato nell’
adoperarlo , ftimò l'Autore , che foffe foftenuto da trè Afte in modo , che poteffe raggirarfi dal fuonatore verfo quella parte , che più piaceva; come appatifce in quelto difegno . Di tal’ Ifromento fece anche menzione Olzo Vormio nella lettera a Fortunio Liceto fopra il Corno Danico pag. mihi 21.
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